Mercati

Bitcoin, FED spinge in basso i prezzi. Le stime gli analisti

Nuovo affondo per le quotazioni del Bitcoin, che è crollato a circa 54.000 dollari, toccando un minimo di due mesi dopo che la Federal Reserve statunitense, pubblicando i verbali della riunione di giugno, ha fatto capire che non abbasserà i tassi di interesse, almeno fino a quando dati macro mostreranno chiaramente che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso l’obiettivo del 2% della banca centrale.

Le quotazioni

Ma torniamo alle quotazioni. La valuta digitale è scesa di circa il 10% da primo luglio e oggi quota intorno ai 54 mila dollari (da inizio anno la valuta digitale mostra comunque un saldo positivo pari a +23%).

Tassi di interesse più elevati sono in genere meno favorevoli per il bitcoin e le altre criptovalute, in quanto smorzano la propensione al rischio degli investitori. Nel marzo di quest’anno il bitcoin ha raggiunto il massimo storico di 73.700 dollari dopo che la Securities and Exchange Commission ha approvato il primo fondo di scambio di bitcoin a pronti negli Stati Uniti, o ETF.

Bitcoin: pausa prima del crollo?

Nonostante ci siano analisti, che vedono la flessione attuale come una sosta in vista di nuovi massimi, non tutti sono d’accordo.

David Pascucci – Analista dei Mercati per XTB – parlando del calo, spiega:

Una situazione che poteva essere piú che prevedibile quella del forte ribasso di Bitcoin, un ribasso che si attende da qualche mese, da quando Bitcoin ha iniziato a sentire i massimi di marzo scorso non riuscendo ad accelerare al rialzo per i mesi successi. Il mercato ha accolto pienamente la possibilitá di vendere i massimi dei mesi precedenti tutte le volte che si é presentata l’occasione, ora si inizia a vedere un movimento ribassista degno di nota che potrebbe portare le quotazioni su livelli veramente molto bassi rispetto a quelli attuali. Al momento vediamo un movimento ribassista di circa il -10% dal 1 luglio ma, qualora dovesse proseguire il movimento, si potrebbe arrivare su livelli che sembrano ora lontani, ossia al di sotto dei 40000 dollari. Questa ipotesi é dovuta principalmente al fatto che ogni volta che Bitcoin ha iniziato un movimento ribassista su base mensile, non é mai stato inferiore al -50% dai massimi di riferimento che in questo caso sono intorno ai 72000 dollari. Questo comporterebbe quindi un ribasso, stando al suo andamento storico, a quotazioni che potrebbero arrivare intorno ai 36000 dollari nel corso delle prossime settimane. Su Bitcoin servirebbe l’ulteriore conferma con una chiusura settimanale al di sotto dei livelli minimi visti gli scorsi mesi, ossia area 56700, oramai ad un soffio dalle quotazioni attuali. Un ribasso marcato di Bitcoin potrebbe essere un indice del fatto che il mercato sta iniziando una riduzione dei pesi dagli asset di rischio”.

Secondo Gabriel Debach, market analyst di eToro,
“il re delle criptovalute sta attraversando una fase drammatica, con una perdita di miliardi di dollari in capitalizzazione che non si vedeva dal 2022. In sole quattro sedute, a partire da martedì scorso, il Bitcoin ha visto evaporare ben 183 miliardi di dollari di valore. L’ultima volta che si era verificata una variazione così drastica in un periodo così breve risale a oltre un anno fa.  Oggi, con la quarta giornata di calo in corso, il valore totale del mercato delle criptovalute è sceso sotto la soglia dei 2.000 miliardi di dollari, un livello che non si registrava dal febbraio 2023. In un contesto caratterizzato dai recenti massimi storici delle azioni globali, emerge una divergenza significativa: mentre le borse americane e mondiali hanno continuato a crescere dal giugno scorso, il Bitcoin ha seguito una traiettoria opposta. La domanda che sorge è se questa avversione al rischio nelle criptovalute sia un fenomeno isolato o se preannunci un trimestre prudente anche per gli investimenti tradizionali, dopo un primo semestre forte per le azioni. Passata l’euforia legata agli ETF e all’halving, gli investitori in Bitcoin si trovano ora a fronteggiare diverse sfide. Tra queste, si registra un calo della domanda di fondi negoziati in borsa legati al Bitcoin negli Stati Uniti, vendite di token sequestrati in Germania e Stati Uniti e i rimborsi di Mt. Gox”.
Debach ricorda inoltre:

“Nel 2013, la BKA (l’Ufficio Federale di Polizia Criminale tedesca) sequestrò quasi 50.000 Bitcoin collegati all’ex gestore del sito di pirateria cinematografica Movie2K. Dati arkham, questo tesoro vale circa 2,3 miliardi di dollari ai prezzi attuali. Dal 19 giugno scorso, sono stati venduti 7.000 Bitcoin, una piccola parte dell’enorme riserva della BKA. Dopo queste vendite, la Germania detiene ancora poco meno di 43.000 Bitcoin. Anche gli Stati Uniti stanno vendendo Bitcoin sequestrati: dal 26 giugno, sempre secondo dati arkham, hanno venduto circa 4.000 Bitcoin da un portafoglio di circa 213.000 Bitcoin, insieme ad altri token. In aggiunta, la piattaforma Mt. Gox sta restituendo un tesoro di Bitcoin ai creditori in diverse fasi. Solo nelle ultime 48 ore, sono stati spostati 49.000 Bitcoin stando ai dati arkham. Queste vendite congiunte, insieme ad altri movimenti, hanno portato alla liquidazione di circa 935 milioni di dollari in posizioni di acquisto dal martedì scorso, mettendo ulteriore pressione sul prezzo del Bitcoin”.