NEW YORK (WSI) – Dimenticate la Brexit, sono i tassi di interesse a zero il banco di prova per i risparmiatori. Parola di Andrea Viganò, numero uno di BlackRock in Italia, che in un’intervista al Corriere ha spiegato:
“Qualche anno fa si potevano investire i risparmi al 7% senza rischiare più di tanto. Oggi sappiamo che vivremo più a lungo e che, in compenso, impiegare il denaro a rischio basso rende meno dell’1%», spiega Viganò.
In altre parole, per raggiungere gli stessi risultati bisogna o rischiare di più o risparmiare molto di più. Una sfida che riguarda tutti ma soprattutto i più giovani. E che vale in tutto il mondo. Italia compresa.
“Il nostro Paese da sempre è ai primi posti nella gara del risparmio: il nostro stock di risorse accantonate per il futuro è da record nonostante la crisi” ha spiegato Vigano’ al quotidiano, aggiungendo che: “A questa maggior coscienza, però, spesso non corrisponde una strategia pratica di pianificazione utile per vincere la guerra dei tassi bassi, che potrebbe durare ancora a lungo. Ma senza soldi — e questo vale per i più giovani e anche per chi ha dovuto fare dei conti con la crisi — è difficile mettere in piedi delle strategie diverse dall’arrivo a fine mese”.
Significativa a questo proposito una la quarta edizione del Global investor Pulse, presentata da BlackRock la settimana scorsa a Milano, che fotografa lo stato d’animo di 31 mila investitori nel mondo. Di questi circa 2 mila sono italiani, con età comprese tra i 25 e i 74 anni.
Guardando al nostro paese, la fotografia scattata mostra una situazione di maggiore fiducia sui mercati. Tuttavia la principale incognita resta quella legata, appunto, alle pensioni, con l’Italiafanalino di coda in Europa nella costruzione di un progetto di reddito integrativo.
Il problema pensioni è certificato dal fatto che solo il 23% è convinto di poter contare su una pensione “classica” sufficiente a fare fronte ai bisogni futuri. La liquidità occupa quasi la metà del portafoglio (49%), anche se molti sanno che sarebbe meglio averne non più del 30%. E ancora: sul fronte obbligazionario gli italiani hanno capito che i governativi non garantiscono più un rendimento, ma il peso dei bond resta il più alto d’Europa (13%).
Fonte: Corriere.it