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BlackRock: ecco i titoli su cui investire in tempi di volatilità

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Blackrock chiarisce dove investire in questa fase di volatilità dei mercati visto che nessuna fase di stagflazione è in vista, come negli anni ’70. Ne è convinto Nigel Bolton, Co-Chief Investment Officer of BlackRock Fundamental Equities che in un’analisi in cui analizza gli effetti della guerra in Ucraina sull’economia e sui mercati, esclude quello che, a detta di molti osservatori, è un rischio concreto per l’economia mondiale.

“I tassi d’interesse inflation-adjusted, a nostro avviso, dovrebbero rimanere negativi nel lungo termine a causa degli alti livelli di debito globale. Eppure, secondo noi, assisteremo a un periodo di politica monetaria più restrittiva, ad un’ inflazione persistente oltre che ad una crescita più lenta” spiega l’esperto, aggiungendo che sul fronte dei mercati la vendita indiscriminata, in risposta alla guerra in Ucraina, ha di fatto reso molte società con solidi fondamentali “disponibili” sul mercato a prezzi interessanti e in tutti i settori.

Su quali titoli investire, in questa fase di volatilità?

Per BlackRock, il più grande gestore patrimoniale del mondo, gli investitori dovrebbero concentrarsi sulle cosiddette aziende “quality”. Si tratta di imprese altamente redditizie, hanno una forte quota di mercato e aumentano costantemente i loro guadagni e flussi di cassa. Queste aziende – dicono da BlackRock – possono assorbire costi più elevati o hanno la capacità anche di trasferire tali costi, il potere di acquistare componenti chiave durante i periodi di stress che impattano la catena di fornitura, di servire i mercati in crescita rimanendo resilienti durante le crisi economiche.

Gli esempi includono:

  • società leader nel mercato dei software,
  • giganti della pubblicità online,
  • potenti società di payment,
  • aziende di semiconduttori che possono stabilire un prezzo alto per il loro prodotto in condizioni di carenza globale.

“Alcune aziende “Quality”, tra quelle da noi selezionate, possiedono”asset leggeri” – possiedono pochi impianti e poche attrezzature. Per queste società, i salari costituiscono i costi principali, quindi prestiamo particolare attenzione all’inflazione salariale. A lungo termine, le aziende di materie prime pesanti potranno dover reinvestire in nuovi impianti e i loro costi saranno maggiori a causa dell’inflazione: dice Bolton.

Società con dividendi alti

Occhi anche alle società che forniscono un crescente reddito da dividendi, storicamente meno volatili rispetto al mercato in generale. Queste ultime risultano particolarmente attraenti,  quando si prevede che i tassi d’interesse inflation-adjusted rimangano negativi.

Tra queste, spiccano

  • le aziende sanitarie con bilanci solidi;
  • tra i titoli finanziari: le compagnie assicurative e le società finanziarie affermate che hanno abbracciato la digitalizzazione per ridurre i costi;
  • società di beni di consumo di base, che dovrebbero sopravvivere bene in una situazione di crisi, poiché la spesa per i beni di prima necessità dovrebbe rimanere la stessa.

Materie prime

Spunti interessanti arrivano anche sul fronte delle energie rinnovabili. “Mentre l’Europa cerca di diversificare il suo approvvigionamento energetico. L’energia e l’elettrificazione rinnovabili necessitano di materie prime. Uno dei metalli industriali, parte integrante del processo, è il rame – e in questo caso vediamo che la domanda a lungo termine rimane robusta.
Le società minerarie di rame sono fondamentali per la transizione net-zero e spesso disponibili a prezzi più convenienti rispetto alle società di energia rinnovabile “pure play” che dipendono dalle materie prime per la crescita. Puntiamo a investire in asset di rame verde – rame che si produce utilizzando fonti di energia rinnovabile” conclude Bolton