Il rialzo del costo del denaro negli Stati Uniti d’America inizia a pesare anche su Blackstone. Nel corso del mese di febbraio il gruppo ha deciso di bloccare i ritiri dal proprio fondo REIT – acronimo di Real Estate Income Trust – il cui valore è pari a circa 71 miliardi di dollari. Adesso Blackstone ha dichiarato default su un’obbligazione coperta da un portafoglio immobiliare, costituita da negozi ed uffici in possesso della società finlandese Sponda Oy.
Stiamo parlando di un’inadempienza complessiva pari a 531 milioni di euro. Il timore maggiore è che questo default possa essere solo e soltanto il preludio ad una serie di situazioni simili. In Europa e negli Stati Uniti, il settore degli immobili commerciali è sotto pressione: a pesare sulle spalle di questo comparto è l’aumento costante dei tassi d’interesse, che dovrebbero servire ad arginare le fiammate dei pressi. Secondo alcune fonti finanziarie, il rischio, ora come ora, è che possano susseguirsi una serie di insolvenze su entrambi i lati dell’Atlantico: una situazione che potrebbe avere delle pesanti ripercussioni sugli istituti di credito.
Blackstone e mercato immobiliare: si aprono nuovi timori
Inizia ad esserci parecchio fermento intorno ad uno delle principali società di investimento a livello internazionale. Blackstone, con la propria inadempienza, è un segnale che non deve essere sottovalutato, anche perché il mercato immobiliare risulta essere colpito da più fronti. Da una parte il mondo del lavoro, almeno da dopo la pandemia, è cambiato: si prevede un utilizzo minore di uffici a causa dello smart working e di altre formule di lavoro agile. Vi è poi il problema della politica monetaria e della sua stabilizzazione, dopo decenni di tassi a zero e non addirittura negativi.
Come altre società, Blackstone non è sicuramente immune a questo problema. La sua esposizione al settore immobiliare rappresenta, almeno potenzialmente, una sorgente di rischio e preoccupazione. Giusto per comprendere cosa stia accadendo, il 1° marzo 2023, Blackstone ha inviato agli investitori una lettera, nella quale spiegava che sarebbe stato impedito a loro di incassare i loro investimenti presso il Breit, che è un maxi fondo d’investimento immobiliare, il quale è stato lanciato da qualche anno.
Questo significa, in estrema sintesi, che i diretti interessati non hanno la possibilità di ritirare i propri risparmi investiti nel fondo, anche se, mese dopo mese, continuano ad aumentare le richieste di rimborso. Nel corso del mese di febbraio, Blackstone ha soddisfatto richieste per 1,41 miliardi di dollari: stiamo parlando di poco più del 35% dei 3,94 miliardi di prelievi che erano stati inoltrati nel corso del mese.
La mancanza di liquidità del settore commerciale statunitense, però, non costituisce un caso isolato. A dimostrarlo è Sponda, un realtor finnico che è stato acquisito nel 2018 direttamente da Blackstone, per un valore pari a 1,8 miliardi di euro. Stiamo parlando di un periodo antecedente alla pandemia, allo scoppio della guerra in Ucraina e della crisi energetica.
A questi tre shock si sono aggiunte delle strozzature nelle filiere produttive su scala globale, andando a creare uno squilibrio tra domanda ed offerta nel mercato immobiliare commerciale.
Cosa sono i Reit
Ma cosa sono i Reit? Come abbiamo visto Reit è l’acronimo di real estate investment trust: sono delle società che finanziano o possiedono dei beni immobiliari, che sono destinati alla locazione in vari seguenti (abitativo, uffici o negozi). Nel nostro paese queste società sono chiamate siiq, acronimo di società di investimento immobiliare quotate, e devono necessariamente soddisfare alcuni requisiti di legge. Quasi sempre i Reit sono quotati presso le principali borse valori e permettono agli investitori di ottenere alcuni vantaggi.
Grazie ai Reit i risparmiatori hanno la possibilità di investire in asset immobiliari nello stesso modo in cui si investe in altri settori. È possibile acquistare azioni di singole società o tramite quote di fondi di investimento o Etf. Gli azionisti dei Reut, in questo modo, hanno la possibilità di beneficiare di una parte dei redditi da locazione generati senza la necessità di acquistare, gestire o finanziare beni immobiliari.