È una minaccia fresca fresca, ma è già la principale per la stabilità economica e finanziaria dell’area euro. Una serie di dazi per 11 miliardi di dollari contro i prodotti europei che l’amministrazione Trump potrebbe imporre presto viene considerato dagli analisti di BNY Mellon come il nuovo rischio numero uno per l’Eurozona. Bruxelles ha già preparato le contromosse, con la Commissione che ha messo nero su bianco un elenco di prodotti Usa che verrebbero colpiti, per un valore pari a circa 20 miliardi di euro (22,6 miliardi di dollari, più del doppio rispetto alla somma ipotizzata da Trump).
Non è quindi la Brexit, non è la battaglia tra Roma e Bruxelles sulle finanze pubbliche italiane e nemmeno la guerra commerciale sino americana. In un clima sempre meno sereno sui mercati finanziari a causa del graduale deterioramento dell’attività economica della regione, si è materializzato un nuovo pericolo imminente. I mercati con la loro reazione hanno dimostrato di essere consapevoli delle tante ramificazioni che comporterebbe.
L’economia va a rilento e come ha sottolineato anche Mario Draghi nell’ultima riunione della Bce, “i rischi sono al ribasso”. La Bce ha tagliato le stime sul Pil 2019 dello 0,6%, portandole all’1,1%. Anche nel 2020 le prospettive sono peggiorate, sebbene la revisione al ribasso sia stata più moderata (all’1,6%). Nel 2021 il Pil è visto in crescita dell’1,5%.
Neil Mellor, Senior Currency Strategist della banca, osserva che nella posizione precaria in cui si trova l’area euro, “non si può permettere di assorbire nuovo shock“. Tuttavia proprio questa possibilità si è concretizzata questa settimana.
Mercati temono rischi di dazi Usa in Europa
Dopo che Donald Trump ha avvertito circa la possibilità di imporre dazi su 11 miliardi di euro di prodotti europei importati in America, tra cui auto, vino e olio d’oliva, i future sul Dow e il dollaro sono stati messi sotto pressione. Sarebbe a risposta di Washington a quelli che ritiene “aiuti ingiusti” ai velivoli di Airbus, concorrente europea di Boeing.
“Da tanti anni l’UE ha tratto dei vantaggi nel fare affari commerciali con gli Stati Uniti”, ha avvertito l’istrionico presidente Usa. Il giorno dopo gli stessi strumenti finanziari sopra citati sono stati messi sotto pressione, ancora per via delle intimidazioni di Trump alla Germania e agli stati membri del blocco della moneta unica. L’UE ha già fatto sapere che è pronta a vendicarsi con dazi per 20 miliardi di euro.
Mercoledì scorso Draghi ha fatto allusione a una serie di dati deboli in Eurozona. E il deterioramento del sentiment si è accentuato dopo che il presidente della Bce ha definito la minaccia di nuovi dazi da parte di Trump “un altro duro colpo alla fiducia” e “senza dubbio uno dei motivi alla radice della debolezza generale” nella regione.
Da mesi il focus dei mercati era sulle vicissitudini e incertezze legate alla Brexit e anche sulla disputa commerciale sino americana. Ma forse il vero rischio in questo momento, dice Mellor, è “la crescente minaccia di una guerra commerciale tra Unione Europea e Stati Uniti, che si sta materializzando davanti ai nostri occhi proprio in un momento poco propizio, visto il rallentamento dell’economia dell’area euro, che “quasi versa in condizioni di recessive”.