E’ fermo da metà marzo dopo i due disastri in Etiopia e in Indonesia il Boeing 737 Max ma potrebbe tornare a solcare i cieli di mezzo mondo con un nuovo nome.
Questo quanto emerge dal gruppo Iag, holding che unisce British Airways, Iberia, Aer Lingus, Vueling e Level e che durante il Salone dell’aeronautica di Le Bourget, alle porte di Parigi, ha comunicato di aver firmato una lettera di intenti per ordinare fino a 200 Boeing 737. Nella comunicazione ufficiale il «Max» viene omesso.
“Il nostro primo obiettivo è il ritorno in sicurezza del Max e la fiducia delle compagnie aeree e dei passeggeri”, ha spiegato un portavoce di Boeing a Reuters escludendo però cambi di nome.
Siamo aperti a ogni tipo di suggerimento dai nostri clienti e da altre parti interessate, ma non abbiamo in mente allo stato attuale di cambiare il nome al 737 Max.
Tuttavia a suggerire una modifica del nome ad aprile scorso era stato il presidente degli Stati Uniti Donald Trump. Intanto sui disastri aerei che hanno causato la morte di centinaia di persone è l’amministratore delegato della Boeing, Dennis Muilenburg, a fare mea culpa.
“È stato un errore come abbiamo gestito il sistema di avviso in cabina nei 737 Max”, ha detto il CEO di Boeing riferendosi al fatto che l’azienda non aveva comunicato con chiarezza la scoperta del malfunzionamento del sistema che corregge automaticamente l’assetto di volo.
Ci sarà maggior trasparenza. Stiamo lavorando per riportare il velivolo nei cieli (…) sono molto fiducioso che non ci saranno altri incidenti”.