ROMA (WSI)- I voucher lavoro? Finora non hanno contribuito a fare emergere il lavoro nero. A dirlo il presidente dell’Inps Tito Boeri in audizione alla Commissione lavoro alla Camera in merito alle proposte di modifica sulla disciplina del lavoro accessorio pagato proprio con i buoni lavoro.
Il numero uno dell’istituto di previdenza sociale, numeri alla mano, ha messo in evidenza come il problema dei voucher Inps non è l’uso ma l’abuso, rivelando al contempo come oltre l’80% delle aziende che vi fanno ricorso sono quelle piccole che contano fino a 9 dipendenti. Ma tra i maggiori utilizzatori troviamo organizzazioni sindacali e cooperative.
Sono 36 infatti i sindacati che hanno usato oltre 279mila voucher lavoro, e 408 le società coop e mutue assicuratrici che hanno usato oltre 2 milioni di buoni. Come scoraggiarne l’abuso? La ricetta di Boeri è semplice: rivisitare i controlli e limitare le giornate di lavoro e non tanto ridurre il numero dei voucher usati e il reddito che ne deriva.
Altro aspetto messo in rilievo dal presidente Tito Boeri è il fatto che l’uso dei voucher Inps non ha soddisfatto tutti gli obiettivi per cui è stato ideato, in primis contrastare il lavoro nero.
“L’obiettivo di contrastare il lavoro nero non è stato conseguito se non in modo marginale (…) si tratterebbe di una goccia nel mare. Nel Lazio ad esempio secondo l’Istat è presente il 12% del lavoro nero ma è venduto soltanto il 4% dei voucher. Ai lavoratori dell’agricoltura, uno dei settori a cui i buoni lavoro erano maggiormente utilizzati, vengono venduti il 2% dei voucher, a fronte di un lavoro nero nel settore stimato al 10%. Piuttosto sembra che i voucher, utilizzati a fronte di più ore di lavoro effettuate, abbiano “coperto lavoro nero“.
Nel corso dell’audizione Boeri ha diffuso anche gli ultimi dati disponibili sui voucher per cui nel mese di gennaio 2017 sono stati venduti poco meno di 9 milioni, in leggero aumento rispetto al gennaio dello scorso anno, quando ne erano stati venduti 8,5 milioni, ma in calo rispetto alla media di tutto il 2016. Una frenata dovuta all’entrata in vigore di nuove regole sulla tracciabilità, che da pochi mesi hanno reso obbligatorio comunicare preventivamente proprio all’Inps l’uso dei buoni.