ROMA (WSI) – Lo stop all’aumento dell’età pensionabile per l’adeguamento alla speranza di vita dal 2019 non piace al presidente dell’Inps Tito Boeri che definisce il blocco pericolosissimo e ricorda al governo e ai sindacarti che se non si alzerà l’asticella dell’età pensionabile a 70 anni, i conti dell’Inps rischiano di saltare.
Nel corso di una lunga intervista a Il Sole 24 ore, il numero uno dell’istituto nazionale di previdenza sociale sottolinea come la cifra da spendere per lo stop ammonta a circa 141 miliardi da qui al 2035 contro 1,2 miliardi ipotizzati qualche giorno fa da fonti vicine al dossier previdenziale oggetto del tavolo di confronto tra governo e sindacati nelle ultime settimane.
Sono 141 miliardi di spesa in più che, secondo Boeri, si tradurranno in un aumento del debito pensionistico implicito italiano, “dato che l’uscita prima del previsto non verrebbe compensata, se non in minima parte, da riduzioni dell’importo delle pensioni”.
Un tale esborso maggiore del genere sarebbe deleterio, tenuto conto che nel 2017 la spesa per previdenza e assistenza è stimata al 20,2% del Pil. Se si aggiunge quella sanitaria, si raggiunge il 23%: si tratta di risorse destinate alla popolazione anziana, mentre “l’Istat ci ha ricordato che abbiamo 2,5 milioni di giovani con meno di 35 anni in povertà”.
“È pericolosissimo toccare ora questo meccanismo. Sia guardando in avanti, sia all’indietro. Pensiamo alle generazioni che hanno già vissuto questi adeguamenti, per esempio con l’aumento di 4 mesi scattato nel 2016 o prima ancora di 3 mesi scattato nel 2013. C’è chi, per esempio, ha preso l‘opzione donna con l’aspettativa che ci sarebbe stato l’aumento dei requisiti del 2019 e ha subito una penalizzazione. Ora tutti questi pensionati si troverebbero improvvisamente di fronte a una situazione che cambia. Mi aspetto che si organizzino per reclamare (…) da vedere poi come i mercati accoglierebbero lo smantellamento di una riforma, quella del 1996, che abbiamo venduto in tutto il mondo come sostenibile perché basata su adeguamenti automatici alla longevità. Senza QE sarebbe legittimo aspettarsi effetti rilevanti sul costo del debito pubblico“.
Infine Boeri sottolinea come chi dice che l’Italia ha i requisiti di pensionamento più alti d’Europa dice una bugia.
“Non è vero. Bisogna guardare all’età effettiva di pensionamento, che in Italia è più bassa che in Germania e della media europea. I dati 2014 lo dimostrano: da noi si va in pensione appena sopra ai 62 anni, mentre in Germania a 65 anni”.