Mercati

BOJ: stop all’era dei tassi negativi. Primo rialzo dopo 17 anni

Come ampiamente previsto da mercato, la Banca del Giappone ha messo la parola fine, dopo otto anni, ai tassi negativi, alzando per la prima volta il costo del denaro dal 2007. Il tasso a breve termine è stato aumentato da -0,1% a un intervallo compreso tra 0 e 0,1%.

Positiva la reazione della Borsa: a fine seduta l’indice Nikkei ha messo a segno un guadagno dello 0,66% riagganciando i 40.003,60 punti. Bene anche il più ampio indice Topix, che ha terminato con un guadagno dell’1,06% a 2.750,97 punti. Debole lo yen sotto pressione con l’euro che sale a 163 yen e il dollaro a 159,04.

Politica monetaria resta ampiamente espansiva

Pur essendo il primo rialzo dei tassi di interesse in Giappone in 17 anni, la mossa mantiene ancora i tassi intorno allo zero, poiché la fragile ripresa economica costringerà la banca centrale a rallentare qualsiasi ulteriore aumento dei costi di prestito, secondo gli analisti.Questo cambiamento fa del Giappone l’ultima banca centrale ad abbandonare i tassi negativi e pone fine a un’epoca in cui i policymaker di tutto il mondo hanno cercato di sostenere la crescita attraverso denaro a basso costo e strumenti monetari non convenzionali.
“Siamo tornati a una normale politica monetaria mirata ai tassi di interesse a breve termine, come altre banche centrali”, ha dichiarato il governatore Kazuo Ueda in una conferenza stampa dopo la decisione. “Sceglieremo il livello appropriato dei tassi a breve termine in linea con le nostre prospettive economiche e di prezzo”.

La BOJ ha compiuto oggi il suo primo, timido passo verso la normalizzazione delle politiche”, ha dichiarato Frederic Neumann, capo economista per l’Asia presso la HSBC di Hong Kong. “L’eliminazione dei tassi di interesse negativi, in particolare, segnala la fiducia della BOJ nel fatto che il Giappone sia uscito dalla morsa della deflazione”.

Commentando la mossa odierna, Gurpreet Gill, Macro Strategist, Fixed Income and Liquidity Solutions di Goldman Sachs Asset Management, ha spiegato:

“Il rialzo dei tassi di oggi, il primo dal 2007 e la fine del controllo della curva dei rendimenti, segna la fine di un regime di politica non convenzionale. La forte crescita dei salari, insieme all’inflazione core al di sopra del 2% dalla fine del 2022, hanno aiutato la Bank of Japan ad acquistare fiducia nel circolo virtuoso tra salari e inflazione. La reazione misurata da parte dei mercati potrebbe essere spiegata dalla probabile convinzione che la BoJ adotterà un approccio “una tantum”. Prevediamo ulteriori rialzi dei tassi, seppur limitati, considerando che i tassi reali in Giappone rimangono bassi e le condizioni finanziarie sono poco rigide rispetto allo scenario dell’inflazione.”

Stop a controllo curva di rendimenti

La BoJ ha annunciato anche il progressivo abbandono del controllo della curva dei rendimenti (YCC -Yield Curve Control) dei titoli di stato giapponesi con scadenza a 10 anni, adottato nel 2016 assieme alla formula dei tassi negativi, e l’interruzione dell’interruzione degli acquisti massicci di attività rischiose come i fondi negoziati di investimento (Etf). Annunciata inoltre la riduzione graduale degli acquisti di corporate bond, destinati a essere interrotti nell’arco di un anno.

Settimana delle banche centrali

Ma quello della BOJ è solo il primo appuntamento di una settimana all’insegna delle banca centrali. Domani sera i fari saranno accesi sulla FED: stando alle attese prevalenti, non ci si attende alcuna novità sul fronte dei tassi di interesse, solo la constatazione che l’inflazione continua a raffreddarsi e che potrebbe essere giunto il tempo di un taglio dei tassi di interesse, ma senza fretta.

Secondo gli analisti non sono attese decisioni prima di giugno, ma solo la conferma della volontà di procedere con una “normalizzazione” della politica monetaria e di un approccio legato ai dati in uscita.

Giovedì sarà poi la volta della Bank of England. La banca centrale britannica dovrebbe, stando alle previsioni, mantenere ancora invariati i tassi di interesse per la quinta volta consecutiva, allineandosi alle decisioni e della BCE e della Fed, alla ricerca di segnali più chiari su salari e inflazione. I mercati al momento non anticipano alcuna mossa sui tassi prima del mese di agosto e poi al massimo altri due tagli entro la fine dell’anno.