ROMA (WSI) – I mercati finanziari mondiali starebbero creando una “bolla del carbonio” sopravvalutando gli attivi in combustibili fossili di molte grandi aziende: petrolio e gas naturale che i cambiamenti climatici renderebbero impossibili da estrarre.
Come spiega il sito della Bbc, una commissione parlamentare britannica ha esaminato gli impegni assunti da numerosi Paesi, fra cui la stessa Gran Bretgana, in materia di limitazione delle emissioni: ciò significherebbe che fra il 60% e l’80% delle riserve conosciute dovrebbe rimanere non sfruttata per evitare ulteriori destabilizzazioni climatiche.
Tuttavia la sopravvalutazione di numerose compagnie che deriverebbe da questo problema (asset che di fatto diventerebbero inutilizzabili) rischia di provocare una crisi finanziaria, tanto piĂą che non poche aziende del settore continuano ad investire risorse nella prospezione di nuove riserve.
A titolo di esempio, il grado di esposizione del fondi pensione britannici al “rischio carbonio” è superiore a quello del settore bancario. (TMNEWS)