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Bolloré spaventa Berlusconi: dopo il Milan addio a controllo Mediaset?

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Una guerra senza esclusione di colpi tra Vincent Bolloré e Silvio Berlusconi; o, anche, una scalata ostile da parte della Francia sull’Italia. In diversi modi può essere interpretato quello che sta accadendo in queste ore all’azionariato di Mediaset, la società controllata dalla famiglia Berlusconi. Il grande protagonista che ha fatto il nuovo raid sulla finanza italiana è lo stesso che, con la sua Vivendi, ha già una partecipazione in Telecom, ovvero Vincent Bolloré. E una è sicura: non ha nessuna intenzione di mollare l’osso. Nel commentare lo scontro Mediaset-Vivendi, nella sua Lex Column il Financial Times scrive che “Vivendi ha ripreso la palla”, facendo notare come Bolloré si trovi in una posizione di forza.

Il titolo Mediaset ha ceduto infatti il 30% in Borsa dopo il voltafaccia del finanziario bretone di luglio (riguardo alla vicenda dell’accordo saltato per l’acquisizione di Mediaset Premium). E comunque, per il quotidiano britannico ‘il gioco di Bolloré è troppo veloce per il suo più anziano avversario” che, dopo il Milan, ora potrebbe perdere anche il controllo di Mediaset.

Così Bloomberg descrive Bolloré:

“Gli azionisti di Vivendi hanno imparato una lezione da quando è iniziato il regno di Vincent Bolloré: il presidente e maggiore azionista (del colosso francese Vivendi) fa quello che vuole” e “prende quello che vuole. Così come Telecom Italia e Ubisoft Entertainment possono attestare, il miliardario bretone ama acquistare azioni per assumere lentamente il controllo della tua società, che ti piaccia o meno“. Con Vivendi – di cui è azionista di maggioranza con una quota del 20,4% – Bolloré detiene una partecipazione in Telecom Italia del 24,9%, praticamente poco al di sotto della soglia del 25% che lo costringerebbe a lanciare un’Opa.

L’obiettivo finale di Bolloré potrebbe essere, continua l’articolo di Bloomberg, quello di realizzare una fusione tra Telecom Italia e Mediaset, in stile AT&T-Time Warner, oppure fare semplicemente in modo che le due aziende lavorino insieme.

E’ da mesi che il nome Bolloré circola nei corridoi di Mediaset. L’ultimo scontro tra la famiglia Berlusconi e Vivendi, mai rientrato dal momento che c’è anche una causa in corso, è avvenuto nel momento in cui Vivendi ha deciso che stava pagando una somma troppo alta per la pay-TV Premium di Mediaset. E quindi ha deciso unilateralmente di stralciare l’accordo, in base a cui Vivendi avrebbe acquistato una partecipazione del 3,5% in Mediaset in cambio dell’acquisto di Mediaset Premium, per un valore di 880 milioni di euro circa.

Bolloré si è defilato a luglio, scatenando l’ira della famiglia Berlusconi, che ha chiesto un risarcimento danni per violazione del contratto per un valore di almeno 1,5 miliardi di euro, più una somma stimata a 50 milioni di euro al mese – causa il calo del titolo – per ogni mese del ritardo dell’accordo, a partire dal 25 luglio scorso.

Vivendi è tornata ora con un blitz, e senza bussare alla porta di Fininvest – holding della famiglia dell’ex premier Silvio Berlusconi che controlla Mediaset – ha reso noto nella giornata di ieri di aver acquistato una quota del 3,01% del gruppo preannunciando di voler arrivare a una quota compresa tra il 10% e il 20%.

Tutto questo è avvenuto senza informare Fininvest. E mentre la famiglia Berlusconi si metteva al riparo per difendersi dall’assalto di Vivendi, dopo poche ore il finanziere bretone dichiarava tranquillamente nella serata di ieri di essere già in possesso di una partecipazione superiore al 12%.

Immediata la reazione di Fininvest, che ha comunicato di aver portato la partecipazione in Mediaset al 39,775% del capitale avente diritto di voto, acquistando azioni pari al 3,5% dell’intero capitale sociale. Il risultato è che la quota di Fininvest sull’intero capitale sociale è adesso pari al 38,266%.

Allo stesso tempo, sempre nella giornata di ieri, Fininvest ha presentato alla Procura della Repubblica di Milano e per conoscenza alla Consob una denuncia per manipolazione del mercato nei confronti di Vivendi. E la Consob stessa ha reso noto che osserverà con grande attenzione i movimenti del titolo a Piazza Affari.

Bolloré è da tempo arroccato nei palazzi della finanza italiana. E’ secondo azionista di Mediobanca, con una quota dell’8%.

E intanto il boom del titolo Mediaset prosegue anche oggi: le quotazioni salgono fino a +9% circa a 3,90 euro, sulla scia di forti volumi che, a due ore circa dall’inizio della sessione a Piazza Affari erano pari a 43 milioni di pezzi scambiati, per un valore del 3,7% del capitale. Le quotazioni testano il record dallo scorso 23 giugno, e la capitalizzazione di mercato balza a 4,6 miliardi di euro. Ieri, il boom degli acquisti è stato il più forte da quando Mediaset è sbarcata a Piazza Affari nel 1996, pari a +32%.

Il dossier Mediaset finisce subito, insieme a quelli MPS e UniCredit, sul tavolo del governo appena formato di Paolo Gentiloni, e, secondo indiscrezioni riportate da La Repubblica, Silvio Berlusconi avrebbe già allertato i suoi di Forza Italia, chiedendo loro di smorzare i toni con l’esecutivo. D’altronde ieri le parole di Gentiloni sono apparse come un assist a favore di Mediaset nel momento in cui ha detto che “l’Italia è un’economia forte, non aperta a scorribande”.

Così scrive Ettore Livini per la Repubblica:

“Casa Berlusconi ha del resto di fronte un bivio decisivo: da una parte c’è l’ipotesi di metter mano al portafoglio per difendere Mediaset. Come già è stato fatto ieri spendendo 140 milioni per arrotondare la partecipazione al 38,2%. Dall’altra c’è la possibilità di seppellire l’ascia di guerra e venire a patti con Bollorè per creare quel ‘polo di media e produzione’ che aveva convinto i due ex-partner a firmare l’intesa su Premium. Un’ “accozzaglia” in cui potrebbero confluire Telecom Italia, Canal Plus e forse pure Orange. Il ruolo di Fininvest in questa partita però – per una banale questione di numeri – sarebbe di Serie B. I Berlusconi rischierebbero di essere ridimensionati a soci finanziari con il contentino, al limite, di uno strapuntino per Piersilvio. Due scenari diametralmente opposti che – come ovvio – richiedono unità in famiglia”.

Intanto il caso Mediaset-Vivendi fa tornare alla ribalta le antiche e mai sopite rivalità Italia-Francia. E su Twitter non mancano i commenti o presagi funesti, mentre la questione approda anche alla politica.