Quello dei Bond governativi americani è un mercato ribassista ma in ibernazione e c’è da aspettarsi un livello dei rendimenti obbligazionari del 2,8-3,25% sulla scadenza decennale. Per un vero mercato ribassista bisognerà aspettare almeno il 2019. Lo sostiene Bill Gross, portfolio manager di Janus Henderson Investors, secondo cui è il risultato della montagna di debito emesso dal Tesoro con le aste di quest’anno.
In un’intervista concessa a Bloomberg, Gross – ex CEO di PIMCO – ha espresso l’opinione secondo la quale le politiche monetarie più aggressive della Federal Reserve e un aumento dell’offerta di titoli di Stato Usa continueranno a mettere sotto pressione i prezzi dei Treasuries. Gross giustifica in questo modo il suo cambio di opinione, in cui ammette di fatto di essersi sbagliato con le sue previsioni.
L’entusiasmo nel mercato dei Treasuries appartiene ormai al passato, secondo Gross, ma i rendimenti non si discosteranno molto dalle posizioni attuali. Se così fosse, sarebbero guai per quei tanti speculatori ribassisti che hanno già aperto un numero di posizioni short da record (vedi grafico sotto).
A ottobre dell’anno scorso la Fed ha interrotto il programma di acquisto di Bond da 4.500 miliardi di dollari e ha iniziato un ciclo di rialzo dei tassi che, viste le condizioni economiche in miglioramento e il graduale surriscaldarsi dell’inflazione, potrebbe accelerare con il passare dei mesi.
Se ci si basa sull’andamento dei future sui Fed Funds, si scopre che il mercato dà al 50% le possibilità di quattro strette monetarie nel 2018. Altri due o tre rialzi dei tassi guida sono da mettere in conto nel corso dell’anno. Nella riunione dei primi di maggio Jerome Powell e colleghi hanno deciso di mantenere invariato il costo del denaro dopo il rialzo di marzo.
Bond, “orsi svegli, ma non stanno ancora ringhiando”
Le stime dei mercati sono per un livello del 2-2,5% entro fine anno. Anche se l’inflazione si è avvicinata all’obiettivo del 2%, nella riunione di mercoledì 2 maggio la Fed ha fatto sapere che si tratta di una misura “simmetrica”. La scelta delle parole utilizzate fa pensare agli analisti che se i prezzi al consumo dovessero oltrepassare la soglia, la Fed non reagirà in modo eccessivo.
Sui mercati il rendimento del titolo decennale di riferimento scambia poco sotto il 3% dopo aver superato la soglia spartiacque in aprile. Il superamento di quella barriera, per la prima volta da gennaio 2014, ha segnalato l’inizio di una fase ribassista o per lo meno l’interruzione di una fase rialzista che si protraeva da ormai una decina di anni.
“In termini di tono moderatamente ribassista per i Bond americani, l’offerta di debito del Tesoro è un fattore che si va ad aggiungere a quello che la Fed potrebbe fare”, ha spiegato Gross all’agenzia stampa, aggiungendo che ci troviamo in “un mercato ribassista in ibernazione, il che significa che gli orsi sono svegli ma non stanno ancora ringhiando sul serio”.
Intanto si registra un appiattimento della curva, con il tasso della scadenza biennale che sfiora il 2,5%, un andamento che minaccia anche di soffiare investimenti al mercato azionario.