NEW YORK (WSI) – Investitori globali stanchi dei Treasuries Usa a lungo termine? Gli analisti sono divisi, ma sicuramente l’esito dell’asta della vigilia non è stato affatto stellare.
Il Tesoro americano ha collocato bond a 30 anni, per un valore di $16 miliardi, a un tasso in rialzo al 3,44%, vista l’accoglienza tiepida del mercato.
Il bid to cover si è attestato a 2,09, minimo dall’agosto del 2011, contro la media delle ultime 10 aste, a 2,36. Detto questo, seppur in rialzo, i tassi trentennali si sono confermati ai minimi dal giugno del 2013.
Dopo l’asta, i rendimenti sul mercato secondario sono saliti +0,6% dal 3,38% a un valore poco al di sotto del 3,44%.
I compratori diretti – ovvero quelli che acquistano direttamente dalla Fed, incluse le banche centrali estere – sono aumentati soltanto +8,4%, al tasso più debole dal marzo del 2013 e al di sotto della media del 17%.
“L’assenza di offerenti diretti indica che i bond a lungo termine sono a livelli troppo elevati, e potrebbero dunque attraversare una fase di consolidamento”, ha commentato in una intervista a Cnbc Ian Lyngen, senior strategist dei Treasuries presso CRT Capital.
Adrian Miller, dirigente della divisione di strategia di reddito fisso presso GMP Securities, ritiene che i tassi dei bond a 30 anni abbiano già testato il minimo dell’anno, lo scorso 2 maggio, al 3,37% e che dunque siano destinati a salire.
“Se non nel caso di uno shock, sarei sorpreso di vedere tassi in ribasso rispetto a quel livello”, ha detto.