Il fatto che l’Europa abbia lasciato sola l’Italia nella gestione dell’emergenza migranti è colpa nostra. È l’ex ministro degli Esteri del governo Letta, Emma Bonino, a rivelarlo, in un’intervista rilasciata al Giornale di Brescia che sta facendo il giro dei media in Italia.
“Nel 2014 e 2016 abbiamo chiesto che gli sbarchi avvenissero tutti quanti in Italia, l’abbiamo chiesto noi. L’accordo l’abbiamo fatto noi, violando peraltro Dublino“…
Se fosse andata veramente così allora sarebbe il governo italiano che dovrebbe assumersi le proprie responsabilità anziché accusare l’Europa di egoismo. Perché poi, viene naturale chiedersi, per tre anni è stata tenuta nascosta l’intesa? Questo non è ben chiaro, ma si può ipotizzare che il motivo sia semplicemente che chi l’aveva stretta era consapevole dell’errore commesso.
All’inizio, spiega sempre Bonino, rappresentante dei Radicali, “non ci siamo resi conto che era un problema strutturale e non di una sola estate. E ci siamo fatti male da soli“, ha confessato l’ex ministra degli Esteri parlando di un accordo volto a lasciare che fosse l’Italia a coordinare ole operazioni.
“Disfare questo accordo adesso è piuttosto complicato“, ha aggiunto la rappresentante del partito dei Radicali, ed è inutile pertanto che l’Italia si lamenti con le autorità europee.
“Badate che io non apprezzo per niente l’atteggiamento spagnolo né quello francese é quello di altri. Non lo apprezzo per niente salvo che un po’ ci siamo legati i piedi e un po’ francamente abbiamo sottovalutato la situazione e non credo che la settimana prossima arriveremmo ad una soluzione”.
“Infine – ha chiosato Bonino – fattemi dire una cosa, proprio in questa vostra assemblea; io non credo che gli italiani sono più razzisti di altri o più razzisti dei giordani o più razzisti di…, penso che gli italiani quello non sopportano è il disordine e la mala integrazione. Quello che non sopportano, la gente sbattuta nei CIE, oppure che non può lavorare, oppure che… Perché i 7 milioni – un po’ di più – di immigrati regolari che sono l’8% della popolazione, producono l’8% del Pil, pagano le tasse e fanno i lavori che gli italiani non vogliono più fare, nell’agricoltura, nelle costruzioni, nell’aiuto domestico, etc; quelli non credo che suscitino, a parte qualche forsennato, degli elementi di respingimento”.
“Quelli integrati, quelli che seguono le leggi – manco tutti gli italiani seguono le leggi, se mi è permesso dire, ma comunque non fa niente – io penso che chiunque passa in Italia, che sia un pellerossa, un turista, un immigrato o un italiano giusto appunto, deve applicare e rispettare le leggi. Io credo che quello che dà questo senso di paura, di ansia è questo esercito, che ci stiamo creando da soli, di clandestini che sono in Italia più o meno 500 mila”.
Prima del 2014 le operazioni di soccorso venivano eseguite dalla missione Mare Nostrum, avviata dalle autorità italiane nel 2013 e conclusasi il 31 ottobre 2014. L’operazione militare umanitaria è durata solo un anno ma viene citata spesso come un esempio di successo nelle operazioni di salvataggio e lotta contro i trafficanti di esseri umani, nonostante le accuse ricevute da alcuni partiti di aiutare gli scafisti. Da quel momento in avanti è stata l’agenzia di sicurezza europea Frontex a coordinare l’impegno europeo.
È stato così che è partita la missione Frontex Plus, poi ribattezzata Triton, finanziata dall’Unione Europea, a cui costa 2,9 milioni di euro, e che ha mezzi inferiori rispetto alla precedente Mare Nostrum. La nuova operazione, che è stata avviata dal governo Renzi di comune accordo con altri Stati membri dell’Ue, ha preso il via nel novembre del 2014, rimpiazzando anche le preesistenti missioni di Frontex, Aeneas e Hermes.