Circa un milione e mezzo d’italiani saranno costretti a restituire il bonus da 80 euro mensili che avevano percepito in busta paga, alcuni perché hanno guadagnato troppo, mentre altri troppo poco. Secondo l’analisi dello Studio Cataldi in quest’ultima categoria rientrano 341mila contribuenti incapienti con reddito inferiore a 8mila euro, ora dovranno restituire quanto ricevuto, peraltro senza la possibilità di dilazionare i pagamenti. Sembra paradossale che si debba restituire la cifra perché non si guadagna abbastanza, visto l’obiettivo di stimolo ai consumi sottostante alla misura renziana.
All’origine del disguido ci sono i rigidi parametri per accedere al contributo, in vigore dal 2014: il reddito del lavoratore dipendente deve essere compreso fra gli 8 e i 26mila euro annui; dalla sua introduzione gli aventi diritto al bonus, però, potrebbero aver mutato le proprie entrate, in alcuni casi (la maggioranza fortunatamente) verso l’alto, in altri verso il basso. Così nel corso del 2015 i lavoratori si sono ritrovati un contributo al quale non avevano diritto, anche se è stato possibile rendersene conto, in molti casi, solo all’atto della dichiarazione dei redditi. Allo stesso tempo alcuni contribuenti, un tempo fuori dai requisiti per il bonus, se lo sono visti riconoscere per le medesime variazioni di reddito sperimentate l’anno scorso.
Per il 2016 sarà conveniente giocare d’anticipo se si prevede di non rientrare nelle maglie del bonus: “Per i contribuenti che stanno percependo il bonus e ritengono, già da ora, che non rientreranno nel limite previsto nell’anno di imposta 2016”, scrive lo Studio Cataldi, “è possibile comunicare al Fisco la rinuncia al bonus Renzi di 80 euro tramite il sito dell’Inps”.
Fonte: Studio Cataldi