Nemmeno qualche ora dall’avvio della piattaforma istituzionale e già il bonus trasporti non è più disponibile. A metà mattinata tutto il fondo avanzato di 2 milioni di euro è stato già trasformato in voucher del valore massimo di 60 euro. Un successo che in realtà ha ben poco di positivo. A luglio i servizi di trasporto pubblico hanno dovuto provvedere all’innalzamento delle tariffe: l’ennesimo rincaro per gli italiani.
Da qui l’urgenza del Governo di provvedere al rifinanziamento della misura introdotta anni prima dai precedenti governi, con tanto di data “ufficiale” per richiedere il bonus trasporti di nuovo. Ma se nel 2022 la misura era sostanzialmente in linea con le tariffe, oggi rischia di non essere più che una panacea per studenti, lavoratori e pensionati. Soprattutto per quelli che hanno difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
Bonus trasporti, risorse esaurite in meno di un’ora
A partire da oggi, 1° settembre 2023, è possibile fare richiesta del bonus trasporti, la misura da 60 euro per acquistare biglietti o abbonamenti per i mezzi pubblici. O meglio, lo era fino a stamattina, quando il servizio ha segnalato l’impossibilità di procedere con la richiesta “per il momentaneo esaurimento della dotazione finanziaria“, ovvero quella prevista dal Decreto Legge n. 5 del 14 gennaio 2023. E questo in meno di un’ora. L’avvio era a partire dalle 8 di mattina, ma poco dopo le 9 si registravano code per più di 500mila utenti. Un vero e proprio click day. E alla fine, alle 9:09, arriva il messaggio dalla piattaforma della pagina istituzionale.
Per quanto possa sembrare incredibile, non è la prima volta che un servizio pubblico si ritrovi con code chilometriche (almeno a livello virtuale). In passato, anche sussidi emergenziali come il bonus 200 euro era stato colpito da un click day, così come il bonus biciclette nel 2020 e il bonus psicologo nel 2022. Lo stesso bonus trasporti nell’ultimo anno aveva già subìto un click day, come accaduto il 17 aprile 2023. La linea rossa che accomuna tutti questi incentivi è sempre la stessa: un’enorme platea di richiedenti, ma risorse molto contenute. Nel caso del bonus trasporti, la platea di riferimento era stimata attorno ai 22,7 milioni di persone, ovvero tutte coloro che avevano meno di 20.000 euro di reddito dichiarato. Ed è andato a poco più di 33mila richiedenti. Chi è rimasto fuori dovrà aspettare il prossimo via.
Quando si potrà richiedere il bonus trasporti
La richiesta per il prossimo bonus trasporti non è troppo distante. Lo stesso avviso istituzionale segnala che “[…] Sarà possibile effettuare un nuovo tentativo di richiesta a partire dalle ore 8.00 del 1° ottobre 2023 per usufruire degli eventuali residui generati dal mancato utilizzo di bonus richiesti nel mese di settembre 2023“. In pratica una data ufficiosa, visto che il bonus trasporti di ottobre non sarà sostenuto al momento da nessun nuovo finanziamento, ma dal residuo di settembre, nella speranza che qualcuno dei beneficiari non lo utilizzi nel corso nel mese.
Una speranza che si scontrerebbe con quanto riportato da Altroconsumo, ovvero di un successo del bonus al punto che i fondi annuali stanziati dal Governo Meloni (circa 100 milioni di euro) si sono esauriti al 20 agosto, con ben 4 mesi scoperti. Per questo il fondo di settembre era così scarno: era quanto avanzato e riunito tra richieste abortite e voucher non utilizzati. La stessa piattaforma aveva segnalato il fatto che il rischio di un click day per il 1° settembre era più che assicurato, con probabili disservizi sulla piattaforma ministeriale. Infatti la scelta di rimettere in gioco il bonus trasporti a inizio settembre non è stata molto felice, anche se buona parte della colpa è da attribuire alla difficile congiuntura economica in cui si trova l’Italia.
Caro biglietti mette alle strette il Governo nel rifinanziarlo
Dal 1° di luglio, come ogni anno, i servizi di trasporto pubblico hanno dovuto rimodulare le proprie tariffe a causa dell’inflazione registrata nel corso dell’anno, oltre che del persistente caro benzina. Il risultato è un rincaro generico che va dal 3% all’10% a seconda della regione. A titolo d’esempio, come riporta il Giorno, in Lombardia era previsto un aumento del 4% dei biglietti di treni, bus e metro, mentre in Toscana il prezzo del biglietto ordinario è passato da 1,50 a 1,70 euro, e da 2,50 a 3 euro se acquistato a bordo. Senza contare gli abbonamenti, con rincari anche del 12% per quelli mensili e annuali. Sono spese che diventano sempre più pesanti per le famiglie a basso reddito, da qui il sempre maggior successo del bonus trasporti, anche se il risparmio si è ridotto.
Molti che non l’hanno ottenuto oggi attenderanno il 1° ottobre, ma potrebbe essere un’attesa vana. Senza un finanziamento importante, almeno per coprire i prossimi 3 mesi, molti dovranno pagare il prezzo pieno se non saranno tra i fortunati che si contenderanno le risorse residue. Dal PD, nella figura di Antonio Misiani, responsabile Infrastrutture della Segreteria, arriva la proposta di utilizzare “parte dell’extra gettito derivante dal caro carburante e rifinanziare subito il bonus trasporti“, come riporta il Sole24Ore. Ma quel gettito è già destinato, così come quello della controversa tassa sugli extraprofitti, per finanziare un altro bonus a supporto degli automobilisti, il bonus 150 euro.