NEW YORK (WSI) – Wall Street pronta a concludere un anno record. Il Dow Jones ha riportato alla vigilia il 51esimo record di chiusura dell’anno, e conclude il 2013 con un guadagno superiore a +26%. S&P +29%, è il balzo più forte su base annua dal 1997.
I mercati europei hanno chiuso la giornata di contrattazioni in anticipo; Piazza Affari è rimasta chiusa. L’indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 Index è salito di quasi +18% nel 2013.
In Asia, lo Shanghai Composite ha terminato le contrattazioni con un calo su base annua di quasi -7%, confermandosi tra i peggiori indici del mondo, a fronte del sorprendente rally della Borsa di Tokyo, che ha visto il Nikkei salire di quasi +57% nel 2013.
La borsa che però si aggiudica la palma d’oro nel 2013 non è Tokyo, ma l’indice IBC del Venezuela, che ha registrato +480%, dopo +303% del 2012 e +79% nel 2011. Ad alimentare la corsa, gli acquisti sui titoli finanziari, con i titoli Mercantil Servicios Financieros e Banco Nacional de Credito che sono saliti rispettivamente +593% e +921%; di nuovo, mercati slegati dalla solidità dei fondamentali.
E’ allarme inflazione in Venezuela, con un tasso balzato al 56,2% quest’anno, secondo le stesse stime del governo.
Tra gli asset “perdenti” del 2013, da segnalare l’oro, che ha registrato la peggiore performance su base annua in 30 anni, lasciando sul terreno -28%, dopo aver guadagnato quasi +30% nel 2007, 2009 e 2010.
Negli ultimi 10 anni fino allo scorso dicembre, le quotazioni del metallo prezioso sono balzate +400% circa, complici i bassi tassi di interesse, la massiccia liquidità iniettata sui mercati dalla Fed e i timori sull’economia globale. Netto il dietrofront di quest’anno.