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Borghezio, Europarlamento lo vuole fuori dopo caso Kyenge

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ROMA (WSI) – Mario Borghezio, leghista e membro italiano dell’Europarlamento, è stato sospeso dal gruppo Edf, Europa della libertà e della democrazia, dopo i commenti rivolti al ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge.

Gli euroscettici britannici non hanno tollerato l’atteggiamento di Borghezio, che ora si arrampica sugli specchi e tenta di evitare una pena ancora peggiore: l’espulsione. Tanto da aver chiesto scusa al ministro, affermando: “Non esiterei a porgerle la mia mano, se venisse a Strasbirgo, e la inviterei anche a cena. Non avrei nessun problema perchè non sono un razzista”. “Ritiro le mie parole – ha detto, considerate offensive verso una persona di colore e verso una donna”.

“I nostri colleghi, quelli britannici, si ritengono indignati, hanno chiesto la sua testa”, ha detto intanto al telefono Francesco Speroni, co-capogruppo Efd. “C’é stata quindi una richiesta di sospensione a cui Borghezio non si è opposto”. “Il gruppo – ha sottolineato Speroni – ha chiesto la sospensione in attesa di discutere l’eventuale espulsione nella prossima sessione di Strasburgo (10-13 giugno). La procedura è stata attivata, ma è stato anche deciso di ascoltare l’incolpato e Borghezio ha chiesto tempo per preparare la sua difesa”.

Intanto il presidente dell’Europarlamento Martin Schulz aveva definito le esternazioni di Borghezio su Kyenge “una vergogna” per il Parlamento Ue, ricordando che è stata presentata una petizione firmata da 130.000 persone che chiedeva sanzioni contro Borghezio.

Nella trasmissione “Un giorno da pecora” su Rai Due, Borghezio si era espresso in questo modo. “Cecile Kyenge? Mi sembra una scelta del cazzo, un elogio dell’incompetenza”. Ancora: “so che è un medico oculista, mi sembra una brava ragazza, modesta, con tutto quello che il termine ‘modesta’ indica. Mi è parso che avesse l’aria di una casalinga. Un ministro dell’Integrazione dovrebbe avere grosse competenze nel diritto del lavoro, ma credo che questa scelta sia un po’ il manifesto di questo governo”.

“Non è un problema il colore della sua pelle, ho molto simpatia per il Congo, mi ricorda la mia prima esperienza lavorativa. Ma per fare il ministro dell’Integrazione la Kyenge non ha esperienza, la vedrei piuttosto come assessore di un Comune di cinquecento persone”.