Le borse asiatiche sono ancora deboli, nonostante in scia al recupero nel finale di Wall Street. L’Asia si avvia a chiudere la quarta settimana consecutiva in ribasso. A pesare la notizia che in Cina i maggiori istituti di credito non riusciranno ad erogare prestiti secondo i target prefissati.
La Borsa di Tokyo chiude gli scambi a +0,20% dopo una seduta volatile su cui ha pesato il rialzo del Dow Jones, per la prima volta in tre sessioni, favorendo gli acquisti sui listini nipponici di azioni sottovalutate. L’indice Nikkei, sostenuto anche dallo yen che ha recuperato terreno e compensato i timori sugli sviluppi della crisi della Grecia, si attesta a quota 8.580,39, con un progresso di 17,01 punti.
I maggiori indici sono in rosso, ad eccezione del Kospi, che beneficia del dato sulla fiducia dei consumatori, ai massimi degli ultimi 15 mesi. La borsa cinese scende ai minimi delle ultime 5 settimane sull’impatto negativo dei titoli finanziari. L’indice MSCI Asia Pacific (MXAP) ha al momento quasi recuperato interamente le perdite, l’indice Hang Seng segna -0,3% a 18.609 punti, mentre il Topix e’ invariato. Da segnalare la pessima performance di Sony (-4,8%) sulla notizia di voler abbandonare la joint venure con Sharp (-1,27%) sugli schermi piatti.
Deboli le commodity, in particolare i metalli industriali, affossati dall’evidenza di un rallentamento economico del maggior consumatore, la Cina. Il petrolio rimane vicino al supporto a $90. L’oro registra una leggera flessione del -0,22% a 1.556,3 l’oncia.
L’euro scambia vicino ai minimi dell’anno a $1,2530 sul persistere delle preoccupazioni sulla situazione greca.
Il rendimento dei Treasury americani a 10 anni si spinge ulteriormente in basso a 1,765%.