MILANO (WSI) – In un clima nervoso nelle sale operative, Piazza Affari accelera al ribasso, con il Ftse Mib che perde oltre -1% e buca la soglia psicologica dei 19.600 punti, per poi riagguantarla nel finale. L’indice chiude in calo -0,64% a 19.645 punti, dopo aver oscillato tra un minimo intraday di 19.564,15 punti e un massimo intraday di 19.869,09.
Il listino è in crescita +6,01% dall’inizio del 2014 e +9,7% su base annua. Il mercato italiano paga una serie di revisioni al ribasso da parte degli analisti.
Forti perdite per il petrolio, con i futures scambiati a New York che cedono -1,88%, bucando quota $88 e attestandosi a $87,18. Giù anche l’oro, appena al di sopra della soglia di $1.210 (-0,19%) l’oncia.
Il ribasso del petrolio mette sotto pressione i titoli energetici, che a loro volta condizionano negativamente non solo i mercati europei ma anche Wall Street, che soffre tra l’altro forti smobilizzi sulle small cap.
Molto nervosismo in attesa della stagione degli utili, che inizierà ufficialmente oggi, dopo la fine della seduta dei listini Usa, con la pubblicazione dei risultati di bilancio di Alcoa. In calendario anche le minute della Fed, in un contesto in cui si teme l’intenzione dell’istituto di alzare i tassi sui fed funds prima del previsto (e nonostante i fondamentali dell’economia globale non avallino più una tale mossa).
Jonathan Sudaria, trader di London Capital Group, sottolinea inoltre che l’azionario ha scontato ancora le dichiarazioni pessimiste dell’Fmi, secondo cui l’economia mondiale potrebbe anche non tornare mai più ai livelli di crescita pre crisi. Oggi l’Ocse ha rincarato la dose, sottolineando che Italia e Germania stanno perdendo chiaramente slancio.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread BTP-Bund è in lieve ribasso attorno a 147 punti base. Tassi sui BTP decennali in crescita al 2,33%.
Tra i singoli nomi del Ftse Mib si distingue Telecom, partita con un rialzo superiore all’1%, per chiudere poi in flessione -1%. Indiscezioni stampa parlano di un interesse di Vincent Bolloré ad aumentare la sua partecipazione tramite Vivendi ampiamente sopra l’8,5% pattuito.
Focus anche su Enel, -0,97%, la cui controllata spagnola Endesa ha svelato questa mattina una cedola straordinaria per 6,3 miliardi complessivi.
Debole tutto il settore auto, con Fiat che cede terreno -0,35% dopo l’annuncio delle dimissioni di Marchionne alla fine del 2018. Il titolo riesce comunque a contenere le perdite.
A livello settoriale e tra i bancari, Mps +1%, Bper -0,89%, BPM +1,33%, Banco Popolare +0,27%, Intesa -0,70%, Ubi Banca -1,03%, Unicredit -1,49%; in altri settori si segnalano i cali di Autogrill -3,65%, A2A (-2,87%), Exor -2,09%, Tenaris -3,48% e ancora World Duty Free, quasi -5%.
Dal fronte macro, hanno deluso i dati pubblicati in Spagna, dove la produzione industriale ha accusato una frenata in agosto, facendo peggio delle stime. La crescita dello 0,6% si confronta con il +0,9% rivisto di luglio.
Non sono piaciute neanche le cifre relative al settore dei servizi pubblicate in Cina. Le aziende del terziario della seconda potenza economica mondiale fanno più fatica, a ennesima riprova che la ripresa mondiale è fragile e non uniforme, come l’ha definita peraltro il Fondo Monetario Internazionale.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,08% a $1,2677; dollaro/yen +0,29% a JPY 108,33; euro/franco svizzero +0,03% a CHF 1,2123; euro/yen +0,37% a JPY 137,37; da segnalare che negli ultimi due giorni lo yen, considerato tra i beni rifugio per eccellenza, è salito sul dollaro +1,6%, per poi fare oggi dietrofront.