MILANO (WSI) – Seduta in rialzo per Piazza Affari, con il Ftse Mib che sale +0,75% circa dopo le forti vendite superiori a -2% della giornata di ieri. Spunti sulle banche e Fca, venduta invece Saipem dopo i rialzi delle ultime sedute.
Sul fronte macro, l’area euro l’ha scampata: niente deflazione quest’estate, ma non c’è segno di ripresa dei prezzi alla produzione. Il Ppi dell’area euro è sceso del -0,1% in luglio – in linea con le stime – e facendo esattamente come il mese precedente. Su base annuale il calo è stato del 2,1%, anche in questo caso identico alle previsioni e al dato precedente, che è stato rivisto a -2,1%.
Tra gli altri mercati il greggio perde anche oggi quota attestandosi in zona 44 dollari al barile. Il rally della fine della settimana scorsa sembra volgere al termine. L’euro cede terreno, pagando il rafforzamento del biglietto verde. Il cambio con il dollaro si attesta sotto 1,1280. In ambito di reddito fisso, i titoli decennali italiani rendono il 2% mentre il Bund corrispondente tedesco lo 0,8014%.
La Cina – e non solo – continua a pesare sul sentiment di mercato. Il rischio di default creditizio è al massimo di due anni. Il Canada è entrato ufficialmente in una fase di recessione, mentre l’Australia è riuscita a registrare una crescita di appena lo 0,2% nel trimestre conclusosi in giugno, contro il +0,4% delle attese. Il risultato è stato – e sarà anche nel terzo trimestre probabilmente – compromesso dal calo della domanda per le materie prime di cui il paese dell’Oceania è tanto ricco.
Goldman Sachs intanto ha rivisto al ribasso le previsioni sul Pil cinese dei prossimi tre anni, al 6,4%, 6,1% e 5,8% rispettivamente. Le stime precedenti erano del 6,7%, 6,5% e 6,2%. La banca resta convinta che nel 2015 l’economia potrà segnare una crescita “circa il 7%”. Sarebbe comunque un passo indietro rispetto ai tassi del +7,5% precedenti.
In Asia per i mercati finanziari è stata una seduta ancora una volta caratterizzata dal nervosismo e influenzata dalla paura per una frenata della seconda economia al mondo: solo Giappone e Singapore sono riuscite a contenere le perdite. Tokyo fa -0,4%.
La piazza cinese ha avviato gli scambi con un rosso del 4,39%, prima di risalire la china fino a portarsi anche in territorio positivo. Il miglioramento, riconoscono gli analisti, è merito dell’intervento delle autorità. La volatilità è massima e preoccupa gli investitori che però domani potranno prendersi un meritato riposo: la borsa cinese sarà chiusa per i prossimi due giorni in occasione delle festività del 70esimo anniversario dalla fine della Seconda Guerra Mondiale.
Volatilità è la parola chiave per capire anche le oscillazioni che stanno interessando Wall Street. Segnali preoccupanti arrivano, in particolar modo, dai futures sul Vix che scadono nei prossimi mesi, dal momento che tali contratti continuano a salire.
Di fatto, i contratti sul VIX con scadenza a ottobre, novembre, dicembre, sono tutti avanzati in media del 15% da quando lo S&P è sceso al minimo da inizio anno, lo scorso 25 agosto. Il fatto che i futures continuino a salire non è assolutamente di buon auspicio, se si considera che, nella settimana successiva al 15 ottobre, l’ultima volta in cui lo S&P 500 si avvicinò a scivolare in una fase di correzione, i contratti con scadenza a ottobre, novembre e dicembre, scesero tutti, in media, del 12%. E’ un segnale da codice rosso per lo S&P, che potrebbe rimanere ostaggio della volatilità per ancora molto tempo.
Tra le singole storie di giornata, occhi puntti su Fiat Chrysler dopo che la casa automobilistica italo americana ha registrato immatricolazioni superiori alla media di mercato in Italia. Agosto è l’ottavo mese di fila in cui il gruppo registra una crescita delle vendite di vetture. Le immatricolazioni sono aumentate del +12,7%. Il titolo chiude però piatto.
Tra i titoli che si muovono sul Ftse Mib, Mps +0,73%, Bper +1,18%, BPM +3,83%, Banco Popolare +1,21%, Intesa SanPaolo +2,15%, Ubi Banca +0,44%, Unicredit +0,89%.
Tra i titoli di altri settori, Azimut Holding +2,64%, Enel Green Power -1,14%, Cnh Industrial -0,51%, Finmeccanica -0,17%, Tenaris -1,30%.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio cedono -2,33% a 44,35 dollari al barile. I contratti sul Brent perdono -1,33% a $48,90 dollari. Oro -0,46% a 1.134,50 dollari l’oncia. L’argento scende -0,62% a 14,53 dollari l’oncia.
Sul valutario, l’euro -0,69% a 1,1237 dollari. Sul franco l’euro +0,34% a 1,0888. Sulla sterlina cala dello 0,65% a 0,7345. Dollaro yen +0,65% a quota 120,15.
(DaC-Lna)