Economia

Borsa Milano -0,80%. Liquidità Cina e parole Fed non bastano

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MILANO (WSI) – Volatilità a Piazza Affari, con il Ftse Mib altalenante e in preda a forti oscillazioni. L’azionario europeo in generale è tornato nel finale a perdere terreno. Il Ftse Mib della Borsa di Milano ha ceduto -0,81% a 21.473,81 punti. Londra -1,25%, Francoforte -0,96%, Parigi -1,06%.

Come fa notare Christian Stocker, strategist presso UniCredit a Monaco, “i timori sul rallentamento dell’economia globale si sono intensificati, ma sono esagerati. I mercati europei hanno perso -12% in quattro giorni, e questo non è basato sui fatti ma solo sul sentiment. Non abbiamo segnali che indichino recessione o una nuova crisi finanziaria. Noi crediamo che i mercati azionari versino in una condizione estrema di ipervenduto, e questa è una chance per gli investitori di medio termine di farsi avanti di nuovo”.

Lo Stoxx 600, indice di riferimento dell’azionario europeo, è precipitato -11% ad agosto, che si appresta a diventare il peggior mese dal 2008. Diciassette du 18 mercati azionari dell’Europa occidentale sono scesi -10% o oltre, entrando ufficialmente in una fase di correzione.

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni +2,96% a 125,92 punti base, con tassi sui BTP decennali -0,88% all’1,96% e quelli sui Bund -7,02% allo 0,70%.

Grazie alla prospettiva di nuove grandi manovre da parte della Bce e all’avvio di corsa di Wall Street, la Borsa di Milano era riuscita a cancellare le perdite iniziali. Una spinta considerevole era arrivata anche dall’annuncio della maxi iniezione di liquidità sul sistema finanziario cinese da parte della People’s Bank of China per un valore di 140 miliardi di yuan e, nel primo pomeriggio, dalle rassicurazioni di Peter Praet, capo economista della Bce, che ha reso noto che la portata del quantitative easing potrebbe anche aumentare.

Un sostegno era giunto anche da Wall Street, che ha aperto in forte rialzo, grazie alle attività di M&A annunciate e ai dati sugli ordini all’industria. La domanda di beni durevoli è aumentata del 2%, mentre sul fronte societario si registra la maxi aggregazione nel settore energetico fra Cameron e Schlumberger.

Arrivata poi la buona notizia della Fed, con il presidente della Fed di New York, William Dudley, che ha affermato che l’ipotesi di un rialzo dei tassi Usa a settembre è meno convincente. Smentite così le previsioni di JP Morgan che, dopo Citigroup, ha iniziato a scommettere che nonostante il crollo dei mercati recente, la Federal Reserve con “molta probabilità” andrà per la sua strada, alzando il costo del denaro già dal prossimo mese “a meno che succeda qualcosa di davvero negativo”.

Le parole di Praet hanno avuto comunque effetto sui mercati valutari, dal momento che l’euro è sceso anche sotto la soglia di $1,14.

Ieri le Borse europee hanno guadagnato il 4,3%, rifacendosi dopo il crollo di lunedì. Il listino italiano si è reso protagonista della performance migliore da agosto 2012. Il progresso del +5,86% è stato possibile grazie alla decisione della Banca centrale di Pechino di intervenire con misure espansive per stimolare la liquidità, tra cui l’abbassamento dello 0,5% del ratio delle riserve obbligatorie che devono detenere le banche.

A Piazza Affari oggi hanno perso i bancari, vittime di qualche presa di profitto dopo i forti rialzi di ieri. Mps -0,34%, Bper -0,38%, BPM -0,74%, Banco Popolare -1,11%, Intesa SanPaolo +0,37%, Tra i titoli di altri settori A2A -1,26%, Autogrill -2,03%, Azimut Holding -1,15%, Enel -1,82%, Eni -2,10%, FCA -2,27%, Finmeccanica -2,53%, Stm -2,26%, Telecom Italia -0,62%.

Maglia rosa va a Saipem (+8,95% nei massimi intraday, poi +4,96%), che viene favorita dall’operazione sopra citata tra Cameron e Schlumberger. Tiscali sotto i riflettori in attesa dell’ufficializzazione della fusione con Aria. Ieri il Cda della tlc ha dato l’ok all’operazione.

A Shanghai in realtà la riduzione dei tassi decisa dalla banca centrale cinese e l’iniezione di altri 140 miliardi di yuan nei mercati interbancari monetari – per evitare che la liquidità si prosciughi – non ha placato i nervi tesi degli operatori di Borsa. Dopo aver ceduto fino al 3,81%, l’indice di Shanghai ha ridotto le perdite, ma il bilancio è stato negativo. In Giappone la Borsa di Tokyo ha chiuso a +3,2%.

Il collasso dell’azionario cinese ha sconvolto i mercati mondiali, che hanno vissuto una delle peggiori sedute di sempre nella sessione di lunedì. La paura è che tutto il blocco dei paesi in via di Sviluppo possa accusare una frenata economica duratura. Pechino ha provato a porre rimedio svalutando lo yuan. La divisa cinese ha ceduto il 4% contro il dollaro nelle ultimissime sedute.

Sul valutario euro sotto $1,14. La moneta unica cede -1,11% a 1,1389 dollari. Sulla sterlina piatto con +0,04% a GBP 0,7345. Sul franco svizzero fa -0,31% a 1,0784. Dollaro/yen +0,40% a 119,31.

Tra le materie prime il petrolio Wti non riesce a recuperare quota $40 e resta schiacciato sui minimi di sei anni e mezzo. I futures sul greggio scambiati in Usa in calo -0,53% a $39,10 dollari al barile. I contratti analoghi sul Brent londinese fanno segnare un +0,23% a 43,31 dollari. L’oro, che ieri è tornato sotto i 1.140 dollari l’oncia, cede -1,28% a 1.123,70 dollari. L’argento fa ancora peggio: -3,69% a 14,11 dollari l’oncia.

(DaC-Lna)