MILANO (WSI) – Effetto Draghi sui mercati finanziari. Accelerazione rialzista per la Borsa di Milano, che vede l’indice Ftse Mib segnare un solido rally del 4,3% in chiusura, nonostante il nulla di fatto della Bce, che ha lasciato i tassi ai minimi storici dello 0,05%. Fermi anche i tassi sui depositi che, dopo l’intervento di dicembre, sono allo -0,30%. Il boom degli acquisti si spiega con le parole che Mario Draghi, numero uno della Bce, ha proferito nella consueta conferenza stampa che segue l’annuncio sui tassi della Bce. Draghi ha chiaramente aperto alla possibilità di riprendere in considerazione gli stimoli economici in vigore nel prossimo meeting di marzo. E ha ribadito che la Bce non si arrende agli eventi avversi che stanno bersagliando i mercati mondiali e che “non ci sono limiti” alle sue azioni, “ovviamente stando nell’ambito del suo mandato”.
Le dichiarazioni hanno schiacciato al ribasso l’euro nei confronti del dollaro – la moneta unica è scesa in area 1,08 dollari – e della sterlina, dando al contempo slancio alle Borse. Draghi ha anche sottolineato come le delucidazioni chieste alle banche sono sulla gestione dei crediti deteriorati e non per pretendere un intervento urgente per risolvere il problema (in Italia le banche hanno più di 200 miliardi di Non Performing Loan). Draghi ha anche affermato che il board non è diviso e che quindi riuscirebbe a trovare il consenso necessario per potenziare ulteriormente le manovre straordinarie di allentamento. Il board della Bce, per esempio, è stato unanime nel prendere la decisione di ridurre il tasso sui depositi dello 0,1% al -0,3% e di allungare la durata del programma di Quantitative Easing.
Dopo i crolli a catena degli ultimi giorni, Mps mette a segno un solido rally, fino a +35%. Saipem invece non riesce a fare prezzo nel giorno in cui il CDA dovrebbe definire oggi i termini dell’operazione di aumento di capitale: operazione che, secondo gli analisti, sarebbe a forte sconto rispetto al prezzo di mercato, complice il tonfo delle quotazioni del petrolio. L’aumento di capitale è di 3,5 miliardi.
Eni ha intanto reso noto che i diritti di opzione dell’aumento di capitale di Saipem potranno essere esercitati nel periodo compreso tra il 25 gennaio e l’11 febbraio. Tali diritti saranno negoziabili sulla Borsa Italiana tra il 25 gennaio ed il 5 febbraio. Focus sul balzo di Mediaset, che beneficia di una nota positiva di UBS, secondo cui il titolo avrebbe un margine di rialzo +56%.
È stato un bagno di sangue sui titoli bancari nella sessione di ieri: a essere venduta è stata tutta l’Italia. Vero e proprio choc per MPS, con il titolo che è crollato di oltre -22% nonostante il divieto di short selling imposto dalla Consob, che oggi ha stabilito lo stesso divieto per Banco Popolare. La perdita sofferta ieri dal Ftse Mib è stata la peggiore dal 5 gennaio del 2015 (-4,92%), ma il listino aveva perso fino a -8% nell’ottobre del 2008, mentre l’11 settembre 2011 era capitolato con – 7,57%. Da inizio anno l’indice ha ceduto -16,11% e ha quindi azzerato il rialzo dell’intero 2015 (+13%).
Mentre si parla di attacco all’Italia, le vendite non risparmiano certo le altre borse, con lo S&P 500 che ha bruciato quasi $2.000 miliardi di dollari di valore di mercato dall’inizio del 2016.
E i sell off sono continuati anche nella sessione odierna in Asia, con la Borsa di Tokyo che, dopo una escursione rialzista fino a +1,9% durante i massimi intraday, ha ceduto nel finale -2,43% a 16.017,26 punti. L’indice è entrato nel mercato orso nella sessione di mercoledì, ed è in calo -22,57% dai massimi delle ultime 52 settimane testati nel giugno del 2015, a 20.686,03 punti. Resiste oggi la Borsa di Sidney, in territorio positivo, mentre Shanghai cede più del 3%.
Petrolio di nuovo sotto attacco, con perdite che nel caso del contratto WTI scambiato sul Nymex di New York sono state superiori a -5%. E le vendite continuano anche oggi, con il WTI Crude a $28 e il Brent a $27 al barile.
Sul mercato valutario, dell’euro abbiamo già parlato. Cambio dollaro/yen in calo sotto la soglia di JPY 117.
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