MILANO (WSI) – Finale di seduta e di settimana positivo per le borse europee, nonostante la gravità della situazione in Grecia, dopo il fallimento delle trattative nell’ennesima riunione dell’Eurogruppo, che si è svolta a Lussemburgo ieri. Si attende ora il meeting di emergenza di lunedì, 22 giugno. Il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk è fermo: la Grecia scelga tra un accordo forte e la via verso il default. Il Ftse Mib chiude in rialzo +1% a 22.699,37 punti.
Tra i titoli bancari Mps +1,04%, BPM +2,78%, Intesa SanPaolo +1,32%, Unicredit +1,91%.
Tra i titoli di altri settori Ansaldo -0,32%, Autogrill -0,19%, balzo Cnh Industrial, oltre +5,5%, Finmeccanica +2,27%, FCA -0,22%, Mediaset +1,93%, Tenaris -0,81%, Terna -0,81%.
Nello specifico, CNH Industrial favorita da una nota di Oppenheimer, nella quale si sottolinea il miglioramento del sentiment nei confronti del settore dei macchinari, che dovrebbe continuare a riprendersi nel secondo semestre alla luce di un contesto macro piĂą robusto.
Enel +1,47% dopo che l’AD Francesco Starace ha detto a Reuters Tv che prevede di cedere quote di minoranza di Slovenske Elektrarne entro l’anno e di completare la dismissione della partecipazione (oggi al 66%) nei due anni successivi. Nel corso dell’intervista il manager ha anche ribadito che non verranno cedute le attività russe e rumene.
STM ritraccia nel finale, così come Autogrill, che paga il downgrade di JP Morgan.
Gli acquisti odierni non riescono però a cambiare il bilancio di settimana negativo per l’azionario europeo, con lo Stoxx Europe 600 Index in calo su base settimanale dell’1% circa. L’indice di riferimento ha testato il minimo da febbraio lo scorso lunedì.
Borsa di Atene oggi in rialzo, dopo che la Bce ha alzato il tetto massimo dei fondi di emergenza a cui le banche elleniche possono accedere. [ARTICLEIMAGE]
“Tutti capiscono che ci stiamo avvicinando a una qualche forma di soluzione – ha commentato in un’intervista a Bloomberg Philippe Gijsels, responsabile strategist presso BNP Paribas, a Bruxelles – Ci sono molti sul mercato pronti ad acquistare ai minimi, e molti stanno acquistando prima del grande evento. Se si guarda alla Grecia, si tratta di una piccola area dell’Eurozona. C’è del debito, ma è gestibile. E inoltre c’è sempre il bazooka della Bce. Secondo Padoan l’idea che ci sia in programma il vertice di emergenza è un segnale della volontà di trovare un punto di incontro. Secondo fonti europee, i creditori starebbero lavorando a un piano di riduzione del debito.
“Non credevo che fosse prezzato un accordo ieri”, ha detto a Reuters un operatore riferendosi alla riunione dell’Eurogruppo che si è tenuta ieri in Lussemburgo e che si è conclusa con un flop delle trattative. “Anzi il fatto che si rivedano a brevissimo, lunedì, è interpretato positivamente dal mercato come segnale che anche le parti hanno chiara l’urgenza e che faranno tutto il possibile per giungere ad un accordo”.
Alexis Tsipras ha provato a tranquillizzare mercati e autorità internazionali, dichiarando che lunedì un accordo verrà trovato. Il premier greco ha affermato che coloro che scommettono su una crisi verranno smentiti. Il ministro francese delle Finanze Michel Sapin si è detto ottimista, sottolineando che lunedì è possibile che si trovi una soluzione” solida e duratura”. Nel frattempo Pimco ha osservato che i mercati hanno avuto tre anni per prepararsi al default del debito ellenico e che anche se si verificasse la correzione sarebbe momentanea.
Ha parlato anche il ministro delle Finanze finlandese, che ha detto che le trattative sono giunte a un “punto morto”. Ora, visto l’intensificarsi della corsa agli sportelli nel paese, la Bce teme che le banche greche siano costrette a rimanere chiuse lunedì.
In ogni caso, oggi è il giorno delle quattro streghe, ovvero della scadenza di alcuni futures e opzioni sulle azioni e gli indici, fattore che ha inciso sulla volatilità dei mercati.
Spinto dalle incertezze sul futuro di Atene lo Spread tra Btp e Bund scambia in area 150 punti base. Sulla piattaforma Tradeweb ha testato oggi i 155 punti base per poi fare dietrofront, con -2,21% a 150,96 punti base. In contemporanea il rendimento sul Btp a 10 anni è salito al 2,27%, smorzando i guadagni nel finale. Il tasso è ancora sotto i massimi da inizio novembre testati a metà giugno (2,42%). Tassi sui Bund decennali in rialzo +5,88% allo 0,76%.
In ambito macro, i prezzi alla produzione tedeschi sono rimasti invariati in maggio. Il governo frances intanto ha rivisto al rilazo la stima sul Pil dell’anno prossimo all’1,7%.
In Giappone il Nikkei è salito quasi l’1% dopo che la Bank of Japan ha confermato la politica monetaria e lasciato i tassi di interesse dove stanno.
I titoli azionari cinesi sono entrati in una fase di correzione: complice il ribasso di anche il 6% di oggi, il mercato di Shanghai è in calo del 12% dai massimi di giugno. I numeri vanno letti in prospettiva, tuttavia: non va dimenticato che la Borsa è salita il 140% in 12 mesi e del 50% da inizio anno. Oggi a preoccupare gli investitori sono le numerose Ipo avviate in poche ore. Il mercato teme che questi fatti possano prosciugare la liquidità .
Tra le materie prime, i futures sul petrolio cedono l’1,75% a 59,39 dollari al barile. Per il greggio Usa si preannuncia in ogni modo la seconda settimana in rialzo, con le scorte Usa che mitigano i timori circa i livelli di produzione saudita. Il Brent fa ancora peggio, -2,13% a $62,89 il barile. L’oro +0,11% a 1.203,30 dollari l’oncia. Argento -0,02% a $16,15.
Sul valutario, l’euro fa -0,26% a $1,1328 (da quota $1,1359 dell’apertura). Pesano le incertezze sul futuro della Grecia. Ieri la moneta unica si era portata sopra 1,14 dollari per la prima volta da maggio, favorita dai rumor di una svalutazione del debito ellenico da 320 miliardi. Dollaro/yen -0,17% a 122,74, euro/franco svizzero -0,27% a 1,0434, mentre nei confronti della sterlina la moneta unica lascia sul campo lo 0,21% a 0,7136.
(DaC-Lna)