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Borsa Milano -2,10%. Snam -11%. Azionario europeo sopravvalutato?

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NEW YORK (WSI) – Accelerazione al ribasso per il Ftse MIB che conclude la giornata di contrattazioni con una perdita -2,10% a 19.369 punti. Occhio a Mps che, dopo essere stata sospesa, ha guadagnato terreno per poi limare considerevolmente i rialzi ad appena +1,48%. Oggi hanno pesato le notizie giunte da Atene e dal fronte macro.

L’azionario europeo è reduce dal rally settimanale più forte di quest’anno, con cui l’indice benchmark Stoxx 600 è balzato +2,9%. Il listino è salito +8,1% dal minimo del 2014 testato lo scorso 16 ottobre ed è scambiato 15,6 volte gli utili stimati delle società in esso scambiate, vicino alla valutazione più alta dal 2009.

“I mercati stanno prendendo un po’ di respiro dopo la forte ripresa – ha commentato in un’intervista rilasciata a Bloomberg Espen Furnes, gestore presso Storebrand Asset Management a Oslo – Gli investitori sono ancora cauti. La stagione degli utili aziendali è il principale market mover per gli investitori. I numeri di Ryanair sono stati forti in modo sorprendente. Dall’altro lato, quelli di PostNL sono stati più deboli delle previsioni, e i titoli scendono nonostante la società abbia confermato l’outlook per l’anno intero. Da ora in avanti, le reazioni saranno legate più ai singoli titoli”.

Piazza Affari – così come l’indice di riferimento delle Borse europee – si è indebolita dopo la pubblicazione dei dati sul PMI manifatturiero. L’attività manifatturiera è leggermente migliorata, ma in Francia (minimi di 2 mesi) fa ancora fatica e in Italia è tornata a contrarsi ai minimi di 17 mesi. Germania, Spagna, Olanda e Irlanda hanno registrato un incremento in ottobre rispetto ai dati deludenti del mese precedente, ma non sono bastati a riportare fiducia nell’Eurozona.

Sul listino milanese, sui corsi azionari hanno pesato i cali delle utility, come Terna -6,67% ed Enel -4,23%, mentre le banche sono tornate sotto pressione, a parte l’eccezione Mps. Bper -1,65%, BPM -0,58%, Banco Popolare -1,65%, Intesa -2,48%, Unicredit -0,69%, Ubi Banca -0,88%. Lettera su Snam, scesa sotto i minimi di ottobre, tonfo oltre -11%. Sotto pressione anche Exor -4,14%, Fiat appena +0,11%, Campari -2,96%, peggio Moncler -4,88%. Bene Yoox +6,04% e Stm +1,78%.

A pochi giorni dalla consueta riunione mensile della Bce, che prenderà il controllo delle operazioni di vigilanza del settore bancario nella giornata di domani, gli operatori si concentrano sulle notizie che riguardano la più vecchia banca al mondo. Dopo la decisione di rafforzare il capitale di 2,1 miliardi, MPS divide analisti e broker: Société Generale, ad esempio, consiglia ancora di vendere, mentre Hammer Partners ha alzato la raccomandazione a Hold.

“La copertura del gap patrimoniale, emerso con la ricognizione europea, attraverso un aumento di capitale sarebbe a nostro avviso la migliore soluzione per la banca, anche se manterrebbe sotto pressione la valutazione di mercato del titolo”, osserva Icbpi in una nota.

Sempre in ambito societario, la britannica HSBC ha chiuso il terzo trimestre con un profitto pre tasse in progresso del 2% e pari a $4,60 miliardi. I numeri hanno deluso le stime, che erano per un risultato pari a $5,47 miliardi.

E’ tornato a salire il differenziale di rendimento tra i titoli di stato decennali italiani e quelli tedeschi. Lo spread tra Btp e Bund +1,67% a quota 158,71 punti, rispetto alla chiusura di venerdì scorso a 150 punti. Tassi sui BTP decennali al 2,4%.

Il clima di nervosismo è stato accentuato dalle notizie giunte su Atene: una fonte ufficiale in Ue ha detto che la Grecia “molto difficilmente” sarà in grado di uscire dal pacchetto di aiuti della Troika senza un nuovo accordo che la favorisca. I tassi sui Bond greci sono balzati all’8,2%.

In generale gli investitori sono tesi per via delle notizie poco buone arrivate anche dall’Asia.

Il Pil della Cina rischia di subire un nuovo rallentamento. Il ritmo della crescita economica della seconda maggiore potenza al mondo è stato il più basso dall’apice della crisi finanziaria lo scorso trimestre e a fine anno il Pil dovrebbe molto probabilmente registrare l’incremento più contenuto dal 1990.
Il PMI ha mostrato un’espansione più fiacca di produttività e nuovi ordini.

In Asia, la Borsa giapponese è chiusa dopo il rally della fine della scorsa settimana. Le piazze cinesi si prendono una pausa dopo il rimbalzo di venerdì scattato in seguito alla mossa a sorpresa della Banca del Giappone, che ha annunciato un secondo piano di Quantitative Easing.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, il biglietto verde ha toccato i massimi di sette anni sullo yen e di due anni sulla moneta unica. L’euro -0,26% a $1,2491; dollaro/yen +1,35% a JPY 113,82; euro/franco svizzero +0,02% a CHF 1,2056; euro/yen +1,12% a JPY 142,21.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,30% a $80,30 al barile, quotazioni oro -0,32% a $1.167,80.