MILANO (WSI) – Una giornata positiva per Piazza Affari, con il Ftse Mib che ha messo a segno un ennesimo solido rialzo, all’indomani della decisione shock della Swiss National Bank. Indice +2,18% a 19.255 punti.
Tra i singoli scambiati sul Ftse Mib, attenzione rivolta a Fca, +2,14%, dopo i dati sulle immatricolazioni di auto e a MPS, nel giorno della riunione del Cda.
Stando alle ultime indiscrezioni, pare si sia parlato di un incremento dell’aumento di capitale varato dopo la lettera della Bce. Il titolo ha chiuso in calo -1,19%.
Tra altri bancari: Bper +2,41%, BPM +2,15%, Banco Popolare +4% circa, Intesa SanPaolo +1,2%, Ubi Banca +1,55%, Unicredit +2,56%; tra i titoli di altri settori Enel +2,43%, Eni +3,07%, Finmeccanica +3,79%, Telecom Italia +3,44%, Ferragamo +4%, Pirelli +3,84%. Maglia nera World Duty Free -5,12% all’indomani della presentazione del piano industriale e del forte rialzo ieri. Nel report odierno Equita rileva che il business plan è stato caratterizzato dalla crescita nella top line più che dagli efficientamenti.
Tornando al market mover delle ultime ore, la Banca centrale svizzera ha di fatto deciso di togliere il limite imposto da tre anni al tasso di cambio del franco svizzero nei confronti dell’euro, provocando un tonfo della moneta unica che è stato di circa -30% nei confronti della divisa elvetica, e mandando nel caos totale i mercati di tutto il mondo.
Prima della decisione a sorpresa della SNB, il franco valeva 1,20096 per euro. Oggi, all’indomani delle forti oscillazioni, l’euro ha perso nuovamente terreno nei confronti del franco, sebbene in misura decisamente più contenuta, appena -0,82% a CHF a 0,9829. Tale trend potrebbe indicare però che comunque gli investitori preferiscono posizionarsi sulla moneta elvetica. Dollaro/franco svizzero -0,59% a CHF 0,853. Sul dollaro, euro -1,02%% a $1,1509, dopo aver bucato anche la soglia psicologica a $1,15, scivolando vicino ai minimi in 12 anni. Euro/yen +0,10% a JPY 135,22. Dollaro/yen +1,11% a JPY 117,45.
E’ indubbio che la decisione della SNB abbia e avrà diverse ripercussioni: già in queste ore sono diverse le vittime, tra clienti e trader, dell’annuncio improvviso dell’istituto. Osservata speciale la Borsa di Zurigo e la nota niente affatto confortante di UBS. Per non parlare della corsa agli sportelli in Svizzera per comprare euro e dell’influenza sui mutui in Europa dell’est.
Gli investitori sono insomma preoccupati per gli ultimi sviluppi legati all’inversione a U della Banca nazionale svizzera.
L’azionario ha dato comunque prova di resistenza, superando notizie poco rassicuranti come l’avvertimento arrivato dall’Fmi e la richiesta di fondi di emergenza alla Bce da parte di due tra le principali banche greche, in vista delle elezioni del prossimo 25 gennaio.
Si aspetta a questo punto il verdetto della Bce; nella riunione del prossimo giovedì 22 gennaio, dovrebbe essere infatti finalmente annunciato il QE che secondo Bankitalia aiuterebbe anche il Pil italiano, arginando la minaccia di deflazione. A tal proposito, focus sul raffreddamento dell’inflazione tedesca a dicembre.
Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni -3,67% a 127,96, prosegue il crollo dei rendimenti, all’1,66% secondo i dati di Traderlink.
Tra le materie prime l’oro scambia ai massimi di 4 mesi, +0,66% a $1.273,20. Il rame si appresta ad archiviare la peggiore settimana in tre anni, mentre il petrolio allungherà la striscia di settimane in rosso più lunga dal 1986. I futures sul greggio sono comunque in rialzo, avanzano +3,26% a $47,76. Brent +2,98% a $49,71 al barile.
Riguardo ad altri mercati, l’indice MSCI della regione Asia Pacifico ha perso mezzo punto percentuale, mentre i futures sullo Standard & Poor’s 500 scivolano dello 0,7%. La Borsa di Tokyo ha chiuso la seduta in ribasso con l’indice Nikkei-225 a 16.864 punti (-1,43%).
(DaC-Lna)