MILANO (WSI) – Piazza Affari si è ripresa in fretta da un’apertura in lieve calo, con il Ftse-Mib che ha segnato un balzo superiore a +2%. Totalmente snobbato il taglio del rating di S&P su Unicredit, con il titolo che è salito oltre +2%. Acquisti generalizzati sui bancari, con Ubi Banca, Mps, BPM e Intesa SanPaolo che sono salite +3% circa. Rally sui titoli del lusso, con Moncler +4%, Yoox oltre +5%, Ferragamo oltre +3%. Piatta Mps -0,05%. Molto bene anche Eni, oltre +3%.
Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP Bund -2,80% a 128,38 punti base. In mattinata gli smobilizzi sui Bund hanno portato i tassi decennali a superare la soglia dell’1%, per la prima volta dal settembre del 2014. Il mercato dei bond governativi tedeschi è reduce dalla peggiore settimana dal 1998. Nel finale, i tassi sui Bund hanno ridotto notevolmente i rialzi, salendo +3,25% allo 0,99%. Tassi sui BTP decennali -0,25% al 2,27%.
Gli investitori si riposizionano sull’azionario dopo sei sessioni negative, in attesa dell’incontro del premier greco Alexis Tsipras con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande. In particolare, l’incontro, stando a quanto riferisce un funzionario dell’Unione europea, si svolgerà questa sera, attorno alle 21, presso il Consiglio europeo.
Il governo di Atene ha presentato un nuovo piano di riforme che prevede di fare ricorso al Fondo salvastati europeo. L’ESM comprerebbe 6,7 miliardi di bond ellenici dalla Banca Centrale Europea per coprire tutti i rimborsi del debito che spettano ad Atene quest’estate.
Le ultime notizie non sono rassicuranti. Le divergenze di opinione nei negoziati tra creditori e governo, entrati nella fase cruciale, non sono state colmate e il tempo inizia a stringere. Secondo il governo il 30 giugno è la data ultima per sbloccare la fase di stallo. Ma si rischia di arrivare a un’intesa che non sia solo un modo di rimandare i problemi per uno stato che ormai non ha più un quattrino in cassa e che al contempo ha bisogno di riforme.
Allo stesso tempo è la cancelliera Angela Merkel a far sperare nel raggiungimento di una qualche forma di accordo. Stando a quanto riportato da Bloomberg, Merkel si accontenterebbe di un impegno da parte della Grecia a soddisfare anche soltanto una riforma economica che i creditori chiedono, per il rilascio di ulteriori fondi. Sebbene i tedeschi stiano insistendo su un piano di Atene che includa tasse più alte, privatizzazioni e minori benefit pensionistici, alla fine la Germania potrebbe decidere di cedere. E’ questo almeno quanto hanno riportato due fonti.
Atene in ribasso, sulla scia degli smobilizzi sui titoli bancari, dopo che Exane Bnp Paribas ha tagliato le stime aggregate relative agli utili del 2015 del 10% circa, citando le previsioni di ulteriori accantonamenti e la possibilità che un accordo sul debito venga raggiunto nel terzo trimestre di quest’anno.
Tra i titoli europei, focus su AMS AG, che ha ceduto -22% circa, riportando la perdita più forte in due anni, dopo che il quotidiano svizzero Finanz und Wirtschaft ha riportato che l’azienda manifatturiera probabilmente ha perso Apple come cliente.
Sul valutario, l’euro in rafforzamento sul dollaro, +0,29% a $1,1316. Balzo dello yen, con il dollaro che cede nei confronti della moneta nipponica -1,35% a JPY 122,64 dopo le parole proferite dal numero uno della Bank of Japan, Haruhiko Kuroda, che ha detto di ritenerlo “molto debole”. Euro/yen -1,06% a JPY 138,79.
Vendite sull’azionario asiatico, scivolato in prossimità dei minimi di tre mesi. Chiusuranegativa per la Borsa di Tokyo (-0,25% a 20,046.36 punti).
Indici cinesi in calo dopo che MSCI ha annunciato che valuterà l’inclusione nel suo paniere dei titoli azionari A del paese, quotati in yuan, a partire dall’anno prossimo, ritardando dunque la decisione. I listini MSCI attirano investimenti per migliaia di miliardi di dollari in tutto il mondo da parte di operatori istituzionali. Gli economisti della banca centrale cinese hanno abbassato le stime su Pil e inflazione nel 2015. Shanghai -0,15%, Sidney +0,13%, Hong Kong -1,12%. Seul -0,62%.
Tra le materie prime, i futures sul petrolio +1,71% a $61,17 al barile. Brent +1,19% a $65,65. Oro +0,80% a $1.187, argento +0,18% a $15,99. (DaC-Lna)