MILANO (WSI) – Ad Atene verranno concessi altri sei mesi di tempo per ripagare il suo debito. Secondo le ultime indiscrezioni stampa, la Commissione Ue proporrà infatti di estendere il programma di aiuti al paese fortemente indebitato. Le speranze di un compromesso tra Grecia e creditori hanno permesso alla Borsa di Milano di accelerare sul finire di mattinata.
In chiusura il listino Fte MIB ha guadagnato +1,76% a 20.725,63 punti. Volumi per un controvalore di circa 3,1 miliardi di euro. Le precisazioni del ministro tedesco delle Finanze Wolfgang Schauble, secondo cui domani non verrà stretto nessun accordo, hanno provocato una frenata sul finale di seduta.
Tra le blue chip, Intesa e Mediobanca hanno messo a segno un risultato di oltre il +4% dopo i conti. Corrono anche le azioni FCA (+3,4%) e Telecom Italia (+5,16%), favorita dalla notizia secondo cui Blackrock che ha cambiato idea sulla quota di capitale da possedere. Solo 5 i titoli in rosso: Tenaris, Saipem, Pop Emilia, Eni e Buzzi Unicem, che non ha trovato sostegno nei risultati preliminari del 2014, dai cui è emerso un fatturato sostanzialmente stabile a 2,5 miliardi di euro.
La Borsa di Atene vola +8% e i titoli bancari hanno segnato rialzi di anche il +20% durante la seduta.
Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni in ribasso dopo il boom di ieri, scende -0,40% a 132,72 punti base, a fronte di rendimenti decennali in flessione all’1,63%. In distensione anche i rendimenti sui titoli a 3, 5 e 10 anni ellenici.
La vigilia il timore sul destino della Grecia ha portato gli spread sui bond italiani e spagnoli ad ampliarsi di 12 punti base. Si è trattato della seduta peggiore in quasi quattro mesi. I tassi sui bond greci a tre anni sono balzati inoltre al record da quando il debito greco è stato ristrutturato nel 2012. Oggi la paura è rientrata e i bond di Italia e Spagna sono fuori zona pericolo.
In ambito societario è entrata nel vivo la stagione delle trimestrali delle big del settore bancario. Intesa Sanpaolo e Mediobanca hanno entrambe fatto meglio delle previsioni e i titoli sono stati premiati dai mercati.
Dal fronte economico, reso noto l’indice della produzione industriale in Italia, che a dicembre ha segnato una ripresa, dopo aver sofferto un calo nell’intero 2014.
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Attenzione sempre rivolta alla performance del Chicago Board Options Exchange Volatility Index, noto anche come VIX (in gergo, indice della paura), che misura le oscillazioni attese nei prezzi dei titoli azionari in Usa, e che ieri è balzato +7,3% a 18,55 punti, al record dal 2 febbraio e contro una media di 14,18 dello scorso mese.
L’euro -0,32% a $1,1287; dollaro/yen +0,13% a JPY 118,78; euro/franco svizzero -0,09% a CHF 1,0449. Euro/yen -0,22% a JPY 134,07. Franco svizzero rimane dunque in rialzo, nonostante le voci sugli interventi della banca nazionale svizzera per indebolire la valuta.
Riguardo alle materie prime, i futures sul petrolio WTI tornano a scendere, -1,61% a $52,01 al barile. I futures analoghi sul Brent -1,10% a $57,70 al barile. Oro -0,05% a $1.240,90. Argento -0,91% a $16,92.
Azionario asiatico misto; bene Shanghai, con l’indice di riferimento che è salito sulla scia di speculazioni secondo cui l’inflazione più bassa in cinque anni permetterà alla Banca centrale di adottare ulteriori stimoli monetari.
“Le autorità cinesi hanno una grande intenzione di ravvivare l’economia e sembrano dotate di diverse munizioni – ha commentato in un’intervista a Bloomberg Vasin Vanichvoranun, presidente esecutivo di Kasikorn Asset Management, a Bangkok – Grecia e Ucraina continueranno a essere rischi persistenti per gli investitori e la volatilità sarà elevata.
(Lna-DaC)