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Borsa Milano accelera al ribasso, occhio a segnale di doppio massimo

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MILANO (WSI) – Borsa Milano accelera al ribasso, sulla scia delle continue tensioni geopolitiche in Ucraina. Incide negativamente anche Wall Street, in preda alle vendite, con lo S&P 500 vicino ai supporti.

Ftse Mib chiude in flessione -1,65% a quota 20.627 punti.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, Mps +1,54%, Bper -2,66%, BPM -0,81%, Banco Popolare -3,06%, Intesa SanPaolo -2,60%, Ubi Banca -2,69%, Unicredit -1,39%; tra i peggiori A2A -2,91%, Enel -1,69%, Eni -1,33%, Fiat -1,44%, Mediaset -2,30%, Mediolanum -2,62%, Moncler -3,21%, Prysmian -2,11%, Stm -2,48%. Tra i pochi segni positivi, Gtech +1,72%, Pirelli +1,74%. Molto male Yoox, oltre -4%.

Sul mercato dei titoli di stato, lo spread tra Btp e Bund balza +2,90% a 182,09 punti, a fronte di un rendimento decennale +0,31% al 3,42%.

Dal fronte macroeconomico, ha deluso in Europa il dato relativo al PMI in Germania, sotto le attese in marzo, a 53,8 da 54,8 di febbraio. Giù anche indici servizi e composito.

In generale, comunque, i numeri dell’Eurozona fanno pensare a una continuazione del trend della ripresa, anche se l’indice Pmi composito dell’area a marzo è sceso a 53,2 da 53,3 punti di febbraio. Il livello rimane in ogni caso superiore alla soglia dei 50 punti, il che indica una fase di espansione in atto. È finito inoltre il periodo di contrazione in Francia.

La ripresa economica dell’Europa sta lentamente prendendo slancio, secondo quanto affermato da Standard & Poor’s in un rapporto redatto dal capo economista Jean-Michel Six, in cui si prevede per quest’anno un ritmo di crescita “in media dell’1% e dell’1,4% nel 2015, sulla base di un aumento delle esportazioni nette e di una modesta ripresa degli investimenti”. Per S&P “questo rappresenta un lieve miglioramento rispetto alle previsioni rilasciate a dicembre 2013”.

Non confortanti i dati negativi del manifatturiero cinese, ai minimi di otto mesi, che hanno però alimentato le speculazioni su possibili interventi di stimolo a favore dell’economia del paese.

Guardando al Ftse Mib, la settimana scorsa l’indice ha chiuso con un rialzo di tre punti percentuali sui massimi toccati il 20 maggio 2011. Il listino si trova a un bivio importante. Molto infatti dipenderà dalla capacità dell’indice Ftse MIB, che ha raggiunto i massimi degli ultimi tre anni sopra quota 21 mila per poi chiudere venerdì sotto tale soglia di un soffio (20.972), di riavvicinarsi a quota 21 mila punti. Tentativo che per oggi è andato fallito, almeno nella giornata di oggi.

Dal punto di vista prettamente tecnico, sul breve occhio soprattutto all’eventuale segnale di doppio massimo, figura che avrebbe implicazioni negative e sarebbe capace di proiettare un target al ribasso verso i 20450/480 punti.[ARTICLEIMAGE]

Sui mercati asiatici, chiusura in netto rialzo per la borsa di Tokyo (indice Nikkei +1,77% a 14.475,30 punti), nonostante l’ennesimo segnale di rallentamento dell’economia cinese, la seconda al mondo. Hanno aiutato il mini yen e il calo dell’oro.

Ha deluso il Pmi manifatturiero cinese misurato da Hsbc. I dati preliminari di marzo hanno mostrato una contrazione a 48,1 punti da 48,5, attestandosi sui minimi da 8 mesi, alimentando i timori per l’economia del Paese.

“La crescita della Cina continua a rallentare”, osserva Qu Hongbin, economista di Hsbc, aggiungendo che “la debolezza è dovuta alla domanda interna. Ci aspettiamo che Pechino lanci una serie di misure volte a stabilizzare la crescita”.

Sul valutario, euro -0,04% a $1,3784; dollaro/yen -0,02% a JPY 102,21; euro/franco svizzero +0,13% a CHF 1,2188. Euro/yen -0,11% a JPY 140,88.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio +0,31% a $99,77, il prezzo dell’oro -1,83% a quota $1.311,50 l’oncia.