Milano – Piazza Affari incrementa le perdite sul finale, appesantita dall’avvio esitante di Wall Street, cedendo più di un punto percentuale.
L’Ftse Mib ha chiuso in calo dell’1,65%. Prevalentemente negativa anche la performance delle altre borse europee, che in chiusura sono tornate a viaggiare sui minimi intraday. Londra fa segnare un -1,4%, Francoforte un -2,47% e Parigi un -1,62%. La borsa tedesca sconta i timori sulle banche tedesche, che avrebbero bisogno di 127 miliardi. Tra i titoli di altri settori, male Lufthansa, dopo la decisione di Deutsche Bank di rivedere al ribasso il rating. Anche Parigi vede di nuovo sotto i riflettori le preoccupazioni per i suoi istituti bancari.
All’indomani del downgrade arrivato sul rating del debito italiano da parte di Standard & Poor’s rimane la tensione sul mercato dei titoli italiani, con i rendimenti decennali che salgono oltre quota 5,7%, al 5,725%.
Lo spread Italia/Germania sale fino a quota 396. E il rischio paese, misurato dai credit default swap a cinque anni, balza al nuovo record assoluto in area 532 punti. Gli spread sono a livelli di rischio che paragonano l’Italia al Libano, nonostante l’enorme disparita’ a livello di salute del credito secondo i giudizi delle agenzie.
Piu’ in generale, stando ai dati Markit riportati da un articolo del Financial Times, i cds per proteggersi contro il rischio di default dell’Italia sono ben superiori anche rispetto a tutti gli altri paesi che fanno parte dell’Europa orientale (a parte l’Ucraina e del Medio Oriente). Intanto per la prima volta nella storia il Cds a 5 anni della Germania ha toccato i 100 punti.
[ARTICLEIMAGE]
Secondo il Fondo Monetario Internazionale l’Italia resta molto sensibile a un aumento dei costi di finanziamento e in tale contesto aspettative diverse sui fondamentali del paese possono condizionare la valutazione sulla sostenibilità del suo debito.
Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, attenzione al calo di Fiat, che ora cede quasi il 6%. Il rating sul debito è stato infatti declassato da Moody’s, con outlook negativo. Tra gli altri titoli, le banche fanno dietrofront rispetto alla mattinata: Unicredit scende del 2,10% e Ubi Banca è in ribasso del 2,64%. Mps -0,15%, Banco Popolare -4%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna (-0,97%). Giù anche Intesa SanPaolo, -1,30%. Male Mediobanca (-2,64%), i cui risultati di bilancio sono stati colpiti dalle svalutazioni effettuate sui titoli greci detenuti in portafoglio. Tra gli altri titoli buona invece la performance di Fiat Industrial, che sale del 3% circa. Acquisti anche su Banca Popolare di Milano (eccezione tra le banche con +1,36%), Impregilo (+2%) e Lottomatica (+1,69%).
In generale, in Europa, si guarda alle condizioni in cui versa il sistema finanziario, che ha sempre più bisogno di bussare alla porta della Bce per difficoltà nell’accesso ai finanziamenti in dollari. Continuano inoltre le tensioni interne all’Europa: la Bundesbank ha rifiutato la richiesta dell’Fmi di rafforzare l’acquisto dei titoli di stato, confermando come la Germania sia sempre più isolata nella gestione dei debiti sovrani. Torna alla carica il presidente della Commissione europea Jose Barroso, che sfida la Merkel, insistendo sull’apertura verso l’opzione degli eurobond, che viene considerata da molti economisti come la soluzione all’impasse europea.
Non hanno molta presa le rassicurazioni del ministro degli esteri greco Stavros Lambrinidis, che ha affermato che la Grecia rimarrà assolutamente nell’euro, e che non farà default. Un nuovo incontro con gli ispettori della troika è previsto, secondo alcune indiscrezioni, nel fine settimana. E sono proprio questi rumor ad alimentare nuovi timori, in quanto cresce la trepidazione sulla completa revisione da parte della Troika dell’economia greca.
Occhio alla performance dell’indice Stoxx Europe 600, che segna una performance al ribasso dopo aver guadagnato in cinque delle ultime sei sessioni. Da segnalare tuttavia che l’indice è ancora in ribasso del 22% rispetto al massimo testato lo scorso 17 febbraio.
Altro importante market mover della giornata di oggi l’annuncio di Ben Bernanke sulle decisioni concordate dopo la riunione due giorni del Fomc, il braccio di politica monetaria della Fed. Ma gli investitori potrebbero rimanere delusi dall’annuncio e le preoccupazioni sono su come i mercati potrebbero reagire, come fa notare Morgan Stanley. Tra l’altro, a sorpresa, è arrivata una lettera dai Repubblicani americani, che hanno invitato il numero uno a interrompere le misure di stimoli economici.
Intanto, sul fronte valutario l’euro è in lieve rialzo nei confronti del dollaro a $1,3712 (+0,06%). La valuta sale dell’1% nei confronti del franco a CHF 1,2283 (+0,48%), e avanza contro lo yen a 104,7490 (+0,14%).
RAPPORTO UNICREDIT, TITOLI A CUI GUARDARE
Atlantia (EUR10,44): non avrà alcun impatto finanziario dal declassamento del rating sovrano dell’Italia deciso ieri notte da Standard & Poor’s e può far fronte al programma di investimenti senza dover ricorrere al mercato con nuove emissioni fino al 2014; lo ha detto a Reuters l’AD Castellucci.
Bpm(EUR1,249): da stampa, oggi il CdA straordinario esaminerà la proposta di realizzare il sistema duale con un CdS a 17 membri e un comitato di gestione di 5; previsto anche un consigliere delegato.
Fiat(EUR4,308): Ubs riduce il target price da EUR8,5 a EUR7.
Finmeccamica (EUR5,265): il gruppo di difesa francese Safran ha dato mandato a Ubs e Mediobanca di valutare una possibile offerta per Avio, secondo quanto scrive Les Echos. Avio è partecipata al 15% da Finmeccanica.
Prysmian(EUR10,94): gli analisti di Ing hanno avviato la copertura con giudizio sell e target di prezzo a EUR9.
RAPPORTO UNICREDIT: MACROECONOMIA
In serata è prevista la decisione della Fed sui tassi, con la previsione unanime di un costo del denaro che rimarrà invariato vicino a zero. Il nodo centrale resta tuttavia quello del possibile annuncio di nuove misure di espansione monetaria sulle quali Bernanke sembra aver raccolto il consenso degli altri membri del comitato, anche se al momento sarebbero escluse le ipotesi più radicali, quali un nuovo programma di ‘quantitative easing’.
Gli analisti sembrano più concordi sull’ipotesi di un ribilanciamento del portafoglio esistente della Banca Centrale verso le scadenze più lunghe: l’obiettivo sarebbe un abbassamento dei tassi a lungo termine che favorisca il rifinanziamento dei mutui e il ritorno degli investitori su azioni e bond societari.
RAPPORTO UNICREDIT UNICREDIT: OBBLIGAZIONI E MONETARIO
Moody’s ha rimandato la decisione sul possibile downgrade del rating sul debito dell’Italia: in una nota di venerdì, l’agenzia ha fatto sapere che sta “continuando l’analisi sul possibile taglio del giudizio italiano fermo ad ‘Aa2’. Una decisione definitiva potrebbe arrivare entro la fine del mese di ottobre.
Tra lunedì e martedì, invece, Standard & Poor’s ha declassato il rating dell’Italia da ‘A+’ ad ‘A’ con outlook negativo, sulla base dell’indebolimento
della crescita e della presenza di un Governo “fragile” che rischiano di impedire il consolidamento delle finanze pubbliche.
Il taglio del rating italiano da parte di S&P’s ha pesato sui Btp decennali, con lo spread su Bund che, in un contesto di persistente incertezza riguardo l’evoluzione della crisi debitoria europea, è tornato ad allargarsi, avvicinandosi nuovamente ai 400 bp.
Sul mercato corporate, gli indici Itraxx mostrano un nuovo allargamento (su base settimanale) del premio al rischio, con l’indice Crossover(riferito ai non investment grade) che scambia oggi a 780 bp dopo aver sfiorato nei giorni scorsi la soglia dei 800 bp, mentre il Main (investment grade) oggi è visto a 180 bp (nei giorni scorsi era in prossimità dei 200 bp).
L’Euribor 3 mesi è stato fissato oggi all’1,537% rispetto all’1,529% di mercoledì scorso.