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Borsa Milano ai minimi dalla nascita dell’euro

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Milano – Si chiude un ciclo: i listini della Borsa Milano valgono quanto prezzavano al momento dell’introduzione dell’euro, affossati da una raffica di sospensioni per eccesso di ribasso, mentre lo spread Italia Germania ha oltrepassato i 535 punti base e i rendimenti sui Btp a 10 anni il 6,6%. Euro ai minimi dal 10 giugno. A nulla sono serviti gli interventi della Consob per arginare le perdite, e’ chiaro che il problema non e’ di speculazioni ma di mancanza totale di fiducia nelle riforme e nella stabilita’ del governo, oltre che nel meccanismo cosiddetto ‘anti spread’, che prevede l’utilizzo dei fondi ESM per comprare titoli di stato in difficolta’ che ancora non e’ diventato legge. La paura e’ che l’Italia faccia la fine della Spagna, alle prese non solo con la crisi del sistema bancario ma anche con il rischio di crack finanziario di alcune delle sue regioni autonome. Le citta’ italiane rischiano svalutazioni dell’ordine di 580 milioni di euro su entrate che difficilmente riusciranno a incassare.

Dopo il calo piu’ pesante degli ultimi tre mesi, si e’ estesa oggi la fase di ribassi per tutte le piazze finanziarie europee, che hanno scontato l’ennesima notizia negativa. Stavolta a sorpresa ha interessato la fascia ‘core’ dell’Eurozona: Moody’s ha colpito al cuore l’area della moneta unica, tagliando l’outlook di Germania, Olanda e Lussemburgo a “negativo”. Borsa Milano ha ceduto il 2,71% a 12.362,51 punti, scivolando ai minimi dalla nascita dell’euro. Tra le altre piazze finanziarie in Europa: Madrid -3,79%, Londra -0,5%, Francoforte -0,16%, Parigi -0,53%. Indice di riferimento Eurostoxx 50 -0,94%. Ieri l’indice Stoxx Europe 600 ha lasciato sul campo il 2,5% a quota 251,75, un calo che rappresentava il ritracciamento piu’ ampio dal 10 aprile.

Oltre che sulla crisi di regioni e banche spagnole, i fari sono puntati sullo smacco subito da Berlino, che si è subito ribellata alla bocciatura dell’agenzia di rating. Ma la verità è che le condizioni in cui versa il paese – per alcuni “colpa” dell’immobilismo della Cancelliera tedesca Angela Merkel – sono sempre più a rischio, visti gli sforzi economici che il paese sta compiendo per tenere a galla i Piigs piu’ in difficolta’. Il motore dell’economia Ue – che sta accusando vari colpi anche sul fronte economico – potrebbe insomma perdere la tripla AAA.

Intanto l’Italia non pare avere la forza per convincere gli investitori stranieri a comprare debito. E’ un problema non da poco, tenuto conto dei tanti miliardi di debito in scadenza quest’anno. Sul piano prettamente politico da un po’ di tempo a questa parte si incomincia addirittura a parlare di elezioni anticipate a novembre, anche se Monti ha ribadito di essere sicuro che restera’ al timone fino alla prossima primavera. Anche se cosi’ fosse, il dopo Monti e’ un futuro annebbiato pieno di incertezze. Quello che potenzialmente diventera’ il secondo partito d’Italia, il Movimento 5 Stelle, e’ dichiaratamente anti-europeista e senza esperienza a livello statale, mentre il primo partito d’Italia, il PD, da solo con IdV e Sel non dovrebbe farcela a governare, stando ai sondaggi. Non e’ pertanto escluso che la formazione di centro sinistra debba scendere a compromessi con forze centriste. Quanto alla terza potenza d’Italia, il PdL – almeno stando ai sondaggi – era al governo, potendo peraltro godere di una comoda maggioranza saldata dall’alleanza con la Lega Nord, quando i mercati hanno deciso di punire l’Italia, portandola sull’orlo del default a inizio novembre 2011. Mercati che non sono, come alcuni media vogliono far credere, un’entita’ indefinita di speculatori senza pieta’. Essi non sono solo costituiti dagli hedge funds macro piu’ aggressivi, ma anche dai fondi di gestione internazionale, dalle maggiori banche al mondo e dai grandi marchi della finanza globale. Che evidentemente non si fidano piu’ di avere debito italiano e spagnolo in portafoglio.

Ancora sotto streeta osservazione rimane proprio la Spagna, con la Catalogna che ha seguito i passi della regione autonoma di Valencia chiedendo aiuti al governo centrale iberico. Senza un sostegno finanziario esterno Madrid rischia di finire una spirale senza ritorno del debito. L’Italia e’ messa sicuramente meglio, ma potrebbe fare la stessa fine. Il decreto legge della Spending Review varato dall’esecutivo impone ai comuni di iscrivere a bilancio un fondo di svalutazione pari ad almeno il 25% dei residui attivi nelle entrate tributarie ed extratributarie piu’ vecchi di cinque anni, che finora erano venivano contabilizzati ogni anno tra gli attivi. Il Sole 24 Ore stima che il totale dei ricavi ‘dubbi’ si attesti a 2,3 miliardi. La norma mette pressioni ulteriori sulle finanze cittadine, gia’ spremute dai tagli alla spesa previsti nell’ultima misura di austerita’, la Spending Review.

Intanto in attesa delle aste di Bot e Ctz previste in settimana i rendimenti sui Btp decennali oltrepassano quota 6,5% per la prima volta da gennaio. I prezzi dei titoli italiani registrano un calo al termine di una mattinata volatile dove, in un mercato dai volumi complessivamente ridotti, gli acquisti da parte dei clienti più piccoli sono stati controbilanciati da qualche consistente ordine proveniente da grandi investitori professionali. “I volumi non sono alti; i piccoli investitori finali hanno comprato stamattina, ma basta qualche grosso ordine di vendita per far girare il mercato” spiega a Reuters il trader di una delle maggiori banche italiane.

Prova del nove del progressivo indebolimento della congiuntura tedesca è stata la pubblicazione in mattinata del dato PMI sull’attività manifatturiera, sceso a giugno a 43,3 dai 45 di giugno, al minimo in 37 mesi, ovvero in più di tre anni; l’indice dei servizi si è attestato a 49,8 dai 49,9 punti, al valore più basso in 10 mesi. Da segnalare che un valore al di sotto di quota 50 indica una fase di contrazione. “Le condizioni di business, in Germania, sono decisamente meno positive di quelle del primo semestre del 2012, specialmente nel settore manifatturiero, dove i nuovi ordini per le esportazioni sono calati al ritmo più veloce in tre anni – ha commentato nel rapporto comunicato Tim Moore, economista senior presso Markit, la società che stila gli indici – L’outlook potrebbe essere di un calo più forte del Pil rispetto al -0,2% sofferto alla fine del 2011”.

Ma le cose non vanno bene neanche per la Francia: qui l’indice manifatturiero è sceso a luglio a 43,6 punti dai 45,2 di giugno, mentre quello dei servizi è aumentato a 50,2 punti dai 47,9 precedenti. In Francia è stato reso noto anche l’indice della fiducia, che è sceso a 90 punti, al minimo dagli inizi del 2010. Gli economisti intervistati da Bloomberg avevano previsto un valore a 92 punti.

Comunicato anche l’indice Pmi composite dell’intera Eurozona, rimasto invariato a 46,4 punti, allo stesso livello di giugno, e in linea con il consensus.

Tornando alla nota di Moody’s, per l’agenzia di rating l’unico paese al momento che appare davvero virtuoso e immune alla crisi del debito è la Finlandia, il cui outlook rimane stabile. In questo contesto, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schaeuble – che incontrerà oggi con il titolare dell’Economia spagnolo Luis De Guindos a Berlino – ha definito il giudizio unilaterale e ingiusto. Intanto, dopo i forti cali delle ultime due sessioni – frenati ieri nel finale a Milano e Madrid dalla decisione delle autorità di borsa di vietare le vendite allo scoperto (nel caso di Madrid su tutti i titoli, non solo finanziari) -, oggi il quadro è meno fosco, anche se con il progredire della sessione la situazione peggiora in modo particolarmente evidente per Milano e Madrid.

Il benchmark italiano fa decisamente peggio di quello europeo: nelle sale operative si fa notare che il divieto di vendere allo scoperto i finanziari è riuscito solo parzialmente nell’intento di limitare la pressione della lettera. “Si vendono STMicro, Fiat, Eni. Ieri hanno messo un cerotto, ma la ferita è molto più grande”, osserva un trader a Reuters un trader di Piazza Affari, pur concedendo che, essendo il nostro un indice prevalentamente bancario, il provvedimento è comunque servito ad arginare la volatilità.

Nella giornata di ieri la Consob ha reintrodotto il divieto di vendite allo scoperto sui titoli bancari e assicurativi italiani. Il provvedimento resterà in vigore tutta la settimana. Un gruppo di azionisti di Banco Popolare ha scritto a Wall Street Italia chiedendosi però come mai lo stop sia stato imposto alle 13 circa, dopo che sul listino e’ stato disegnato il doppio minimo storico assoluto (2009/2012).

ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Affondano A2A -7,22% e le banche, in particolare Intesa Sanpaolo e Mediobanca: sospese per eccesso di ribasso, chiudono a -4,51% e -7,67%, nell’ordine. Molto male anche Popolare Emilia Romagna -6,52%, Ubi Banca -6,77% e Mediolanum -5%. MPS è stata sospesa anch’essa, ma e’ poi rientrata agli scambi per poi archiviare la seduta -3,24%. I sell si abbattono anche su Ubi Banca e Unicredit. Tra i titoli in controtendenza Pirelli +5,66%, Saipem +0,75%, Tod’s +0,56% e Fiat Industrial +0,49%.

BTP – Il differenziale tra Btp e Bund a dieci anni ha concluso la giornata di contrattazioni di ieri con +3,25% a 514,23 punti base, allontanandosi dai massimi intraday, quando aveva ampiamente superato quota 520. Oggi lo spread torna a salire sopra i 535 punti base (massimi testati a 537 punti base). Tasso BTP a 10 anni in netto rialzo al 6,61%. E’ la prima volta da gennaio che viene superata la soglia di 6,5%. Stesso record anche per il due anni che cresce di ben 42 punti base sopra il 5%.
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Tassi spagnoli a 10 anni sopra il 7,60% (+1,52%) al nuovo record storico e spread a 637 punti base. La decisione di Moody’s si riflette soprattutto sui Bund tedeschi, oggetto di un sell off in avvio; tuttavia con il passare degli scambi le vendite sui titoli si sono smorzate e il risultato è che i rendimenti tedeschi, dopo essere balzati +7,23% all’1,26%, fanno +4,43% all’1,22%.

Occhio ai risultati dell’asta spagnola: Madrid ha collocato bond a tre e sei mesi, a tassi medi più elevati del collocamento precedente. La domanda è stata buona, ma i mercati non accolgono certo con favore l’incremento dei rendimenti.

VALUTARIO – L’euro scende sul dollaro a $1,2067 (-0,41%). Testati anche i minimi dal 10 giugno a $1,2059. Dollaro/yen -0,18% a JPY 78,22, mentre euro/yen -0,45%, a JPY 94,54.

MATERIE PRIME – I futures sul petrolio giù -0,23%, a quota $87,94 al barile, mentre le quotazioni dell’oro a $1.574,60 l’oncia (-0,18%).

HIGHLIGHT DI GIORNATA

– Spending Review: citta’ costrette a svalutare 580 milioni di euro in entrate tibutarie

– Spagna: dopo Valencia anche la Catalogna ha chiesto aiuto al governo centrale.

– Germania: in Parlamento non c’e’ maggioranza per aiuti Grecia

Germania: nel settore privato la contrazione piu’ grave da tre anni

Dai tempi di Mussolini Borsa italiana mai cosi’ economica

Asta Spagna: tassi a tre e sei mesi in rialzo, domanda buona

Nuovo incontro Fmi – Grecia: revisione del programma economico

Crisi: Pmi composito Eurozona in linea con stime a luglio

Roubini: la ripresa Usa è una favola

Stm: 2* Trim Perdita Netta A 75 Mln Di Dollari, Scendono Ricavi

Commercio Estero: Istat, A Giugno Avanzo Extra-ue Di 1.519 Mln

Crisi/Ft: Italia, serve riforma politica non elezioni anticipate

Grecia: La Troika Ad Atene. Tsipras, Austerity Portera’ A Collasso

Tonfo mercati: per Monti la colpa e’ dei dubbi sullo scudo limita spread

Lotta aperta tra finanza e democrazia: non si può più andare avanti così

Madrid e gli edifici fantasma: dove il mattone è in svendita totale

Spagna chiede linea di credito a Germania per evitare collasso

Crisi: Juncker Su Moody’s, Forte Impegno Per Stabilita’ Eurozona

Cambi: euro ancora debole a quota 1,2121

Euro in leggero ribasso sul dollaro, alle 8.20 italiane a $1,2110 (-0,03%).

Crisi: spread Btp-Bund in calo a 502 punti

Petrolio: in calo a 87,87 dollari

Oro: in aumento a 1.579,73 dollari l’oncia

– L’indice Nikkei della Borsa di Tokyo chiude con -20,23 punti (-0,24%) a 8.488,09.

Borse Asia: rischi Europa e la Spagna fa più paura

Moody’s su Germania, Olanda e Lussemburgo: outlook negativo

Thailandia: cuore del sudest asiatico, porta d’Oriente per le aziende italiane

Scandalo Libor nulla in confronto alla farsa del Pil cinese

Sell a Wall Street: la crisi Eurozona porta ad acquisti di Treasury

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