Mercati

Borsa Milano avanza prima di Natale, Pil Usa schiaccia l’euro

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO (WSI) – Piazza Affari chiude in rialzo una seduta tranquilla con acquisti diffusi su quasi tutto il listino e volumi contenuti in vista delle festività di fine anno: l’indice Ftse Mib ha chiuso in aumento dell’1,46% a 19.352 punti. A spingere gli acquisti e’ stata la revisione al rialzo del Pil statunitense nel terzo trimestre con un +5% che rappresenta il miglior periodo luglio-settembre da 11 anni.

Il mercato italiano fa meglio dell’Europa, che cala dai massimi sulla Grecia che non è riuscita a eleggere il nuovo presidente della Repubblica.

L’indice europeo FTSEurofirst é in rialzo dello 0,43%. Londra sale dello 0,14%, Parigi dell’1,32%, Francoforte dello 0,44%.

Per quanto riguarda il petrolio, a New York il Wti registra un recupero dell’1,38% a 56,02 dollari al barile mentre il Brent del Mare del Nord sale dello 0,65% a 60,5 dollari. Sul fronte dei cambi, il dollaro si e’ rafforzato dopo il dato sul Pil e l’euro e’ scivolato sotto quota 1,22 dollari a 1,2181 dollari (da 1,2257 ieri sera). Il rapporto euro/yen si attesta a 146,92 mentre il cambio fra dollaro e yen e’ fissato a 120,64

MPS chiude in rialzo dell’1,3% dopo il tentativo di rimbalzo che nella mattinata lo ha portato fino a +3%. Fiat Chrysler prosegue il rialzo delle ultime sedute, ma ancora ben sotto i massimi segnati in vista del collocamento di azioni e del bond convertendo. Seat Pagine Gialle ieri ha segnato un forte ribasso, ma sulla base di una valutazione del titolo (quella di venerdì scorso) che non teneva conto dell’aumento di capitale fortemente diluitivo legato alla ristrutturazione del debito. Ieri e oggi la capitalizzazione non é lontana dalla stima degli adviser sulla società, intorno a 200 milioni di euro, che corrispondono a 0,31 centesimi.

Due gli appuntamenti chiave di giornata: il secondo turno per votare il Capo di Stato in Grecia e la pubblicazione del Pil Usa, visto in accelerazione al 4,3%. Ad Atene il candidato proposto dalla coalizione al governo non ha vinto e mancano ancora 12 voti a Samaras per riuscire a fare eleggere Dimas lunedì.

Le attività di lobbysta el premier hanno permesso al candidato del governo di guadagnare 8 consensi preziosi tra gli indipendenti pro Unione Europea. Con un nulla di fatto si andrà definitivamente alle elezioni anticipate, che potrebbero voler dire vittoria del partito anti austerity Syriza.

Gli analisti politici prevedono che il governo non ce la farà a far salire alla presidenza Stavros Dimas. La socrsa settimana 160 parlamentari hanno votato il candidato della coalizione di governo.

Samaras ha allora promesso che verranno indette in ogni caso elezioni anticipate alla fine del 2015 se Dimas verrà eletto. Anche con l’aiuto degli indipendenti che hanno cambiato idea negli ultimi giorni, il premier è lontano dai 180 voti, il minimo necessario al terzo scrutinio.

Sul mercato europeo dei titoli di Stato è calma piatta. Il rendimento del Btp tricolore viaggia a 1,94% – minimi storici dalla nascita dell’euro – con lo spread rispetto al Bund che resta stabile a 134 punti.

Sul fronte macro, l’economia francese è cresciuta dello 0,3% nel terzo trimestre. Confermate le stime preliminari. Il Pil ha fatto +0,4% su base annuale.

In ambito societario occhi puntati su Societe Generale. Il Wall Street Journal ha scritto che a causa della crisi finanziaria della Francia, la banca potrebbe rimandare gli obiettivi di redditività di diversi anni.

Le società occidentali, intanto, stanno riducendo gli investimenti in Russia, rimpatriando denaro e consultandosi con le banche per trovare un modo con cui proteggere i propri profitti dall’indebolimento del rublo e dal peggioramento delle prospettive della crescita economica.

Focus anche sui titoli dei gruppi energetici, dopo che i prezzi del greggio stanno rimontando, favoriti dalle previsioni positive per i dati economici che verranno resi noti negli Stati Uniti.

Dopo che l’Opec ha ribadito che non aumenterà la produzione di petrolio per altri sei mesi, l’Iraq ha detto di voler aumentare la produzione di greggio l’anno prossimo. Il cartello dei grandi paesi esportatori di petrolio ha promesso che non taglierà la produzione di greggio nemmeno se i prezzi scenderanno a 20 dollari al barile.

In Asia la fine del rally prenatalizio dei titoli legati alle materie prime pesa sugli indici di Borsa principali. È il primo calo in 4 giorni.

L’indice MSCI della regione Asia Pacifico, escluso il Giappone, ha perso mezzo punto percentuale. Il settore dei materiali di base cede l’1,9%, mettendo la parola fine a un rally durato tre giorni.

Shanghai ritraccia dai massimi del 2010, mentre i mercati giapponesi sono chiusi per le feste.

(DaC-mt)