Mercati

Borsa Milano cala -1,5%, pesa Cipro. Goldman ottimista

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO (WSI) – Il caso cipriota torna sotto i riflettori delle sale operative europee e accelera il processo di caccia ai profitti sui mercati azionari. Borsa Milano chiude in rosso, incrementando le vendite nel pomeriggio, dopo che e’ emersa l’apertura di un nuovo imbarazzante buco nei conti dell’isola. Dopo quattro giorni consecutivi di rialzi per l’indice di riferimento Stoxx 600 le borse accusano ribassi consistenti. Si interrompe la corsa dell’euro: la moneta unica ha bucato quota $1,31. Spread Btp Bund stabile sotto i 305 punti base e oro preso di mira dai ribassisti. Il listino Ftse Mib ha perso l’1,5% a 15.780,08 punti, Londra lo 0,55%, Francoforte l’1,66%, Parigi l’1,29% e Madrid l’1,82%. Questo in estrema sintesi il quadro dell’ultima seduta di una settimana nel complesso positiva per i mercati europei.

“Una solida settimana di guadagni ha saziato i rialzisti – ha commentato in una intervista rilasciata a Bloomberg Jonathan Sudaria, trader presso Capital Spread a Londra”. Detto questo, Goldman Sachs è fiduciosa sull’azionario e ritiene che i rendimenti dell’azionario saranno in Europa del 19%, del Giappone del 15% e degli Stati Uniti del 9%: a suo avviso, i ritorni che saranno garantiti dagli indici azionari rimarranno forti e appetibili fino al 2015.

Gli operatori temono pero’ che possa essere necessario un nuovo pacchetto di aiuti per l’isola cipriota, anche se qualche minuto fa il ministro delle Finanze tedesco ha escluso che la cifra di 10 miliardi già concordata sia negoziabile. Il tema sarà oggetto di confronto nel meeting tra i ministri delle Finanze dell’Ue oggi e domani. L’Eurogruppo comunica il via libera al bailout a Cipro da 10 miliardi di euro. Si teme tuttavia che gli aiuti potranni salire a 23 miliardi da 17. Il lascia passare del Fondo europeo di salvataggio – ovvero dell’Esm – arriverà entro il 24 aprile.

Il benchmark azionario di riferimento europeo, lo Stoxx 600, rimane in crescita +5,5% dal 2013. Intanto, da Wall Street arriva il giudizio positivo sull’indice azionario che metterà a segno un rialzo +20% dai livelli attuali.

A Piazza Affari, il Ftse Mib viaggia al di sotto della soglia a 16.000 punti; dal fronte economico viene pubblicato il dato sull’inflazione. Occhio al carrello della spesa, che frena del 2% su base annua, in ulteriore rallentamento dal 2,4% di febbraio. Si tratta del valore più basso dal settembre del 2010. Il dato complessivo scende su base annua all’1,6% nel mese di marzo e si attesta anch’esso ai minimi dal 2010.

Sempre riguardo all’Italia, scende il debito pubblico e aumentano le entrate tributarie, nel mese di febbraio. Dall’Europa arriva il dato Ue sulla produzione industriale, a febbraio +0,4% su base mensile ma -3,1% su base annua.

Al di là dei dati economici, l’Italia si conferma elemento di instabilità per l’Eurozona intera, considerata l’assenza di un governo. Il 45% degli italiani è a favore di un inciucio Pd-Pdl, mentre per il 37% sarebbe meglio cambiare la legge elettorale e poi recarsi al voto. In questo contesto, lo spread torna a rialzare la testa.

Intanto, in un contesto sociale sempre più a rischio, il paese elargisce 40 miliardi di euro all’Esm, mentre le aziende chiudono. Come se non bastasse arriva il rapporto della società di ricerche Ref, che sottolinea che l’uscita dell’Italia dalla crisi sarà molto lenta.

Riviste al ribasso le stime macroeconomiche per il 2013. “La domanda interna resta depressa anche perché le aspettative non possono che essere orientate al pessimismo. La variazione del Pil resta pesantemente negativa nel 2013, anche per effetto del trascinamento statistico sfavorevole ereditato dalla chiusura dell’anno passato”, commentano gli economisti di Ref. Il calo del Pil è stimato così per il 2013 a -1,6% dal -1,3% previsto a gennaio.

Sui mercati globali, pausa per l’azionario asiatico, con l’indice di riferimento MSCI Asia Pacifix Index che è sceso dal massimo in 20 mesi, riducendo il rally settimanale più forte dal mese di settembre. Sotto pressione soprattutto i titoli azionari giapponesi, che hanno scontato il rafforzamento dello yen nei confronti del dollaro.

“La grande domanda a questo punto è se il rally è sostenibile – ha detto, intervistato da Bloomberg, Masahiko Ejiri, gestore diu fondi presso Mizuho Asset Management – Ci dovrebbero essere ancora flussi in arrivo in Giappone. Ma non abbiamo ancora assistito ad alcun cambiamento significativo dell’economia nipponica. Gli stimoli monetari sono facili da lanciare, ma cambiare l’economia è un compito duro”.

Indice Nikkei sotto pressione, ha perso -0,5% circa, con volumi che si sono confermati superiori +45% rispetto alla media degli ultimi 30 giorni, complice la scadenza di alcuni contratti sulle opzioni. In calo -0,7% l’indice Shanghai Composite.

BTP – Spread Btp-Bund a 10 anni +2% circa a 305,82 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali +0,31% al 4,33%. Lo spread sale fino a 311 punti durante la sessione.

ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Tra i titoli rimane osservata speciale Telecom Italia (+3,76%), dopo che il colosso cinese Hutchinson Whampoa ha espresso l’obiettivo di diventare primo socio di riferimento. Le quotazioni mettono a segno un balzo fino a oltre +4%. Schiacciata in rosso Mediaset (-4,86%), che ritraccia dopo il balzo di ieri sulle indiscrezioni, poi smentite dalla società, di vendita delle attività Premium. Venduti anche i bancari, in particolare le Popolari, e Fiat (-3,6%).

TRA GLI ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,37% a $1,3053; dollaro/yen -0,53% a JPY 99,14; euro/franco svizzero -0,17% a CHF 1,2171. Da segnalare come il quadro tecnico del rapporto euro/dollaro rimanga rialzista.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -1,15% a $92,43, oro -1,8% a 1.536,80. Il metallo giallo e’ preso di mira dai ribassisti: sotto il profilo tecnico e’ stato rotto un importante livello al ribasso. Occhio in generale alle materie prime che dovrebbero garantire rendimenti più fruttuosi.

SPUNTI DAL DESK

JP Morgan batte le attese, ma le borse non fanno una piega.

Stress test più severi per le banche europee. La misura sarà discussa nel meeting dell’Eurogruppo.

Per il Portogallo un secondo bailout?.

Prezzi cacao al massimo in nove settimane.

Differenziale WTI-Brent al minimo in 52 settimane.

Forte crisi per i titoli semiconduttori.. Barclays rivede al ribasso il rating del comparto a “neutral” da “positive”, facendo notare che la “crescita nel settore è molto più debole di quanto ci si possa aspettare”.

Prese di beneficio sulle Borse Ue. Lo spread torna a quota 305 punti.

L’indice azionario che balzerà +20% in un anno.