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Borsa Milano cede -4,44%. Nuovo allarme Grecia

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MILANO (WSI) – Il mercato è entrato in modalità DEFCON 1, lo stato di allarme rosso in tempi di guerra delle forze militari americane. Peggiora sempre di più la perfromance di Piazza Affari, complici i dati macro Usa deludenti, le preoccupazioni sulle condizioni di salute dell’economia europea e il propagarsi de virus Ebola.

La seconda infermiera di Dallas ad avere contratto il virus, all’ospedale Texas Health Presbyterian, pare abbia viaggiato in aereo il giorno prima di aver mostrato i sintomi della malattia. Lo riportano i media Usa. I rumor circa la messa in quarantena di sei passeggeri, risultati positivi ai test medici, all’aeroporto di Barcellona ha fatto il resto. Le autorità sanitarie e di sicurezza spagnole non hanno però confermato.

In Grecia si teme che il partito anti-euro all’opposizione, Syriza, possa salire al potere presto (i sondaggi lo danno in vantaggio), mentre i conservatori al governo stanno facendo il possibile per uscire dal piano di aiuti della Troika per guadagnare consensi in vista della possibilità di elezioni anticipate.

La piazza finanziaria di Atene cede il 10% (-16% in due giorni) e alimenta la fuga verso porti sicuri con il rendimento del Bund tedesco a 10 anni su minimi record sotto lo 0,8%. Il listino Ftse MIB ha perso il 4,44% a 18.304,99 punti, mentre lo Spread tra Btp e Bund a 10 anni prosegue a passo spedito verso i 170 punti base, il top in due mesi. I tassi sui Treasuries Usa decennali hanno bucato il 2%. L’euro sale sul dollaro sopra $1,2790. Londra cede il 2,5% e l’Eurostoxx europeo di riferimento il 3% e Parigi più del 3%, tra volumi molto elevati. Ribassi di oltre 7 punti percentuali per le Popolari e MPS. La lettera si abbatte anche su Mediaset.

La Borsa greca, che non accusava perdite così ingenti da 6 anni, ha ritracciato del 50% dai guadagni incamerati dopo le promesse di Draghi di fare tutto in suo potere per salvare l’euro, il famoso “whatever it takes” pronunciato a luglio 2012 (vedi grafico più sotto).

A Wall Street intanto i principali indici di Borsa viaggiano in forte ribasso con gli investitori che digeriscono vendite al dettaglio molto deludenti, trimestrali societarie contrastate e la notizia di un nuovo caso di ebola diagnosticato negli Stati Uniti. Erosi tutti i guadagni messi a segno dall’S&P 500 da inizio anno.

Se anche la maggiore economia al mondo si ferma sono guai per la ripresa mondiale. Le vendite al dettaglio sono scese dello 0,3% in settembre, facendo peggio del -0,1% previsto dagli analisti e in peggioramento dallo 0,6% di agosto. Le vendite escludendo il comparto auto sono calate dello 0,2%, contro le previsioni di un miglioramento dello 0,2% e il risultato del mese precedente pari a +0,3%.

Nuovi numeri sconfortanti sono arrivati con la pubblicazione del Pil italiano del secondo trimestre, che è sceso -0,3%, peggio delle previsioni. Sono tre anni, esattamente dal 2011, che il Pil italiano ha smesso di crescere. Inoltre l’Istat ha comunicato anche il rialzo del deficit al 3,8%.
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A scuotere l’azionario è soprattutto il rinnovarsi dei timori sulla Grecia, con i tassi decennali che continuano la loro corsa dopo aver sfondato al rialzo, in settimana, la soglia del 7%. Un alert sulle banche greche è stato lanciato da Fitch.

Sul mercato dei titoli di stato, il nervosismo alimentato dalla Grecia porta lo spread BTP Bund a balzare +4,85% verso i 160 punti base, a fronte di rendimenti decennali al 2,36%. Euro in rialzo a 1,2745 dollari.

A Milano male le banche, Eni e Telecom (-4%). Sul gruppo tlc pesano le dichiarazioni dell’AD Patuano, che ha raffreddato gli animi degli investitori che si aspettavano una cessione di Tim Brasil, anche se tra gli analisti molti pensano che tutte le opzioni siano ancora aperte.

In controtendenza invece Luxottica dopo i crolli delle ultime 2 sedute a seguito delle dimissioni dell’Ad Enrico Cavatorta. Il titolo lima però i guadagni a +0,66% a 36,44 euro, recuperando comunque parte degli oltre 2 miliardi di euro di capitalizzazione bruciati nelle sedute di lunedì e martedì. Il presidente Leonardo Del Vecchio si è impegnato a presentare un nuovo amministratore delegato al consiglio di amministrazione il prossimo 29 ottobre, in concomitanza con la trimestrale.
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Gli acquisti di titoli di Stato si estendono non solo ai Bund, i cui rendimenti decennali sono scesi sotto lo 0,8%, ma anche agli altri paesi euro e non solo quelli storicamente più legati alla Germania, come Austria, Olanda e Finlandia. Acquisti anche sui bond francesi, con il decennale sceso al minimo record dell’1,16%. I periferici però tornano a soffrire.

Sul mercato valutario, l’euro in rialzo di oltre l’1% sul dollaro a $1,2791. Biglietto verde ai minimi di 5 settimane sulla divisa giapponese (a 106.02 yen).

Tra le commodities, l’oro prezza +0,15%, a $1.236.20 l’oncia. I futures sul petrolio tornano a cedere terreno allungando la striscia negativa che ha portato il mercato in una condizione di orso e che ha comportato cali di quasi il 7% negli indici benchmark di Arabia Saudita e Emirati Arabi Uniti. A New York i contratti scambiano in forte calo a $80 il barile.