Economia

Borsa Milano chiude in calo (-1,02%) sotto il peso dei bancari

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MILANO (WSI) – Piazza Affari negativa, Ftse Mib chiude sopra i minimi a -1,02% a 23.473 punti. I mercati europei interrompono la fase rialzista durata cinque sessioni. Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni in flessione a 111,63 punti base, a fronte di tassi sui BTP decennali all’1,76%. Rendimenti sui Bund decennali +1,25% allo 0,64%.

Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib attenzione rivolta a Unicredit, dopo che la sua controllata polacca Bank Pelao ha reso noto utili in ribasso -10% a 619 milioni di zloty, comunque battendo le attese.

Ma il titolo cede comunque, -1,41%, allineandosi al trend negativo delle banche, con Mps -2,2%, Bper -2,16%, BPM -1,98%, BP -2,50%, Intesa SanPaolo -2,95%, Ubi Banca -2,41%; tra gli altri titoli scambiati Eni -1%, FCA invariata nonostante i dati sulle immatricolazioni in Italia, che sono balzate a luglio +19,3%, con una quota di mercato cresciuta al 28,45% dal27,3% del luglio del 2014. Il titolo azzera comunque le perdite.

Finmeccanica -2,01%, Stm -1,76%, Yoox -2,35%. Pochi i titoli positivi, tra cui Pirelli e Prysmian. In particolare Prysmian +1,88% beneficia della nota positiva di Morgan Stanley, che ha reiterato il rating “overweight”, rivedendo al rialzo il target price da 22,5 a 23,5 euro.

Tra i titoli europei sotto i riflettori Royal Bank of Scotland, dopo che il governo UK ha venduto a sconto rispetto al valore di chiusura di lunedì la partecipazione del 5,4% che deteneva nella banca.

Focus anche su BMW, che ha assistito a un balzo +20% del suo giro d’affari nel secondo trimestre e Credit Agricole, seconda banca francese, grazie al rialzo della reddività.

Sul mercato valutario, l’euro +0,27% sul dollaro a $1,0980. Dollaro/yen invariato -0,06% a JPY 123,95. Euro/yen +0,21% a JPY 136,10; euro/sterlina +0,18% a GBP 0,7039, euro/franco svizzero +0,36% a CHF 1,0651.

Tra le materie prime, i futures sul petrolio Usa recuperano terreno dopo i forti smobilizzi delle ultime ore, che hanno interessato anche il Brent. I futures recuperano +2,15% a $46,14 al barile, Brent +1,45% a $50,24. Oro +0,17% a $1.091,20, argento +0,41% a $14,58.

Sui mercati asiatici, balzo di Shanghai, oltre +3%. L’indice Shanghai Composite ha più che raddoppiato i guadagni nel pomeriggio, probabilmente incoraggiato dalla notizia dell’intenzione delle autorità di Pechino di rafforzare gli interventi contro le operazioni di vendite allo scoperto delle azioni.

Stando ad alcuni report di media, i due principali mercati azionari della Cina hanno stilato nuove regole che renderebbero ancora più difficile per gli speculatori riuscire a trarre profitto dalle oscillazioni dei corsi azionari, tanto che Citic Securities, China Great Wall Securities e Huatai Securities hanno annunciato che sospenderanno temporaneamente i loro servizi di vendite allo scoperto.

Nikkei sotto pressione con -0,14%, Hong Kong piatta con +0,06%, Sidney +0,33%, Seoul +0,97%. A Tokyo hanno continuano a prevalere i timori sulla Cina e sul calo dei prezzi delle commodities: hanno perso infatti soprattutto i titoli che sono esposti all’economia cinesi, come il produttore di attrezzature per l’edilizia Komatsu e Hitachi Construction Machinery.

A Sidney il mercato è stato sostenuto dai finanziari, anche se il settore ha mostrato comunque alcune note di debolezza, come quelli di National Australia Bank e Westpac. La Reserve Bank of Australia, ovvero la Banca centrale australiana, ha mantenuto i tassi al minimo record del 2%.

L’indice benchmark della Malesia è sceso -1%, con il ringgit che ha oscillato attorno al nuovo minimo in 17 anni, a 3,86 contro il dollaro. (Lna)