MILANO (WSI) – Dopo aver accelerato al rialzo – complice la nota di Fitch – secondo cui la maggior parte delle banche europee supererà gli stress test della Bce – ed essere balzato oltre +1%, il listino Ftse MIB azzera i guadagni e chiude in territorio negativo, -0,32% a 19.139 punti, condizionato dai cali di Wall Street.
Lo S&P 500 scende sotto un importante livello di supporto, rappresentato dalla media mobile degli ultimi 200 giorni. E’ la prima volta in due anni che l’indice viola tale soglia.
Il Ftse Mib, che venerdì ha ridotto a +1,16% i guadagni da inizio anno, disegnando una Doji candle, ha archiviato la settima seduta negativa nelle ultime 8. Le settimane negative consecutive sono invece 5. Anche se molto indebolita, tuttavia, la tendenza di fondo resta rialzista, secondo i graficist. La chiusura della scorsa settimana è stata grosso modo identica a quella iniziata l’8 agosto scorso, 10 settimane fa, un valore da cui poi partì il rialzo estivo.
Bene l’asta di Btp a 3, 7 e 30 anni, con il Tesoro che ha collocato 6,75 miliardi, sulla parte alta della forchetta prevista. Stabili i tassi in attesa, la settimana prossima, dell’emissione del settimo Btp Italia indicizzato all’inflazione.
Sul mercato dei titoli di stato, lo spread tra Btp e Bund decennali +0,84% a quota 148,08 punti base circa, con un rendimento del titolo italiano al 2,33%. Venerdì scorso il differenziale aveva chiuso a 143,70 punti.
Sul fronte macro in Germania i prezzi all’ingrosso sono scesi -0,9% a settembre. I dati alimentano l’ansia da deflazione. Le esportazioni cinesi nel frattempo sono salite del 15,3% su anno a settembre. Il valore delle esportazioni ha raggiunto 213,7 miliardi di dollari, mentre le importazioni sono cresciute del 7 per cento anno su anno a 182,7 miliardi di dollari.
Tra le singole storie, oggi è stato il grande giorno di FCA, che ha debuttato con un dual listing a New York e a Piazza Affari.
La performance è stata inizialmente positiva su entrambe le piazze, ma l’entusiasmo si è poi smorzato. D’altronde alcuni fattori, tra cui il problema del debito, lasciano intravedere difficoltà nel trend a lungo termine del titolo. Per Fiat si chiude ufficialmente una storia di 115 anni che la lega a Torino e all’Italia. FCA nel finale ha guadagnato +1% circa.
E’ proseguita la pioggia di vendite su Luxottica. Il titolo inizialmente non è riuscito a fare prezzo, per poi cedere fino a -10%, a causa di altre turbolenze dopo l’addio del ceo Guerra meno di due mesi fa. Enrico Cavatorta, che Leonardo Del Vecchio aveva voluto allora, se ne va. Le chiavi andranno a Massimo Vian, vicino alla moglie del fondatore del gruppo del lusso. Nel finale quotazioni in ribasso -9,23%.
Guardando ad altri titoli scambiati sul Ftse Mib, tra i bancari Mps +1,30%, Bper -0,57%, BPM +1,06%, Banco Popolare +1,40%, Ubi Banca invariata, Unicredit +0,34%, Intesa SanPaolo +0,91%; tra altri titoli, male Enel -1,30%, Campari -3,39%, Generali -1,33%, Saipem -2%, Pirelli +2,57%, forti vendite anche su Stm, -5,3%. Telecom Italia ha ceduto -2% circa.
Sugli altri mercati il dollaro scende, così come il petrolio – su cui pesano le voci di spaccature in seno all’Opec – mentre yen e oro guadagnano terreno.
Le preoccupazioni degli operatori sono legate alla debolezza dell’economia globale e al fatto che le promesse della Federal Reserve di mantenere i tassi bassi non riusciranno da sole a contrastare il rallentamento della ripresa.
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Da parte loro le Borse asiatiche hanno proseguito la scia ribassista, dopo i 1.540 miliardi di dollari usciti dai mercati azionari mondiali la settimana scorsa.
La piazza di Tokyo è stata chiusa per festività , mentre in Cina a peggiorare la situazione è stata la notizia che ha visto protagonista uno dei maggiori gruppi immobiliari del paese, Agile Property Holdings. Il titolo ha perso il 31% in borsa e che l’amministratore delegato è agli arresti domiciliari. La società ha un debito di oltre 8 miliardi di dollari. L’indice MSCI della regione Asia Pacifico ha toccato i minimi da marzo.
Sul mercato valutario, l’euro +0,40% a $1,2678. Dollaro/yen -0,26% a JPY 107,38; euro/franco svizzero -0,07% a CHF 1,2078. Euro/yen +0,13% a JPY 136,12. Contro lo yen il dollaro è arrivato a toccare quota JPY 107,06, al valore più basso dallo scorso 16 settembre.
Tra le commodities, l’oro fa +0,70%, a $1.230,30 l’oncia. I futures sul Wti si attestano ancora in ribasso, -1,25% a $84,75 al barile, dopo essere scivolati in una condizione di mercato orso la scorsa settimana.