MILANO (WSI) – Piazza Affari si sgonfia a fine seduta, trascinata dalle banche che perdono lo slancio iniziale, all’interno di un panorama europeo che con modesti progressi consolida i guadagni innescati venerdì dai dati sull’occupazione Usa migliori delle attese.
L’indice FTSE Mib chiude in calo dello 0,4% a 20.119 mentre in Europa il FTSEurofirst 300 segna +0,1% circa. Volumi nel finale per un controvalore intorno ai 2 miliardi di euro.
Chiude a 143 punti base lo spread tra il Btp e il Bund tedesco. Il tasso sul decennale del Tesoro si attesta al 2,33%. Il differenziale della Spagna termina a 123 punti base col rendimento dei Bonos al 2,13%.
Cala il petrolio, euro prova a staccarsi da $1,25. Il dollaro supera per la prima volta i 40 rubli.
Tra i singoli titoli in evidenza Moncler, che balza di oltre il 3% dopo la promozione a ‘buy’ da parte di BofA Merrill Lynch, che assegna un nuovo prezzo obiettivo di 14,4 euro, un rialzo potenziale del 31% dopo la recente debolezza del titolo. Bene anche gli altri titoli del lusso con Ferragamo a +2,6%, Yoox a +1,4% e Tod’s a +1,1%.
Ben comprata Cnh con un +3,9% e volumi sopra la media. Miste nel finale le banche. Se Pop Milano con +0,9% e Pop Emilia con +0,65% restano positive, sebbene sotto i massimi intraday, Unicredit, Mps e Banco Popolare registrano moderati ribassi e Intesa SanPaolo è piatta. L’indice settoriale italiano cede lo 0,16% mentre a livello europeo il comparto avanza dello 0,6%. Proseguono le vendite su World Duty Free (-2,3%) dopo il calo di oltre il 10% registrato venerdì. Perde l’1,5% Telecom Italia, mentre proseguono le speculazioni su possibili operazioni in Brasile e su Metroweb.
GTech sale dello 0,7% a 18,6 euro, al di sotto del prezzo fissato per il diritto di recesso a 19,174 euro.
Sul versante macro ancora cattive notizie dalla Germania. Gli ordini all’industria sono calati molto più delle attese in agosto, in flessione ad agosto del 5,7% – la più forte dal 2009 – rispetto al mese precedente, dopo il +4,9% di luglio. Il dato è superiore al calo del 2,5% atteso in media dagli analisti. La domanda dall’Eurozona è calata del 5,7% e quella da altri Paesi del 9,9%.
Il clima di fiducia nella zona euro è sceso per il terzo mese di fila. L’indice Sentix fa pensare a una recessione tecnica per il blocco a 18 nei prossimi sei mesi. I numeri sono i peggiori da maggio 2013 e l’indice a ottobre è calato dal +10 di inizio anno al -13,7 dell’ultima lettura, che si confronta con le attese per un -11 e con il dato del mese precedente di -9,8. È il minimo da maggio 2013.
I brutti numeri arrivati in particolare dalla Germania hanno portato i tassi sui Bund decennali a scendere allo 0,91%, appena 4 punti base superiori rispetto al minimo record.
Da segnalare che la scorsa settimana l’indice di riferimento dell’azionario europeo, lo Stoxx Europe 600 Index ha perso -2,1%, registrando il calo più forte dal giugno del 2013, sulla scia dei timori degli investitori, preoccupati che il piano di acquisto di ABS da parte della Bce non sarà sufficiente per contrastare la deflazione e la stagnazione in corso in Eurozona. Il listino ha perso -3,7% rispetto al record in sei anni testato a giugno. Oggi i volumi scambiati sull’indice sono, stando ai dati compilati da Bloomberg, inferiori -10% dalla media degli ultimi 30 giorni.
Sessione positiva in generale per i mercati azionari asiatici, che hanno interrotto una serie di sei sedute consecutive in ribasso, guardando con favore alla pubblicazione, lo scorso venerdì, del rapporto sull’occupazione Usa.
Allo stesso tempo, tuttavia, la forza del dollaro Usa rischia di compromettere gli utili aziendali americani, riducendo la domanda internazionale e aumentando i costi degli affari oltre oceano.
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La Borsa di Hong Kong ha riportato un trend positivo, salendo +1% circa, mentre i manifestanti della rivoluzione degli ombrelli, pur restando in strada a protestare, hanno avviato le prime trattative con il governo. In crescita anche Tokyo, con il Nikkei che ha chiuso con un rialzo +1,16%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro +0,48% a $1,2576; dollaro/yen -0,55% a JPY 109,13; euro/franco svizzero +0,15% a CHF 1,2123; euro/yen -0,07% a JPY 137,22. Generale rallentamento del dollaro, che scende dal massimo in quattro anni.
Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,86% a $88,97 al barile, quotazioni oro +0,70% a $1.201,20. L’oro ha dunque recuperato terreno dopo aver toccato i minimi del 2014.