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Borsa Milano chiude in lieve rialzo. Spread sale a 414 punti base

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Roma – Le borse europee archiviano la giornata di contrattazioni con un tono prevalentemente negativo, scontando l’impasse sulla situazione in Grecia. L’indice generale Stoxx Europe 50 Index cede lo 0,62%, scendendo dal massimo degli ultimi cinque mesi, testato nei giorni scorsi, quando forti acquisti si sono riversati sui mercati, soprattutto sui titoli bancari. A Piazza Affari, tuttavia, verso il finale, il Ftse Mib riduce le perdite e chiude in rialzo dello 0,14%.

Milano si differenzia cosi’ dalle altre piazze finanziarie del continente che pagano il calo delle banche: Londra fa -0,73%, Francoforte -0,56%, Parigi -0,71%, mentre Atene reagisce alle brutte notizie arrivate nelle ultime ore con un tonfo superiore al 6%.

Sul fronte del mercato dei titoli di stato, comunicato l’esito dell’asta spagnola per 2,5 miliardi di euro, che ha messo in evidenza l’ennesimo calo dei rendimenti dei titoli spagnoli. Di fatto, per i bond a sei mesi, il rendimento e’ sceso sotto il 2% portandosi all1′,84% dal precedente 2,43%. Per i titoli a tre mesi il tasso è calato invece all’1,28%, dall’1,73%. “E’ stata una buona asta…e i rendimenti sono scesi in modo netto – ha commentato a Reuters Estefania Ponte, economista presso Cortal Consors – ma il mercato sta iniziando ad abituarsi ai risultati positivi dei collocamenti spagnoli, ed è per questo che non ha reagito”.

Attenzione così allo spread Italia-Germania che, dopo essersi avvicinato a 400 punti base, ha cambiato improvvisamente rotta a meta’ seduta superando i 420 punti base, per poi attestarsi nel finale poco sopra quota 414 punti base, a fronte di un rendimento in recupero al 6,17%.

Tornando a Piazza Affari, e in particolare ai titoli scambiati sul Ftse Mib, i segni meno colpiscono Ubi Banca -2,87%, Intesa Sanpaolo -0,48%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -1,80%; MPS +2,48%, Unicredit +1,48% e BPM +0,36% tornano in territorio positivo. Invariato il titolo Banco Popolare. Vendite sugli industriali Fiat Industrial -2,53%, Pirelli -2,20%. Giù poi Prysmian -2,83% e STM, che è crollata fino a -6%, dopo la comunicazione dei risultati di bilancio. Occhio infine a Telecom (titolo -4,22%), che paga le indiscrezioni su un possibile taglio dei dividendi. Tra i segni più, da menzionare Impregilo +2,29%, Parmalat +1,33%, Enel +1,12%.

Tra i titoli bancari in Europa, sotto i riflettori i cali delle francesi Société Générale, BNP Paribas e Credite Agricole, dopo la decisione di Standard & Poor’s di abbassare i rating, successivamente al downgrade di massa che è risultato, lo scorso 13 gennaio, nella perdita della tripla AAA da parte della Francia. Male anche i principali istituti di credito tedeschi.

In generale, le piazze finanziarie del Vecchio Continente hanno scontato soprattutto il giudizio dei ministri finanziari dell’Eurogruppo, che hanno bocciato la proposta che i creditori privati hanno avanzato per salvare il destino della Grecia. Pesano poi anche le dichiarazioni arrivate dalla Germania, con il portavoce della Merkel che ha smentito quanto riportato dall’articolo del Financial Times, ovvero la volontà della cancelliera tedesca di incrementare i finanziamenti del fondo europeo.

La situazione in Europa rimane fluida e a essere molto preoccupato è anche il mondo degli hedge fund, come ha ammesso recentemente in un’intervista a Bloomberg Barton Biggs, co-fondatore e gestore dell’hedge fund Traxis Partners. Inoltre arriva il comunicato del Fmi, che conferma la recessione in Italia, prevedendo per quest’anno una contrazione del Pil del 2,2% e per l’anno prossimo dello 0,6%. L’istituto di Washington fa notare poi che nell’Eurozona due terzi del debito presentano cds superiori ai 200 punti base.

Tutte queste incognite pesano sull’euro, che torna a perdere nei confronti del dollaro, abbandonando la soglia psicologica riagguantata ieri a $1,30 e attestandosi a $1,2979 (-0,30%). Nei confronti del franco svizzero la moneta unica è piatta a CHF 1,2070, mentre contro lo yen sale dello 0,61%, a JPY 100,81. In particolare, lo yen sconta la decisione della Banca del Giappone di tagliare le stime sull’economia del Sol Levante, relativa all’anno fiscale corrente del 2011 a -0,4$%, contro il -0,3% atteso in precedenza. L’autorità prevede poi, per l’anno fiscale 2012, una crescita del 2%, in ribasso rispetto al +2,2% delle stime precedenti.

In calendario nella giornata di oggi l’appuntamento cruciale della riunione della Fed. Scontata la decisione sui tassi sui fed funds, che rimarranno ai minimi storici. Molta più attenzione verrà data al comunicato di Ben Bernanke e colleghi. C’è qualcuno infatti che spera ancora in nuove misure di quantitative easing, sebbene la congiuntura americana stia mostrando segnali di miglioramento.

Sul fronte dei dati economici pubblicati in Europa, fari sugli ordini all’industria, che hanno confermato le difficoltà economiche dell’area, calando del 2,7% a novembre su base annua.

Buone notizie sul Pmi tedesco, che misura le aspettative dei direttori degli acquisti sull’attività economica, e che ha superato le attese tornando a una fase di espansione (per l’attività manifatturiera).

Riguardo all’Italia, l’Istat ha comunicato che a dicembre il saldo commerciale con i paesi extra Ue è stato positivo, pari a 2 miliardi di euro circa.

Per terminare la panoramica sui mercati, riguardo alle commodities, i futures sul petrolio sono in calo dello 0,46%, all’indomani dei forti rialzi successivi alla decisione dell’Ue di imporre un embargo alle importazioni di petrolio dall’Iran. Le quotazioni scambiate sul Nymex si attestano a $99,12 al barile; giù anche l’oro, che scende dello 0,61%, a $1668,10.

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