MILANO (WSI) – Chiusura in rialzo per Piazza Affari all’indomani della riunione della Fed che ha rispettato le attese del mercato lasciando invariati i tassi e riducendo di altri 10 miliardi di dollari gli acquisti mensili di stimolo all’economia. L’indice Ftse Mib ha terminato le contrattazioni in progresso dello 0,85% a 22.216 punti.
Un altro scivolone per Mps (-14,57%) sempre molto volatile mentre è in corso l’aumento di capitale da 5 miliardi. Male anche la Bper (-4,17%) in attesa dei dettagli dell’aumento che partirà lunedì. Guida i rialzi Finmeccanica (+3,91%): gli analisti apprezzano il possibile riassetto delle società operative dentro la capogruppo cosi’ come la volontà del gruppo di avere una strategia separata su AnsaldoBreda. Bene anche Mediolanum (+3,12%) ed Eni (+2,56%) con i petroliferi.
A fine giornata spread a 159 punti base. Sul mercato valutario, euro sempre sopra quota 1,36 dollari (a 1,3634 da 1,3593) e a 138,81 yen (da 138,65). Petrolio in rialzo dello 0,13% a 105,73 dollari al barile per il contratto di riferimento del Wti, mentre il Brent ha toccato i massimi da nove mesi a 115 dollari al barile
“Oggi ci aiutano le dichiarazioni dagli Stati Uniti”, dice a Reuters un trader. “Ma la sensazione é che si stia entrando in una fase di stanca del mercato, una fase estiva, in cui gli acquisti saranno più moderati rispetto alle ultime settimane”.
“Oggi si lavora anche su aggiustamenti tecnici in vista delle tre streghe di domani, vediamo come andra’ soprattutto il rollover sul future”, commenta all’Asca un trader. Il mercato è infatti, come tutti i penultimi venerdi’ del mese, ingolfato di scadenze tecniche: future e opzioni.
La linea ribadita ieri dal board della banca centrale Usa è quello che gli investitori volevano sentirsi dire. L’inflazione, ha comunicato il banchiere centrale, si assesterà non distante dal 2% ritenuto ottimale e la ripresa si consoliderà nella seconda parte dell’anno.
Prosegue intanto il tapering. Dieci miliardi di liquidità in meno negli acquisti di titoli non hanno un impatto negativo perché erano preventivabili.
Tuttavia non tutti gli opinionisti sono convinti che le mosse della Fed siano quelle giuste. La revisione al ribasso delle stime di crescita è sostanzialmente legato alla dottrina che guida ancora la Fed, ossia un ampiamento del debito federale per stimolare la crescita anche con misure monetarie. Il Wall Street Journal non è convinto dell’efficacia di queste manovre e pensa che non porteranno a grandi miglioramenti sul fronte economico nella restante parte dell’anno.
Oltre alla Fed che ha espresso ottimismo sulla ripresa della magiore economia Usa, sottolinea a Bloomberg Stan Shamu, strategist di IG, ad aiutare sono state anche le parole pronunciate dal premier cinese Li, che ha ribadito che il Pil del suo paese confermerà tassi di crescita del 7,5%”, escludendo l’eventualità di un “atteraggio difficile” dell’economia dopo la corsa impressionante degli ultimi anni.
Sul valutario euro in rialzo sul dollaro. La moneta unica vale 1,3632 contro il biglietto verde. Ieri, secondo le rilevazioni della Bce, l’euro si scambiava a 1,3563.
Tra le commodities, il petrolio rimbalza dopo il ripiegamento di ieri. I futures sul greggio Wti salgono a quota $106,27. Crescono ancora i prezzi dell’oro, che salgono dell’1,78% a 1.295,40 dollari l’oncia.