Mercati

Borsa Milano chiude piatta, tassi BTP vicini a scivolare sotto il 3%

Questa notizia è stata scritta più di un anno fa old news

MILANO (WSI) – Borsa Milano chiude piatta, evaporando i rialzi della seduta sul finale. Gli investitori non hanno reagito in modo particolare alla comunicazione del rapporto sull’occupazione Usa di aprile, che ha messo in evidenza una creazione di 288.000 nuovi posti di lavoro, a fronte di un tasso di disoccupazione in calo al 6,3%.

Se da una parte il dato è decisamente migliore delle attese, dall’altra il mercato teme un’accelerazione del programma di rientro dalle misure di stimolo monetario straordinarie della Fed. Inoltre, il tasso di partecipazione alla forza lavoro è sceso di molto, destando qualche preoccupazione tra gli analisti più scettici sulla ripresa della maggiore economia al mondo.

L’indice Ftse Mib si è attestato a 21.782 punti (-0,01%). Tra i titoli migliori Azimut Holding, Saipem, Mediaset e Mediolanum. Contrastati i bancari, con Mediobanca maglia nera della tappa odierna (-1,07%).

Sul mercato dei titoli di stato, spread BTP-Bund a 10 anni in ribasso -1,66% a 157,44 punti base, rendimenti decennali -1,19% al 3,03%, testando il nuovo minimo storico. Occhio anche ai tassi dei Bonos decennali spagnoli, scesi per la prima volta in otto anni e mezzo (settembre 2005) sotto la soglia del 3%, al 2,998%.

Reso noto il Purchasing Managers’ Index -indice dei direttori di acquisto – in Italia, che ha confermato la ripresa dell’attività manifatturiera. Il dato si è attestato ad aprile a 54 punti, dai 52,4 punti di marzo, al valore più elevato dall’aprile del 2011, secondo la società di ricerche Markit Economics.

Secondo Phil Smith, economista di Markit, il manifatturiero italiano è stato “incoraggiato dall’ennesimo successo delle esportazioni”. Ancora, “l’indagine ha sottolineato una contrazione del carico dei costi, provocata dal minore prezzo di materie prime, che conseguentemente ha consentito di applicare ulteriore sconti dei prezzi all’ingrosso. Per adesso ciò pare stia incentivando le vendite, in particolare quelle estere, ma certamente – conclude Smith – rimane il rischio che la deflazione diventi radicata e soffochi la domanda”.

L’ultima indagine ha messo inoltre in evidenza un “notevole” aumento dei livelli occupazionali, al tasso più forte dal febbraio 2011.

Resi noti anche altri dati dal fronte dell’Eurozona. L’indice Pmi manifatturiero è salito ad aprile a 53,4 da 53 di marzo, stando alla lettura definitiva di Markit Economics. L’indicatore ha confermato la fase di espansione che prosegue da 10 mesi. Sempre riguardo all’Eurozona, reso noto il
tasso di disoccupazione, rimasto stabile all’11,8% a marzo rispetto al dato rivisto di febbraio (da 11,9% a 11,8%) e in calo di 0,2 punti rispetto allo stesso mese di un anno fa.

Guardando a Piazza Affari, l’indice Ftse Mib non è riuscito a riagguantare la soglia dei 22.000 punti, ma sarebbe solo un ritorno verso 21.400/350 a dare un vero segnale di debolezza. LEGGI SCENARIO RIALZISTA E SCENARIO RIBASSISTA.

Volumi di contrattazione bassi, anche in Asia, dove i mercati cinesi sono rimasti chiusi.

Nell’outlook per il mese di maggio, Mps Capital Services scrive:

“L’ultimo periodo è stato caratterizzato da un clima piuttosto positivo sui mercati ad eccezione delle ultime settimane che hanno visto prevalere una certa volatilità sui mercati azionari mondiali a causa di un ritorno delle tensioni in Ucraina. In tale contesto gli operatori sono tornati a valorizzare il comparto emergente privilegiando quei Paesi che sono quest’anno oggetto di elezioni governative/presidenziali quali India, Turchia e Brasile. Per quanto concerne i tassi governativi, l’attesa di implementazione di manovre convenzionali potrebbe consentire una stabilizzazione dei tassi dopo il forte calo incentrato soprattutto nella parte a 10 anni, con eventuali rialzi piuttosto marginali e contenuti nel tempo”.

Ancora, “l’andamento del mercato dei bond governativi potrebbe essere influenzato inoltre dagli importanti appuntamenti attesi sul fronte elettorale: da un lato l’Ucraina (possibile referendum l’11 maggio nella regione di Donetsk prima delle presidenziali del 25 maggio) e dall’altro l’Europa (elezioni parlamentari del 25 maggio). Con riferimento al cambio euro/dollaro, per il prossimo mese l’attesa è di una discesa sebbene in misura molto graduale vista anche la sostanziale invarianza dell’euro nonostante l’ipotesi di QE sia sempre più probabile. La BCE potrebbe infatti agire con manovre convenzionali nella riunione di giugno. Tali manovre, potrebbero avere inoltre allo stesso tempo un duplice effetto visto che gli operatori intravedono in tali misure un segno anticipatore del più importante piano di QE. Nelle prossime settimane il cambio verso yen potrebbe essere collegato soprattutto alla dinamica dell’euro vs dollaro, in modo da riportare il cross in area 140”.

“Per quanto riguarda il Brent, nei prossimi 30 giorni potrebbe tornare ad essere debole in linea con un progressivo recupero della produzione libica ed un graduale rientro delle tensioni in Ucraina con i prezzi in avvicinamento verso area 105$. In assenza di un deterioramento marcato della situazione geopolitica, i prezzi potrebbero continuare ad oscillare intorno ai 110$”.

Sui mercati asiatici, Nikkei della Borsa di Tokyo in perdita -0,19% a 14.457,51 punti; S&P/ASX 200 +0,17%, Kospi -0,12%.

ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,12% a $1,3853; dollaro/yen +0,22% a JPY 102,54; euro/franco svizzero +0,07% a CHF 1,2202; euro/yen +0,10% a JPY 142,04.

Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio -0,01% a $99,41 al barile, quotazioni oro -0,12% a $1.281,80.