Borsa Milano chiude positiva, Saipem -10,8%. Confermato spettro deflazione in Eurozona.
MILANO (WSI) – In una seduta molto nervosa Piazza Affari riesce a chiudere in rialzo. Il Ftse MIB registra una perfromance positiva per lo 0,48% in area 20.000 punti.
“È una seduta legata principalemnte ai movimenti tecnici del settore petrolifero e bancario”, dice un trader aggiungendo che si tratta comunque di “una giornata interlocutoria in attesa della riunione della Bce giovedì”.
In ripresa rispetto ai minimi intraday i titoli bancari, con Ubi Banca e Pop Emilia che hanno guadagnato più di due punti percentuali. In profondo rosso Saipem, -10,84%, dopo lo stop della Russia al progetto del gasdotto South Stream, giù anche Ferragamo (-4,42%).
Bene invece Fca (+2,94%) dopo i risultati positivi relativi sia alle immatricolazioni in Italia che negli Stati Uniti. In novembre le vendite di Chrysler Group sono aumentate del 20,1%. Le stime erano per un miglioramento del 15,9%. Male Ferragamo, tra i titoli peggiori con -3,68%.
Reso noto in mattinata il dato relativo ai prezzi alla produzione dell’Eurozona, che sono tornati a scendere a ottobre, segnando un calo -0,4% su base mensile e -1,3% su base annua. Il dato, che aveva segnato una breve parentesi rialzista a settembre, +0,2%, conferma i timori sulla deflazione nell’area euro.
Passano in secondo piano le aspettative e le speranze su un QE da parte della Bce. Da segnalare che l’indice europeo Stoxx Europe 600 ha guadagnato +3,1% a novembre, con gli investitori che hanno scommesso sulla decisione di Mario Draghi, numero uno della Bce, di ampliare il piano di acquisti di asset, al fine di includere anche i titoli di stato.
Il prossimo meeting della Bce è dopodomani, giovedì 4 dicembre. Più della metà degli economisti che hanno partecipato a un sondaggio di Bloomberg ritiene che la Bce acquisterà bond governativi, nel caso di espansione del programma di stimoli.
Intanto lo Spread tra Btp e Bund scende ancora, ai minimi da aprile 2011. Ora vale 127 punti base con un rendimento decennale all’1,99%.
Positivi i mercati asiatici, che hanno assistito al balzo dell’azionario cinese.
Montano le speculazioni secondo cui la Banca centrale del paese continuerà a iniettare liquidità sui mercati, dopo che l’istituto ha deciso di non ritirare i fondi dal sistema bancario. Si scommette a questo punto su un taglio ai requisiti sulle riserve di capitale.
Lo Shanghai Composite Index balza fino a +3% e Hong Kong +1,23%. Anche Tokyo in crescita, indice Nikkei +0,42%. Seoul piatta con +0,03%, recupero per la borsa di Sidney, +1,41%.
Futures sul petrolio tornano a scendere, cedendo -1,52% a $67,95. Nella giornata di ieri sono crollati fino a $63,72, al minimo dal luglio del 2009, prima di risalire con +2,19% a $67,60. Brent -1,05% a $71,78, era sceso fino a $67,53 al barile, al minimo dall’ottobre del 2009, per poi recuperare con +1,75% a $71,38. Sotto pressione anche le quotazioni dell’oro, -1,48% a $1.200,10 l’oncia.
Sul mercato dei titoli di stato italiani, lo spread tra il Btp decennale e il Bund tedesco testa nuovi minimi, scendendo a 128 punti base, a fronte di rendimenti decennali che scendono di nuovo sotto la soglia del 2%.
Sul valutario, l’euro amplia le perdite con -0,54% a 1,2403 dollari. Il tasso dollaro yen si attesta invece a 119,24 yen, +0,71%. Euro/yen +0,17% a JPY 147,89.
(Lna-DaC)