MILANO (WSI) – La Borsa di Milano vira in territorio positivo nel pomeriggoo, oltrepassando la soglia psicologica dei 16 mila punti e chiudendo sui massimi di seduta. Sono restate invece un passo indietro le altre borse europee, che continuano a scontare i timori di un freno ai programmi di stimolo monetario e le turbolenze politiche in Grecia. “E’ un rimbalzo tecnico, guidato dalle banche che ieri erano molto deboli”, commenta a Reuters un operatore a proposito del miglioramento del listino milanese. “Di storie oggi non ce ne sono”, fa eco un altro trader.
L’azionario del Vecchio Continente chiude in calo (Eurostoxx 50 -0,06%) per il quarto giorno consecutivo, con l’indice di riferimento che scende al minimo in sette settimane. Pesa, anche su Wall Street, la decisione della Banca Mondiale di rivedere al ribasso l’outlook sull’economia globale che, a suo avviso, segnerà quest’anno una crescita del 2,2%, a un ritmo dunque inferiore rispetto a +2,4% atteso a gennaio e meno del 2,3% del 2012. Per l’Eurozona, si prevede un prodotto interno lordo in calo -0,6%: è l’unica area per cui si stima una contrazione della congiuntura.
Trainato dal rimbalzo dei bancari favorito dall’esito positivo dell’asta odierna di Btp a 15 anni e dalla conseguente discesa dello Spread (che chiude comunque in rialzo a 282 punti), il Ftse Mib e’ avanzato dello 0,58% a 16.116,34 punti. Il listino ha ridotto le perdite in modo sensibile (aveva perso fino a -1,5% durante la mattinata) dopo la comunicazione dei risultati dell’asta che, a fronte di un rialzo dei tassi sui BTP a 3 anni, ha visto i rendimenti dei 15 anni pressocché stabili. Alcuni analisti avevano temuto un balzo fino alla soglia del 5%. Tra le altre piazze europee, Francoforte ha fatto -0,59%, Londra +0,08%, Parigi +0,11%.
In ripresa i bancari, su cui nei primi scambi erano proseguite le vendite della vigilia. Pop Milano balza del 3,5%, Banco Popolare del 3%, MPS del 2,5% dopo le notizie sull’aumento di capitale. Particolarmente sensibili all’andamento del differenziale di rendimento tra Btp e Bund, gli istituti italiani sono decisamente in controtedenza rispetto al settore europeo, che cede l’1,2%.
I listini azionari di tutto il mondo attraversano una fase difficile, in modo particolare la borsa di Tokyo, con il nuovo crollo del Nikkei che alimenta i timori sulla fine del rally dell’indice e sulla esplosione di una bolla speculativa.
Gli hedge fund, inoltre, stanno abbandonando in massa l’azionario. Osservati speciali sono anche alcuni titoli di stato: si parla di una bolla che minaccia l’intero sistema finanziario e del pericoloso aumento dei tassi sui Treasuries.
L’Italia ancora sotto la lente della Bce, che afferma che il processo di risanamento dei conti “presenta rischi” e che invita il governo a rispettare il limite del rapporto deficit/Pil del 3%. L’Eurotower conferma la presenza di rischi al ribasso sull’economia dell’Eurozona.
Riguardo al sentiment dei mercati, “sembra che gli investitori abbiano deciso che soltanto la prospettiva di una exit strategy da parte delle banche centrali (in particolare da parte della Fed) dalle misure di quantitative easing fin qui adottate, costituisca una ragione per iniziare a smobilizzare le posizioni accumulate”, afferma in una intervista rilasciata a Bloomberg Michael Hewson, strategist dei mercati presso CMC Markets, a Londra – Gli investitori finalmente si sono svegliati e hanno capito che le valutazioni correnti delle azioni non sono sostenute dai fondamentali in un contesto di bassa crescita e che tutto il QE del mondo non potrà risolvere questo problema”.
Tornando alla Borsa di Tokyo, il forte sell off ha portato il Nikkei 225 a perdere -6,4% e a tornare nel mercato orso. Il rapporto dollaro/yen è sceso al di sotto della soglia psicologica dei 95 yen, al nuovo minimo in 10 settimane.
Il Nikkei viaggia a un valore inferiore -21% rispetto al record in cinque anni e mezzo testato a maggio a quota 15.942 punti; il listino ha azzerato di fatto la metà dei guadagni che ha messo a segno dallo scorso novembre quando il cosiddetto “Abe Boom” – dal nome del premier Shinzo Abe – ha preso il via.
“A mio avviso, questa è una profonda fase di consolidamento – ha commentato Jesper Koll, managing director presso JP Morgan Securities – Prevedo che continuerà per altre tre-quattro settimane, ma credo poi che la visibilità degli utili delle aziende giapponese riporterà l’azionario giapponese di nuovo in rialzo”.
L’indice di riferimento dell’azionario asiatico MSCI Asia Pacific Index ha perso fino a -2,5%, cancellando i guadagni di quest’anno e avvicinandosi a una fase di correzione; tra gli altri listini l’indice allargato giapponese Topix -4,8%, Shanghai Composite Index -3,1%. L’azionario globale, misurato dall’indice MSCI All-Country World Index è in calo -0,7% circa.
BTP ITALIA – Spread Italia-Germania a 10 anni +1,12% a 282,73 punti base (ma aveva superato in mattinata la soglia dei 290 punti) a fronte di tassi sui BTP decennali poco variati al 4,35%.
PIAZZA AFFARI – Tra le blue chip, bancari e finanziari in luce, con Bpm (+4,71%) e FonSai (+4,06%) a guidare la classifica dei maggiori rialzi. E poi Mediobanca (+2,9%), Intesa Sanpaolo (+2,56%) e UniCredit (+2,5%). Bene pure MPS, favorita dai rumor di un aumento di capitale. Bene Telecom Italia, che ieri ha aggiornato i minimi dal 1997. Un trader cita anche una nota di Deutsche Bank, datata ieri, su implicazioni e vantaggi dell’operazione di spin-off della rete di accesso, in cui si ribadisce il giudizio “buy” sul titolo. Tra gli industriali sostenute le azioni Parmalat (+3,35%) alla vigilia dell’assemblea dei soci di domani.
Sul fronte negativo Atlantia (-1,99%) e Buzzi Unicem (-2,72%), declassata a “neutral” da Ubs. Fuori del paniere principale prosegue anche oggi il balzo di Rcs in attesa del Cda che nel pomeriggio, a borsa chiusa, si riunirà per decidere le condizioni dell’aumento di capitale, in un clima di maggiore ottimismo sull’esito dell’operazione. Il titolo mette a segno un rialzo del 13,5% circa con volumi ben sopra la media.
ALTRI MERCATI – Sugli altri mercati, in ambito valutario, l’euro -0,05% a $1,3329; dollaro/yen -1,73% a JPY 94,34; euro/franco svizzero +0,04% a CHF 1,2283.
Il commento di MPS Capital Services sui cambi: A differenza del recente passato, le fasi di risk off sono accompagnate da un deprezzamento del biglietto verde. A testimonianza di ciò il fatto che l’indice Dollar Index (rappresentato da un paniere di valute verso dollaro) è ai minimi dallo scorso febbraio. L’area 1,34 rappresenta un importante livello di resistenza. La tenuta o meno dipenderà anche dal tenore dei dati sulle vendite al dettaglio Usa di maggio. Il protagonista della giornata è stato però ancora una volta lo yen che si è fortemente apprezzato verso le principali valute, innescando il forte calo dei listini azionari. Tale andamento è arrivato dopo la pubblicazione dei dati sui flussi di capitale da parte del ministero delle finanze, che per la quarta settimana consecutiva hanno fotografato vendite nette di bond esteri da parte di investitori nipponici.
In atri termini, sembra non funzionare il meccanismo di causa effetto desiderato dalla BoJ, rappresentato da uno stimolo alla vendita di asset domestici al fine di consentire una svalutazione dello yen e supportare quindi le esportazioni. Verso Euro, l’area 125 rappresenta un primo supporto.
Nel frattempo segnali di stabilizzazione da parte delle principali valute emergenti, prime fra tutte la rupia indiana ed il rand sudafricano. Con riferimento al dollaro australiano, anche su questo fronte emergono segnali di stabilizzazione dopo la fase di forte deprezzamento. Questa mattina in deprezzamento dopo i dati sul mercato del lavoro di maggio risultati migliori delle attese.
Sul fronte delle commodities, i futures sul petrolio -0,35% a $95,54 al barile, mentre oro -0,41% a 1.386,10 l’oncia.
AGGIORNAMENTO PIAZZA AFFARI DI ROBERTO MAGGI, UNICREDIT
Piazza Affari ha aperto in deciso ribasso stamane, con l’indice FTSE/MIB che è arrivato a perdere fino all’1,5% circa portandosi a 15.765 pts, chiudendo quindi il gap rialzista che aveva aperto lo scorso 22 aprile, salvo poi risollevarsi lievemente.
Negativo tutto il listino, particolarmente colpiti dalle vendite i titoli bancari, Mediaset, Buzzi Unicem, Fiat, Exor, Enel GP, Ferragamo e Stm.
L’Antitrust ha avviato un’istruttoria nei confronti di diverse assicurazioni italiane, Allianz e Groupama per intese restrittive della concorrenza. L’associazione di categoria Ania ha invece sottolineato come il mercato della rc auto in Italia sia un mercato competitivo e le imprese di assicurazione italiane rispettino le leggi.
Gli stabilimenti Fiat e Fiat Industrial saranno costretti nei prossimi giorni ad un nuovo stop della produzione per mancate forniture dal Gruppo Selmat.
Chrysler ha fissato i termini di un rifinanziamento da USD3 mld che spianerà la strada per l’acquisto da parte di Fiat del capitale della casa auto Usa non
ancora in suo possesso.
Banca Carige (EUR0,4715): secondo il Sole 24 Ore, Anima punterebbe a Carige sgr, messa in vendita dal gruppo genovese.
Banca MPS (EUR0,2078): il CdA è convocato per oggi per discutere le modifiche alla norma statutaria che limita al 4% i diritti di voto per tutti i soci, ad eccezione della Fondazione.
Safilo (EUR15,25) : e Marc Jacobs hanno rinnovato l’accordo di licenza per il design, produzione e distribuzione internazionale delle collezioni di occhiali da sole e da vista Marc Jacobs e Marc by Marc Jacobs. Il nuovo accordo avrà durata fino al 31 dicembre 2024. Il rinnovo è arrivato anticipatamente di 2
anni rispetto alla naturale scadenza della licenza.
Buzzi Unicem (EUR12,48) : Ubs taglia il target price da EUR14 a EUR13,30 ed il giudizio da Buy a Neutral.
INFORMAZIONE DI STAMPA SUI TITOLI di MPS CAPITAL SERVICES
ENEL – MF riporta alcuni dettagli riguardo i bond ibridi che Enel si appresta ad emettere. Secondo il quotidiano sono confermate le anticipazioni di emissioni in tre diverse valute, euro, dollari e sterline. La tranche in euro dovrebbe avere scadenza 2074, con rendimento fino ad un massimo del 7% entro la prima data di rimborso anticipato (2019), poi indicizzazione al tasso swap a 5 anni; quella in dollari scadenza 2073 con rendimento 8,75% fino al 2023 e poi indicizzazione al tasso swap in dollari a cinque anni; quella in sterline scadenza 2075 con rendimento massimo 8% fino al 2020 e poi indicizzazione al tasso swap in sterline a cinque anni.
ENI – La società ha annunciato ieri di essersi aggiudicata quattro licenze esplorative nell’offshore norvegese del mare di Barents, delle quali tre come operatore.
FIAT – Gli stabilimenti Fiat e Fiat Industrial saranno costretti ad un nuovo stop della produzione nei prossimi giorni per mancate forniture dal Gruppo Selmat. Chrysler ha annunciato il richiamo di circa 37.000 camioncini Ram per due differenti tipi di problema, nessuno dei quali ha provocato incidenti. La casa automobilistica americana ha inoltre fissato i termini di un rifinanziamento da 3 Mld$ che faciliterà l’acquisto da parte di Fiat del capitale della casa auto americana non ancora in suo possesso.
FINMECCANICA – Secondo il Sole24Ore non sarebbe ancora stata presa una decisione circa la nomina del presidente. I candidati sono Zampini, DeGennaro e Castellaneta.
GENERALI – Il gruppo stima un impatto netto di circa 100 Mln€ dagli alluvioni che hanno colpito l’Europa centro-orientale, la Germania e l’Austria nell’ultima settimana.
RCS – Oggi si riunisce il Cda chiamato a deliberare le condizioni dell’aumento di capitale. Secondo la stampa le nuove azioni potrebbero essere emesse ad un valore inferiore a 2€.
TELECOM ITALIA – L’A.D. Marco Patuano ha detto che la società continua a fronteggiare una situazione molto competitiva sul mobile in Italia, mentre in Sudamerica sta facendo piuttosto bene, anche se invita gli analisti alla cautela a causa dei possibili rischi sul cambio. La Cassa depositi e prestiti non sta al momento esaminando la possibilità di costituire una società di controllo delle varie reti (Snam, Terna, tlc, rete ferroviaria) come scritto martedì da Repubblica, questo secondo quanto dichiarato dal presidente di Cdp Franco Bassanini.
ANALISI TASSI SUI BOND DI MPS CAPITAL SERVICES
Tassi & Congiuntura: poco variati gli spread ieri in area Euro in una sessione caratterizzata ancora da un calo dei listini azionari. Ieri si è tenuta la seconda giornata di audizione della Corte Costituzionale tedesca sul programma di acquisto di bond della Bce.
Durante l’audizione il membro della Bce Asmussen ha dichiarato che la BCE non può fornire ai legislatori informazioni privilegiate sullo svolgimento dell’OMT. Il board della BCE decide nella sua indipendenza se e quando intende attivare il programma. Il capo della Bundesbank Weidmann, da sempre contrario all’OMT, si è mostrato favorevole a porre ulteriori limiti al mandato della BCE a causa di possibili rischi alla stabilità .
Il Fmi ha concluso la sua missione in Portogallo ed ha dato il via libera ad una tranche di aiuti da 657 Mln€. L’approvazione formale della settima revisione è attesa all’Eurogruppo del 20 giugno. Il primo ministro portoghese Coelho, facendo riferimento alla polemica tra il Fmi e Commissione europea sulla gestione del piano di salvataggio greco, ha dichiarato che gli attriti penalizzano la fiducia degli investitori.
La sessione odierna si apre con spread periferici in rialzo e con il tasso decennale italiano in prossimità del 4,5%, in divergenza rispetto all’andamento dell’analogo tedesco. Di conseguenza sarà importante monitorare le aste sui titoli a medio e lungo termine fino a 8 Mld€ che offrirà il Tesoro italiano.
Il rialzo dei rendimenti sembra scontato considerato la dinamica del mercato secondario, l’attenzione sarà però soprattutto rivolta sulla copertura. Negli Usa tassi di mercato ieri in rialzo dopo la deludente asta da 21Mld$ sul comparto decennale, che ha registrato un rapporto di copertura della domanda ai minimi da 10 mesi.
Questa mattina il tasso decennale Treasury è pero tornato nuovamente sotto il 2,20%, dopo il pesante calo dei listini azionari nipponici che hanno nuovamente innescato flussi di acquisto in ottica flight to quality. Il tema dominante rimane comunque come si comporterà la Fed nei prossimi mesi in un contesto in cui si assiste a revisione al ribasso delle stima di crescita globale 2013, come ad esempio ieri da parte della Banca Mondiale (da 2,4% a 2,2%).
Si è molto discusso negli ultimi giorni del cosiddetto tapering, ossia della possibilità di un rallentamento del piano Fed. La caduta delle aspettative di inflazione (misurate in via di approssimazione tramite gli appositi titoli ad essa indicizzati) non si arresta: sul comparto decennale ieri è stato raggiunto il 2,09%, un livello sempre più vicino all’obiettivo Fed su inflazione. In altri termini un fattore che potrebbe essere sottolineato da Bernanke il prossimo mercoledì, ridimensionando potenzialmente la forte propensione attualmente esistente tra gli operatori verso l’ipotesi di un ridimensionamento del piano Fed.