MILANO (WSI) -Piazza Affari chiude in forte calo, colpita e affondata dai dati sul Pil nel secondo trimestre che hanno mostrato un’economia nuovamente piombata in recessione.
L’indice Ftse Mib cede il 2,7% a quota 19.509 punti ai minimi di febbraio. In una sola seduta vanno cosi’ in fumo quasi 13 miliardi di euro in termini di capitalizzazione (12,79 miliardi). Cio’ mentre gli altri listini continentali segnano ribassi poco sopra lo 0,5%. A Milano, con l’impennata dello spread oltre 170 punti base, crollano l’intero comparto bancario con Bpm che cede l’8,3%, Bper il 6,6% e Mps il 6%.
Giu’ ancora Fiat (-5,5%) sui timori di un elevato numero di recessi che potrebbe mettere a rischio la fusione con Chrysler, mentre G-Tech perde il 6,3%. Reggono l’urto, invece, i titoli del lusso (gia’ protagonisti ieri) con Salvatore Ferragamo (+0,9%), Tod’s (sulla parita’) e Moncler (-0,3%) e quelli esposti sul dollaro, a partire da Wdf (+1,2%). La migliore e’ Pirelli (+1,9%) dopo i conti in linea con le attese e la conferma dei target 2014.
Sul mercato valutario l’euro si attesta a 1,335 (1,334 a meta’ seduta) mentre il petrolio e’ pressoche’ stabile (+0,1%) a 97,56 dollari al barile.
Dalle sale operative i trader sottolineano il deciso deterioramento del sentiment degli investitori sull’azionario italiano iniziato già a giugno quando si sono visti i primi segnali di debolezza dell’economia e che ha portato allo smobilizzo di molte posizioni costruite dalla fine del 2013 quando quando il mercato era tornato positivo sul paese.
“Già da qualche mese tutti i dati che escono, e ultimo anche quello di questa mattina sugli ordini dell’industria tedesca, confermano una crescita dell’economia stentata”, commenta un trader.
“Ma il quadro peggiora a livello geopolitico con la situazione in Ucraina. Il rischio di una guerra alle porte può fare deragliare anche la debole ripresa. In questa situazione di eccessiva incertezza abbiamo chiuso tante posizioni. Meglio aspettare che si chiarisca il quadro”, aggiunge
La flessione si è ampliata a Piazza Affari dopo la diffusione del dato sul Pil nel secondo trimestre, che secondo le indiscrezioni stampa avrebbe dovuto mostrare una contrazione dello 0,1% del Pil. Gli analisti interpellati da Reuters scommettevano su un progresso dello 0,2%. La terza economia dell’area euro è ripiombata tecnicamente in recessione.
Sul versante macro, brusca frenata per gli ordinativi alle fabbriche in Germania: il dato di giugno mese su mese segna un calo del 3,2%, come non succedeva da due anni e mezzo. Le stime degli analisti erano in media per un rialzo dello 0,9%. Male anche l’indice Wda calcolato su base annua: -2,4% contro una previsione di aumento dell’1,1%.
“L’outlook sul settore manifatturiero non sembra incoraggiante”, dice a Bloomberg Evelyn Herrmann, economista di BNP Paribas. “Le tensioni geopolitiche, intensificatesi nuovamente in luglio, potrebbero compromettere la ripresa, come si è già visto nell’ultimo indice Ifo della fiducia delle imprese”.
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L’indice Nikkei, con le turbolenze sui fronti geopolitici aperti (dall’Ucraina al Medio Oriente), cede 160,52 punti e scivola a 15.159,79. Sui listini si segnala il tonfo del 3,5% di Softbank: la controllata americana Sprint ha rinunciato alla fusione con T-Mobile Usa per le difficoltà sul nulla osta da parte delle autorità .