MILANO (WSI) – Con un’accelerazione sul finale in scia alla buona intonazione dei mercati Usa, la Borsa di Milano ha chiuso in progresso del 2,52% a 20.858,84 punti.
Gli analisti non sanno dare una spiegazione al motivo per cui l’azionario globale stia accogliendo con favore la decisione del presidente Barack Obama di imporre sanzioni contro una serie di cittadini e aziende russi dopo il voto in Crimea. L’unica ragione plausibile? Il rafforzamento dell’euro, che ha spinto in forte rialzo il tasso di cambio tra la moneta unica e lo yen.
In caso di imrpovvisa discesa del listino milanese sul breve, occhio al primo supporto a quota 20.184,1, e a uno sviluppo negativo in tempi brevi verso il supporto ulteriore a 20.021,7. Pietro di Lorenzo, amministratore unico di SOS Trader, fa notare come l’indice a 20.021,7 continui a oscillare da 24 sedute all’interno del rettangolo 19.750 – 21.000: “la fuoriuscita dei prezzi da questo box, fornirà una nuova direzionalità”.
La tendenza di fondo del Ftse Mib rimane comunque rialzista: la “forza relativa”, di fatto, è positiva rispetto agli altri indici mondiali.
Sul versante macro, l’inflazione e’ scesa ancora in febbraio, allo 0,7% dallo 0,8% di gennaio nell’area euro. La Bce rischia di dover trovarsi a fare i conti con uno scenario deflativo.
Secondo Fitch, la ripresa dell’economia italiana nel 2014 sarà ancora debole, guidata soprattutto dalle esportazioni, mentre risulterà più bilanciata nel 2015. Nel suo Global Economic Outlook del marzo 2014, l’agenzia stima una crescita del Pil del paese pari allo 0,6% quest’anno (invariata rispetto alle precedenti proiezioni) e all’1% il prossimo.
Tra i titoli scambiati sul paniere, banche per lo più positive, con Unicredit favorita da alcune indiscrezioni stampa.
Tra i titoli di altri settori: Ansaldo +1,84%, Enel +2,62%, Finmeccanica +3,36%, World Duty Free +3,33%, Telecom Italia +2,90%, mentre Pirelli è sotto pressione con -2,91% dopo la notizia relativa all’accordo tra Unicredit, Intesa Sanpaolo, Clessidra e Nuove Partecipazioni con Rosneft.
L’operazione prevede da un lato l’uscita da parte di Unicredit, Intesa e Clessidra dalla partnership esistente in Lauro61/Camfin e il contestuale parziale reinvestimento da parte di Unicredit e Intesa Sanpaolo in una nuova partnership in cui Rosneft avrà il 50% e il restante 50% sarà detenuto da una ‘newco’ composta da Nuove Partecipazioni all’80% e, con una quota del 10% ciascuna, da Unicredit e Intesa Sanpaolo.
Sul mercato dei titoli di stato, spread Italia-Germania a 10 anni -2,20% a 181,73 punti base, a fronte di rendimenti decennali -0,70% al 3,38%.
Mercati globali ostaggio di sviluppi sul fronte geopolitico caldo, dopo l’ovvio successo del referendum in Crimea, dove un’orda di oltre un milione di filorussi ha detto “sì” all’adesione alla Russia con percentuali di oltre il 93%, il che dara’ certamente il via libera allo scorporo della regione dall’Ucraina dell’est ed, eventualmente, in un secondo momento, anche all’annessione diretta della Crimea alla Russia.
Ai segni meno dell’azionario asiatico, sono seguiti però i rialzi dei mercati europei, successivi alla perdita settimanale peggiore dallo scorso gennaio. (indice Stoxx Europe 600 -3,3% la scorsa settimana).
Ad alimentare gli acquisti, alcune novità in arrivo dal fronte M&A (merger & acquisitions, ovvero fusioni e acquisizioni). In particolare, RWE è in rialzo +1,6% dopo che la società L1 Energy ha deciso di spendere 5,1 miliardi di euro per la sua acquisizione; in crescita anche Vodafone, dopo che il colosso delle tlc ha deciso di acquistare l’operatore spagnolo Grupo Corporativo Ono.
Bene anche Allianz SE che ha deciso di acquistare alcuni asset dall’italiana Unipol per un valore di 440 milioni di euro.
Tuttavia, “è possibile che nelle ore successive verranno annunciate altre sanzioni e ulteriori misure punitive (contro la Russia), alimentando l’avversione al rischio”, ha commentato Mitul Kotecha, managing director e responsabile globale per la strategia dei cambi presso Credit Agricole, in una nota riportata da Cnbc, facendo riferimento all’evolversi della situazione in Crimea che, a seguito dell’esito del referendum, ha deciso di adottare il rublo e di cambiare anche fuso orario.
Un consigliere di Vladimir Putin ha suggerito che se gli Stati Uniti e l’Ue avranno il coraggio di imporre sanzioni alla Russia per “l’invasione della Crimea”, Mosca e i suoi alleati potrebbero vendicarsi vendendo i bond americani in portafoglio, e cioe’ gli US Treasury.
Secondo la Fed, aziende russe hanno gia’ ritirato decine di miliardi di dollari dalle banche dell’occidente, per evitare il possibile congelamento derivante dalle sanzioni.
Indice Nikkei in calo, ha testato il minimo in 1 mese per la seconda sessione consecutiva, con una perdita -0,35%. Hong Kong -0,24%, indice australiano S&P/ASX 200 -0,22%, bene Shanghai +0,96%, Kospi anch’esso in rialzo con +0,40%.
Asia colpita dalle vendite, con l’indice regionale di riferimento che ha esteso la perdita settimanale peggiore dal 2012, pari a -3,5%.
L’indice è scambiato a un valore pari a 12,6 volte gli utili attesi, contro le 15,7 volte dello S&P 500 e le 14 volte per l’indice Stoxx Europe 600.
In ambito valutario, l’euro -0,16% a $1,3892; dollaro/yen +0,47% a JPY 101,82; euro/yen +0,31% a JPY 141,44.
I commodities, i futures sul petrolio -0,19% a $98,70 al barile, mentre le quotazioni dell’oro +0,05% a $1.379,70 l’oncia.