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Borsa Milano debole, ma tiene. Mediaset pesante

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NEW YORK (WSI) – La prima condanna definitiva per Silvio Berlusconi getta nel caos l’anomala e fragile maggioranza di governo, ma non i mercati che già avevano scontato l’effetto della sentenza. Gli operatori preferiscono invece concentrarsi sullo stato di salute dell’economia, la quale sembra dare segni di, seppur timida, ripresa.

Dopo il record stabilito ieri da Wall Street, con l’indice allargato S&P 500 che ha superato per la prima volta quota 1.700, i rialzisti hanno assunto il controllo delle Borse asiatiche, ma non a Piazza Affari, dove i guadagni evaporano nel giro di una decina di minuti. Le perdite sono state a ogni modo molto limitate. Titoli Mediaset in calo del 2% invece dopo il verdetto, la cui attesa aveva alimentato una corsa dei prezzi negli ultimi giorni. Pesante anche Telecom dopo i conti (-4,12%).

In chiusura il Ftse Mib cede lo 0,24% a 16.779,19 punti. Spread in calo sotto i 270 punti base. A luci e ombre le altre piazze finanziarie europee. Spread tra Btp e Bund in calo in area 266 punti base.

“Il mercato – dice al Guardian l’analista Chirs Clark di ICAP – era preparato all’incertezza sulla sentenza e finora non ci sono stati segnali che indichino che il governo sia sottoposto a una minaccia imminente”. Matthias Thiel della tedesca M.M. Warburg la pensa allo stesso modo: “Berlusconi è un fattore, ma al momento è più importante che ci siano segnali di ripresa dell’economia in Italia”.

Sarà la Giunta del Senato a stabilire l’eventuale decadenza di Berlusconi da Senatore. Il decreto anti corruzione 2012 prevede infatti l’incandidabilita’ sopravvenuta. La posizione del senatore si aggrava con gli ultimi elementi che investono la sua capacità politica.

Non appena la Corte Suprema notificherà al Senato il dispositivo, la Giunta si esprimerà entro settembre per arrivare al trasferimento della decisione all’Aula. Grazie all’indulto Berlusconi dovrà scontare solo uno dei quattro anni di pena e potrà trascorrere la pena ai domiciliari o ai servizi sociali. Ma la condanna, quella, rimane e rimarrà sempre.

Sul fronte macro stabili i prezzi alla produzione nell’Unione Europea rispetto al mese precedente. Bene l’indice delle costruzioni nel Regno Unito, favorito dal programma governativo ‘Help to Buy’, che a detta di economisti e politici rischia di creare una bolla immobiliare.

I dati di Markit mostrano che il settore ha registrato il rialzo più marcato da giugno 2010. L’indice dei direttori di acquisto (Pmi) ha fatto un balzo in area 57 in luglio, dai 51 di giugno. Il livello di 50 punti fa da spartiacque tra espansione e decrescita. Economisti e politici

Il numero di spagnoli senza un posto di lavoro è sceso su base mensile. In luglio il calo è stato dell’1,4% e ha abbassato la quantità di disoccupati a 4 milioni e 700 mila. Anche se si tratta del quinto mese di miglioramento dei livelli di disoccupazione, stando alle cifre pubblicate dal Ministero del Lavoro, è presto per entusiasmarsi.

Con un tasso di disoccupazione al 26,3% e altri sondaggi che ci dicono che in 6 milioni sono ancora alla ricerca di un lavoro, l’economia iberica rimane una delle più disastrate d’Europa.

Hanno fatto un bel balzo i titoli azionari asiatici, sulla scorta della prova convincente di alcuni gruppi societari importanti e dopo il balzo di Wall Street che ha consentito all’indice allargato S&P 500 di superare quota 1.700 punti per la prima volta.

Nuovo rally della piazza finanziaria di Tokyo che termina a +3,29% con l’attività manifatturiera Usa di luglio migliore delle attese, le politiche monetarie espansive confermate da Bce e Fed.

Ridotte così le perdite settimanali per l’indice MSCI Asia Pacifico, in quello che è stato il primo calo settimanale da giugno (-0,6%). Il rialzo è dello 0,8% a 134,62 punti, con due titoli su tre in progresso. Nove settori su dieci sono positivi

Un aiuto lo offrono anche le rassicurazioni delle banche centrali mondiali sul fatto che i piani di rilancio dell’economia rimarranno intatti.

Sul versante societario, bene gli esportatoti come Honda Motor, il cui 83% dei ricavi viene fuori dal Giappone. Il titolo del gruppo di auto e moto ha fatto +1,9%.

L’azienda di elettronica Sharp, fornitore tra gli altri di Apple, ha guadagnato il 2,2% dopo aver riportato una perdita inferiore alle attese. La compagnia tlc Hutchison Whampoa, che controlla 3 Italia ed è di proprietà di uno degli uomini più ricchi in Asia, Li Ka-shing, hanno preso il volo (+3,9%) a Hong Kong dopo il profitto trimestrale migliore del previsto.

BTP – Apertura in calo per lo spread Btp-Bund. Il differenziale scende a 268,86. Il rendimento è pari al 4,33%.

PIAZZA AFFARI – Titolo Mediaset in pesante contrazione il giorno dopo della sentenza della Cassazione che ha confernato la condanna per Silvio Berlusconi per frode fiscale. Le azioni Mediaset registrano una flessione poco superiore al 2%. Male anche Mediolanum.

In flessione anche il gruppo Telecom, maglia nera del listino principale. La compagnia oggi ha diffuso i dati del semestre con svalutazioni per 2,2 miliardi e un taglio delle stime per l’Ebitda: le azioni sono in calo dello 0,68%. L’utile del periodo e’ negativo per 1.407 milioni di euro. La compagnia andrà avanti con lo scorporo della Rete. Mediaset negativa dopo la condanna a Silvio Berlusconi per frode fiscale nell’ambito del processo per i diritti Tv.

ALTRI MERCATI – Tra gli altri mercati, sul valutario l’euro ha guadagnato lo 0,38% a $1,3257. Il dollaro perde terreno anche nei confronti della valuta giapponese, lasciando sul campo lo 0,19% a 99,35 yen.

In ambito di commodities, il petrolio lascia sul campo l’1,34% a quota $106,55. L’oro avanza dello 0,26% a 1.314,60 dollari l’oncia. Il metallo prezioso ha ceduto in settimana il 2,5% circa, pagando le aspettative di ripresa dell’economia Usa che fanno venire meno l’appetito degli investitori per i beni rifugio.

ANALISI DI MPS CAPITAL SERVICES

Tassi & Congiuntura: in area Euro l’evento principale della giornata è stato rappresentato dalla riunione della BCE da cui, come atteso, non sono emerse modifiche ai tassi. Nella successiva conferenza stampa Draghi ha confermato lo scenario di rischi la ribasso sulla crescita e bilanciati in tema di inflazione. La prospettiva di recupero dell’economia tra fine 2013 ed il 2014 è stata anche essa confermata, sebbene ad un ritmo lento. Draghi ha cercato di rimarcare tali intenzioni affermando che le attese degli operatori di rialzo dei tassi non sono garantite, riprendendo in tal modo un’analoga formulazione emersa dal comunicato del primo meeting della BoE di luglio presieduto da Carney. Lo stesso presidente inoltre ha impiegato diverso tempo della conferenza stampa sulle linee guida di politica monetaria, ribadite anche questa volta nella forma di impegno a mantenere i tassi fermi o su livelli inferiori per un periodo esteso di tempo.

La BCE ha discusso dell’opportunità di ripetere ogni volta le linee guida e la decisione questo meeting è stata a favore della ripetizione per far comprendere agli operatori di mercato che questa è l’intenzione della BCE fino a diverso avviso. Successivamente le linee guida potrebbero non essere ripetute. Il presidente ha inoltre tenuto a precisare che l’attuale livello dei tassi non va visto come soglia minima e che potrebbero essere anche più bassi in futuro (sottolineando come il tasso sui depositi attualmente pari a 0% rientri tra quelli potenzialmente modificabili al ribasso). Infine, sulla possibilità di pubblicazione dei verbali degli incontri BCE, Draghi ha preannunciato la presentazione di una proposta in tal senso in autunno che però nella fase iniziale non ricomprenderà il dettaglio sui voti dei singoli partecipanti. Sul fronte macro notizie positive dagli indici Pmi di luglio del comparto manifatturiero complessivamente migliori delle attese e, nel caso dell’Italia, nuovamente sopra quota 50. Questa mattina apertura con tasso decennale tedesco in rialzo sulla scia dell’analogo andamento dei Treasury, a fronte di tasso Btp decennale in calo, con conseguente restringimento dello spread che si sta avvicinando all’area 260pb.

Negli Usa, superato l’effetto del tiepido comunicato post Fed, gli operatori hanno ricominciato a focalizzarsi sul flusso dei dati macro. L’Ism manifatturiero di luglio ha evidenziato un notevole rialzo posizionandosi a quota 55,4, con la componente produzione ai massimi dal 2004. Allo stesso tempo indicazioni positive sono arrivate anche dalle richieste di sussidi settimanali per la disoccupazione, in calo oltre le attese. L’ipotesi di riduzione del piano degli acquisti Fed già da settembre ha pertanto ripreso forza e conseguentemente i tassi sul decennale Treasury si è riportato sopra il 2,70%, ai massimi da inizio luglio. Oggi l’attenzione sarà sui dati sul mercato del lavoro di luglio che impatterà probabilmente notevolmente sulle aspettative in tema di prossime mosse Fed. La soglia sensibile da monitorare sarà quella delle 200.000 unità in termini di nuovi posti di lavoro creati nel comparto non agricolo. Importante anche la dinamica del tasso di disoccupazione cui esplicitamente la Fed ha legato una parte delle sue decisioni.

Valute: euro in deprezzamento verso dollaro pur non riuscendo però a posizionarsi sotto quota 1,32. Questa volta le ripetute dichiarazioni di Draghi finalizzate a calmierare i mercati sull’ipotesi di rialzi dei tassi in futuro, non hanno esercitato un effetto ampio sul mercato valutario. Probabilmente ha inciso anche l’attesa oggi dei dati Usa prima di prendere una direzione più netta. Nel frattempo è confermata per oggi la resistenza in area 1,33. Yen in deprezzamento generalizzato questa notte sulla scia del forte rialzo della borsa giapponese. Verso euro il cambio trova la resistenza presso 132,75, il supporto in area 130. Andamento misto per la sterlina dopo il nulla di fatto della BoE. Prosegue il deprezzamento del dollaro australiano in particolare verso quello Usa, ai minimi da quasi 3 anni. Il governo australiano ha aumentato le stime sul deficit di bilancio per l’anno fiscale che termina a giugno 2014 a 30,1Mld A$ dai 18Mld stimati in precedenza. In prossimità dei massimi da 19 anni lo yuan cinese verso dollaro. Secondo il FMI, la valuta è attualmente sottovalutata del 5-10% in base agli attuali fondamentali economici. Infine deprezzamento del real brasiliano ai minimi da 4 anni verso dollaro Usa.

Commodity: giornata positiva per l’indice GSCI ER grazie al buon rialzo del petrolio in seguito ai buoni dati macro cinesi ed Usa ed alle proteste in Libia che hanno chiuso alcuni porti. Il Brent stamani si colloca poco sotto i 110$/barile. I migliori dati macro hanno impattato positivamente anche sui metalli non ferrosi con il rame in rialzo dell’1,5%. Il ritorno dell’attesa di riduzione del piano Fed già a settembre ha invece penalizzato i preziosi con l’oro che stamani è calato al di sotto dei 1330$/oncia. In calo gli agricoli tra i quali spicca la debolezza del caffè arabica, ai minimi da 4 anni, e del mais ai minimi da quasi 3 anni.

Azionario: giornata positiva per le borse europee con l’indice Stoxx 600 salito ai massimi da 9 settimane grazie ai buoni dati macro in arrivo dalla Cina, dai Pmi europei, dagli Usa ed a trimestrali migliori delle attese, in particolare nel settore finanziario. Societè Generale (+10,4%) ha messo a segno il rialzo maggiore da 18 mesi, mentre Lloyds (+8,1%) è salito ai massimi dall’ottobre 2010. Tutti i settori dello Stoxx 600 hanno chiuso in positivo trainati dalle risorse base, bancari ed immobiliari. Il Ftsemib è salito del 2%, ai massimi da inizio giugno, anche se gli scambi sono stati in linea con i valori estivi. Buoni rialzi per i bancari e tra gli assicurativi si è messa in evidenza Fondiaria (+5%). Tra gli energetici in evidenza Eni (+3,3%) dopo i dati societari. La pubblicazione della trimestrale ha favorito anche Prysmian (+%) grazie alla conferma della guidance per il 2013. Questa mattina elevata volatilità a piazza affari per Mediaset dopo la sentenza della cassazione di ieri ed i dati societari. I listini europei nel complesso hanno aperto intorno alla parità. Negli Usa le borse hanno chiuso in rialzo con il nuovo record storico dell’indice S&P500 sopra la soglia dei 1700 punti, sebbene con volumi in calo. Tutti i principali 10 settori hanno chiuso al rialzo grazie al buon andamento dei dati macro. Oggi i dati relativi al mercato del lavoro saranno il principale motivo di attenzione del giorno. I rialzi hanno interessato anche i mercati emergenti, con l’indice MSCI EM salito per la prima volta da sette sessioni. Recuperi sono stati registrati dalla borsa brasiliana (+1,9%), messicana (+2,5%) e russa (+1,7%). In Cina lo Shanghai Composite (1,8%) ieri è salito per il terzo giorno consecutivo, mentre la debolezza ha interessato il listino indiano (-0,2%), in calo per il settimo giorno consecutivo. Questa mattina rialzi sono registrati tra le principali piazze asiatiche con il Nikkei giapponese salito di oltre il 3%.

INFORMAZIONI STAMPA SUI TITOLI

ATLANTIA – La società chiude i primi sei mesi con un utile netto di competenza di 287Mln€, in calo di oltre il 43% rispetto allo stesso periodo del 2012 (il quale beneficiava di proventi finanziari non ricorrenti per 198Mln€). Al 30 giugno,l’indebitamento finanziario è di 10Mln€ circa, in crescita di 59Mln€ rispetto a fine 2012.

ENEL – La società archivia il primo semestre con un utile netto a 1,7Mld€ circa (-8,4% a/a). Calano anche i ricavi, -1,3%, appena sopra i 40Mld€ L’Ebitda del primo semestre è di 8,3Mld€ circa, diminuito dello 0,3% rispetto ai sei mesi del 2012.

FINMECCANICA – La società chiude il primo semestre con una perdita netta di 62Mln€ rispetto all’utile netto di 67Mln€ archiviato nello stesso periodo del 2012. I ricavi diminuiscono di un punto percentuale annuo a 7,9Mld€ circa al 30 giugno e l’indebitamento finanziario netto cresce da 3,4Mld€ circa di fine 2012 a 4,9Mld€. La società conferma le attese relative ai ricavi 2013 (16,7-17Mld€).

MEDIASET – In linea con le attese degli analisti, la società chiude il primo semestre con ricavi pari a 1,7Mld€ circa, in calo dai 2Mld€ circa dei primi sei mesi del 2012. Stesso andamento per l’utile netto, a 30,1Mln€ dai 42,8Mln€ dello stesso periodo di un anno fa e per l’Ebit, a 133,6Mln€ dai 145,6Mln€ dello stesso periodo del 2012.

PRYSMIAN – La società ha registrato nei primi sei mesi dell’anno un utile netto rettificato di 115Mln€ (- 10,9% a/a). Stesso andamento per i ricavi, ridotti del 5,3% rispetto all’anno precedente e ora a quota 3,6Mld€. L’Ebitda rettificato si è attestato a 282Mln€ (-8,3% a/a); il gruppo si aspetta di raggiungere per l’intero esercizio del 2013 un Ebitda rettificato tra 600-650Mln€, contro i 670Mln€ del 2012.

TELECOM ITALIA – La società chiude il primo semestre con una perdita netta di 1,4Mld€ dall’utile netto di 1,2Mld€ circa dello stesso periodo del 2012. La perdita è stata causata da svalutazioni dell’avviamento per 2,2Mld€.. I ricavi sono in calo del 7% a/a.

BMW – La casa automobilistica chiude il secondo trimestre con un utile netto in aumento del 9% a 1,4Mld€ circa rispetto all’analogo periodo del 2012. Stesso andamento per i ricavi, in crescita dell’1,8% a quasi 20Mld€, che superano di poco le attese degli analisti. Il gruppo si aspetta un margine Ebit per l’intero anno tra l’8% e il 10%, ora al 10,6%.

SOCIETE GENERALE – La banca francese ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto in crescita del 119% rispetto allo stesso periodo del 2012, superando le stime di Bloomberg. Al contrario i ricavi, ammontati a 6,23 miliardi di euro, si sono leggermente ridotti (-0,6%). La società ha confermato l’obiettivo di un ROE al 10% entro il 2015.

TENARIS – Il gruppo ha registrato nel secondo trimestre un utile netto di 430Mln$, in calo dai 455Mln$ dello stesso periodo di un anno fa. Al contrario, i ricavi crescono leggermente a 2,83Mld€. La società crede che nel 3° trimestre i margini saranno influenzati da livelli di vendite inferiori, ma che ritorneranno ai livelli attuali nel quarto.

EXXON MOBIL – La multinazionale americana petrolifera chiude il secondo trimestre con un utile netto a 6,8Mld$ circa (-57% a/a). Stesso andamento per i ricavi in calo a 106,5Mld$ dai 127,4Mld$ dell’anno precedente.. Sia l’utile che i ricavi sono sotto le stime degli analisti.

TOYOTA – La società chiude il secondo trimestre con un utile netto di 562,2Mld yen (+94%), oltre le attese delle stime di Bloomberg. La società ha inoltre aumentato dell’8% le previsioni per l’utile netto del 2013.