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Borsa Milano giù: si fa più difficile intervento Bce. Francoforte -2,4%

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MILANO (WSI) – Mentre cresce l’attesa per il verdetto delle agenzie di rating, anche nei confronti dell’Italia, l’azionario globale cade sotto una pioggia di vendite. Dopo i forti cali di Wall Street e dei mercati asiatici, le borse europee proseguono l’ultima seduta della settimana con un tono decisamente negativo.

Milano, con lindice Ftse Mib ripartito dai minimi dallo scorso 12 agosto, ha perso lo 0,94% a 19.200,97 punti. Sul Ftse Mib crollano Autogrill (-4,2%) e Tod’s (-4,16%). Pesante anche Mediolanum che lascia un 4% dopo che Bankitalia ha imposto a Fininvest di vendere il 20% in seguito alla condanna per frode fiscale a 4 anni di Silvio Berlusconi.

L’Euro Stoxx 50 cede più dell’1% e il DAX addirittura -2,4% ai minimi dal 2014. Londra chiude con -1,43%, a minimi da ottobre 2013 e Parigi chiude in calo dell’1,64% a minimi 2014. I listini principali della Borsa Usa intanto scambiano sopra i minimi intraday dopo le notizie secondo cui Kiev ha accettato di ritirare le sue truppe da una serie di città dell’Est dell’Ucraina. I ribelli filo russi di Donetsk hanno firmato un accordo che prevede una linea di demarcazione, secondo l’agenzia di parte Russian Information Agency (RIA).

L’Ucraina non è nel radar dei mercati azionari ultimamente, visti i rischi di un’altra recessione in Europa e la diffusione dell’Ebola in Spagna. La donna che sembrava avesse contrato la malattia contagiosa a Parigi è invece risultata negativa nei test medici.

Il Tesoro ha fatto il pieno nell’ultima asta, collocando 8 miliardi di euro di titoli Bot a 12 mesi, in rialzo la domanda. Tasso in crescita, tuttavia, allo 0,3%. Il petrolio è entrato nel mercato orso con il contratto sul Brent che ha bucato la soglia di $89 al barile.

In Europa presa di mira la borsa di Francoforte che perde oltre il 2% sulle voci che indicano Berlino tagliare la settimana prossima le stime sul Pil 2014 e 2015. Forti smobilizzi sull’indice Dax che, scontando i timori sull’arrivo di una recessione in Germania, scivola al minimo in un anno.

Durante la mattinata il listino tedesco ha perso oltre -2%; al momento è appena al di sopra di 8.800 punti e ben al di sotto del supporto psicologico a 9.000 punti. A mettere sotto pressione l’azionario europeo – ai minimi in quasi 7 mesi – sono le nuove tensioni tra il presidente della Bce Mario Draghi e il ministro delle Finanze tedesco Schaeuble sulle misure da adottare in caso di ulteriore rallentamento dell’economia dell’Eurozona. Schaeuble ha lanciato un allarme contro l’ipotesi di un QE.

Tre gli altri fattori che secondo gli esperti stanno pesando sull’azionario mondiale: i timori sull’economia dell’Eurozona, i raid aerei in Siria e l’aumento dei casi di persone colpite dal virus Ebola.

Sul mercato dei titoli di stato, spread tra Btp e bund +3% oltre 148 punti base. Il rendimento del titolo decennale italiano sale a 2,33%.

I futures sul Brent sono scesi sotto $89 per la prima volta dal 2010, mentre quelli scambiati a New York (contratto WTI) sono calati al minimo dal 2012. In particolare il WTI Crude oil è entrato ufficialmente nel mercato orso, dopo aver perso più del 20% dai massimi di giugno. Le quotazioni dell’oro sono invece salite per quattro sessioni consecutive, segnando la fase rialzista più lunga in sette mesi. Al momento contratto WTI -1,47% a $84,51 al barile, sotto pressione anche l’oro, -0,23% a $1.222,50.

“Ci troviamo in un contesto di domanda globale molto debole, che caratterizza tutte le economie – quella americana, europea, di Giappone e Cina – tutti questi paesi hanno problemi strutturali enormi”, ha commentato in una intervista a Bloomberg Michael Every, responsabile della divisione di ricerca sui mercati finanziari presso Rabobabnk International, a Hong Kong.

In ambito valutario, l’euro -0,18% sul dollaro a $1,2667; dollaro/yen -0,15% a JPY 107,69; euro/franco svizzero -0,14% a CHF 1,2093; euro/yen -0,31% a JPY 136,40.

Tornando ai mercati asiatici, l’indice Nikkei della borsa di Tokyo ha perso -1,15%, Shanghai -0,83%, Kospi -1,24%, molto male l’indice australiano, che ha ceduto oltre -2%, così come anche Hong Kong.