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Borsa Milano giù, sell off su Tenaris (-4%) e Saipem (oltre -5%)

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MILANO (WSI) – Il tonfo dei prezzi del petrolio mette in subbuglio l’azionario globale, dove prevalgono le vendite. Piazza Affari negativa, il Ftse Mib chiude in ribasso -0,43% a 20.015 punti. Sul listino, misti i titoli bancari: Mps -1,14%, Bper -0,35%, BPM -1,59%, Banco Popolare invece positiva con +0,54%, Intesa +0,98%, Unicredit -0,42%, Ubi Banca -0,08%. Male Eni -2,72%, Cnh Industrial -2,93%, GTech -2,44%, molto male Tenaris con -4,32%, Saipem -5,42%, Prysmian -2,17%.

Forte reazione su tutti i listini globali dopo la la decisione dell’Opec di mantenere la produzione invariata.

Immediato il tonfo, che ha portato le quotazioni dei futures sul petrolio a scendere anche al di sotto della soglia di $68 al barile. Di fatto, il contratto sul WTI scambiato a New York ha riportato la peggiore flessione, su base settimanale, dal 2011: i futures hanno perso -30% quest’anno, mentre il Brent è crollato -34%. Alla fine delle contrattazioni di Piazza Affari, i futures -6,51% a $68,89, mentre il Brent ha recuperato terreno con +0,33% a $72,82. Oro sotto pressione, -1,48% a $1.179,80.

La decisione dell’Opec ha avuto ripercussioni su diverse classi di asset: giù i tassi sui Treasuries con scadenza decennale, mentre i rendimenti dei bond giapponesi con scadenza a due anni hanno virato in territorio negativo per la prima volta in assoluto. Tra gli asset vincenti, il dollaro, con il Bloomberg Dollar Spot Index balzato al massimo in cinque anni. Sotto pressione il settore delle commodities, con il Bloomberg Commodity Index in calo -2,4%; si è trattata della flessione più sostenuta dal giugno del 2013. Male anche i mercati emergenti, con l’MSCI Emerging Markets Index che ha esteso i cali di novembre a -1,2%.

Sul valutario, euro sotto la soglia di $1,25, a $1,2437 (-0,24%); dollaro/yen +0,85% a JPY 118,71; euro/yen +0,59% a JPY 147,62.

Gli investitori sono combattuti e non sanno come interpretare gli ultimi sviluppi macro e in termini di materie prime. Il persistente calo dei prezzi del petrolio (-40% da giugno a Londra) dovrebbe aiutare i consumi in vista delle festività, ma a livello di titoli azionari sta mettendo seriamente sotto pressione i gruppi attivi nel settore energetico.

I mercati hanno prestato massima attenzione ai nuovi dati sui prezzi al consumo in area euro, alla ricerca di nuovi segnali in favore di un prossimo “Quantitative Easing” della Bce, su cui gli operatori scommettono sempre più intensamente. L’inflazione è salita in novembre allo 0,2% in Italia. A ottobre i prezzi della produzione industriale italiana sono calati -0,4% su mese.

In Eurozona i disoccupati sono aumentati di 60 mila unità in ottobre, con il tasso di senza lavoro fermo all’11,5%. In Italia la situazione del già fragile mercato del lavoro è peggiorata ancora.

Lo Spread tra Btp e Bund in calo a 133 punti, mentre ha toccato un nuovo minimo storico il rendimento del Btp decennale, sceso fino al 2,03%.

In Asia seduta molto positiva per la Borsa giapponese. Il Nikkei ha terminato gli scambi con un progresso dell’1,23%, a 17.459 punti.

Sugli altri mercati, sul valutario euro in calo sotto $1,2450. La moneta unica scambia a $1,2475 (+0,2%). Biglietto verde positivo sulla moneta giapponese, a 118,13 (+0,46%). (DaC-Lna)