Milano – Sia per Wall Street che per l’azionario europeo, l’entusiasmo successivo alla pubblicazione del report occupazionale Usa, l’ultimo prima delle elezioni del 6 novembre, è durato decisamente poco.
Il tasso di disoccupazione Usa è rimasto sotto l’8% in ottobre e sono stati creati 171 mila posti di lavoro, più delle 128 mila unità previste. Le stime erano per un incremento del tasso di disoccupazione.
In entrambe le sponde dell’Oceano, gli operatori hanno digerito il dato senza problemi – facendosi prendere anzi da una iniziale euforia – ma si sono poi immediatamente proiettati in avanti, guardando in anticipo alla prossima sfida dell’azionario globale: quella rappresentata dalle elezioni presidenziali: quanto la vittoria di Barack Obama o dello sfidante repubblicano Mitt Romney significherà per i mercati e per l’economia numero uno al mondo?
Guardando al caso specifico dell’Europa, la buona performance dell’azionario asiatico e i dati convincenti dal fronte macro americano sono riusciti solo momentaneamente a dare nuova linfa ai listini d’Europa. D’altronde i listini europei avevano iniziato la seduta già in rosso, complice anche la pubblicazione di dati poco incoraggianti relativi all’ attività manifatturiera dell’area euro. E’ da ormai 15 mesi che nella regione l’attività è in evidente fase di contrazione (ovvero sotto quota 50). Sia produzione che nuovi ordini e occupazione sono scesi dai livelli di settembre.
“Il settore manifatturiero ha iniziato l’ultimo trimestre in maniera deludente”, ha commentato Rob Dobson, economista di Markit. E “i dati nazionali mostrano uno scenario ancora più grigio, con contrazioni registrate in tutte le nazioni”. Il Pmi dell’Eurozona è sceso a 45,4 punti in ottobre. Non va certo meglio in Italia, dove il relativo indice Pmi sul manifatturiero è calato a 45,5 punti a ottobre, dai 45,7 punti di settembre. Intanto, sia nella penisola che nell’area euro in generale si aggravano i tagli occupazionali, che sembrano destinati a proseguire, dato che secondo lo studio permangono capacità produttive in eccesso.
Il nervosismo in Europa è acuito anche dalla notizia secondo cui la prossima settimana la Spagna metterà all’asta bond per un ammontare superiore rispetto alle previsioni. “Il mercato si sta preparando a un’asta più consistente del previsto, che avrà luogo la prossima settimana – ha commentato in una intervista a Bloomberg Gianluca Ziglio, strategist a Londra presso UBS, motivando la tensione sul mercato dei titoli di stato. Di fatto, Madrid metterà all’asta titoli con scadenza a tre, cinque, ma anche 20 anni. L’ultima volta che l’emissione spagnola ebbe per oggetto bond con scadenza più lunga di 10 anni fu nel luglio del 2011.
Da segnalare comunque che l’indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 Index chiude la settimana sui massimi delle ultime due settimane e in rialzo +1,4%. L’indice è in crescita +17% dai minimi del 2012, testati lo scorso 4 giugno.
Sull’euro pesa il no della Corte dei Conti alla riforma delle pensioni greca voluta dalla Troika (Bce, Ue e FMI) come una delle condizioni fondamentali per fornire in cambio aiuti al governo Samaras, che intanto perde i pezzi.
In ambito di notizie societarie, Lloyds in rosso per via delle polizze truffa. RBS chiude il trimestre in perdita di 1,4 miliardi e cita costi di commissione elevati.
Mediaset ha smentito categoricamente ogni ipotesi di spin-off societari o di aumenti di capitale. Secondo quanto riportato dal settimanale Il Mondo, sul tavolo del presidente, Fedele Confalonieri, sarebbe giunto uno studio di un’importante banca d’affari che prevede per il gruppo lo spin-off di Reti Televisive Italiane (Rti) in una newco che acquisirebbe poi le attività dei giochi telematici di Mondadori.
BTP – Spread tra Btp e Bund a dieci anni in crescita +1,01% oltre 348 punti base. Tasso BTP decennale +0,46% al 4,94%. Tassi spagnoli a 10 anni +1,27% al 5,66%.
ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Le Fiat continuano a perdere quota, Fiat Spa -0,86%, risentendo ancora delle preoccupazioni per la situazione finanziaria e dopo le ennesime dure critiche rivolte dall’imprenditore Diego Della Valle ai vertici del gruppo. Tra i titoli peggiori Fiat Industrial -2,27%. Luxottica sale dello 0,40%, dopo l’annuncio dell’accordo di esclusiva per acquisire la francese Alain Mikly. Autogrill festeggia la promozione di Credit Suisse a ‘outperform’ e sale +2,18%. Telecom Italia cede il 2,18%, pagando il giudizio di JP Morgan. Tra le banche, MPS +2,68%, Bper -2,32%, Banco Popolare -1,43% e BPM -1,27%. Unicredit -0,17%.
ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,77% a quota $1,2842; dollaro/yen +0,45% a JPY 80,49, mentre euro/yen -0,28% a JPY 103,40.
Riguardo alle materie prime, i commodities, i futures sul petrolio scivolano -1,96% a quota $85,38 al barile, mentre le quotazioni dell’oro estendono le perdite a -1,82% a $1.684,20 l’oncia. Bucato il supporto di $1.700 che fino a quel momento aveva tenuto.
GLI HIGHLIGHT DI GIORNATA
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– Eurozona: Pmi manifatturiero ottobre cala a 45,4, in Italia a 45,5
– Fmi a Italia: misure in giusta direzione, ora bisogna implementarle
– RBS ha chiuso il terzo trimestre in perdita, cita commissioni PPI per 400 milioni di sterline
– Usa: tasso di disoccupazione visto in rialzo a quattro giorni dalle elezioni
– Borsa Tokyo: Chiusura In Rialzo, Nikkei +1,17%
– Spread Btp Bund stabile a 345 punti base
– Le quotazioni dell’oro scivolano, ma trovano un supporto sopra $1.700
– Grecia: riforma pensioni imposta da Troika giudicata incostituzionale
– Euro in calo: rally ha gambe corte – Barclays
– Operazione Draghi OMT molto simile all’SMP di Trichet
– Auto Usa, Chrysler ottobre +10% meglio di Ford, GM, Toyota +16%
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