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Borsa Milano in calo. Credit Suisse pessimista

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MILANO (WSI) – Borsa Milano si appresta a chiudere la seduta in calo, trascinata al ribasso dal comparto auto e dei bancari. Male anche il colosso petrolifero Eni. In controtendenza si distinguono Autogrill e Camfin. Dal punto di vista puramente tecnico, il listino Ftse Mb e’ stato piu’ volte respinto dal livello di supporto di 16.600 punti, ma al rialzo non e’ riuscito a valicare la soglia dei 16.900. Il listino ha chiuso in progresso dello 0,28% a 16.862,99 punti.

BTP – Spread Italia-Germania a 10 anni +1,05% a 261,74, a fronte di tassi decennali +1,31% al 3,86%.

ALL’INTERNO DEL FTSE MIB – Tra i bancari male Mps, Intesa e Unicredit. Generali aggiorna i massimi storici a un soffio da 17 euro alla vigilia dei risultati del primo trimestre. Sotto pressione anche il comparto auto, con Fiat che fa peggio del resto del mercato. Da parte sua Italcementi sconta un peggioramento del rosso a 58,5 milioni nel primo trimestre

Tra le note positive di giornata Ferragamo e il lusso. Camfin corre dopo le indiscrezioni di stampa che parlano di un’offerta allo studio sulla società da parte di Unicredit e Intesa Sanpaolo, affiancate dal fondo di private equity Clessidra, finalizzata a cancellare il titolo dal listino. Buy anche su Autogrill, dopo l’approvazione del progetto di scissione annunciata venerdì a mercati chiusi.

TRA GLI ALTRI MERCATI – In ambito valutario, l’euro -0,05% a $1,3105; dollaro/yen +0,26% a JPY 99,30; euro/franco svizzero +0,10% a CHF 1,2273.

Riguardo alle commodities, i futures sul petrolio -0,35% a $95,28 al barile, dopo essere balzati in scia agli attacchi di Israele in Siria. Oro +0,56% a $1.472,40 l’oncia.

I prezzi del petrolio scambiati sul WTI sono avanzati fino a quasi +1% a causa dell’acuirsi delle tensioni geopolitiche scatenate dal raid israeliano in Siria. Le quotazioni hanno poi ritracciato per ragioni tecniche, virando in territorio negativo sotto quota $96 al barile.

Focus anche sul giudizio di Credit Suisse, che ha un rating ‘underweight’ sull’azionario europeo, motivato con l’opinione secondo cui la Bce, che lo scorso 2 maggio ha tagliato i tassi al minimo storico, dovrebbe fare ancora di più per stimolare l’economia europea.

La debolezza dell’economia viene messa di nuovo in evidenza con la pubblicazione delle stime sul Pil italiano da parte dell’Istat, secondo cui il Pil subirà una contrazione -1,4% quest’anno, per poi riprendersi nel 2014, anno in cui però ci sarà un peggioramento della disoccupazione, che schizzerà oltre il 12%. Un articolo del Financial Times mette inoltre in evidenza che l’addio dell’Italia all’austerity è solo un insieme di chiacchiere che non potranno essere realizzate.

Altra indicazione relativa all’Europa è stata la diffusione del dato relativo al PMI dei servizi, salito ad aprile a quota 47 dopo i 46,4 di marzo, meglio dei 46,6 attesi.

Calo delle vendite al dettaglio in Eurozona.. Flessione pari a -0,1% a marzo, dopo flessione -0,2% di febbraio.

Giuseppe Vegas, numero uno della Consob, parla dei rischi legati alla Tobin Tax e sottolinea che lo spread non è più, al momento il vero problema, facendo riferimento più che altro all’urgenza del fallimento delle imprese e alla disoccupazione.

In generale, “il mercato rialzista è un po’ stanco e sta cercando una pausa – ha commentato Simon Goodfellow, fondatore presso Harlyn Research, in una intervista a Bloomberg – Crediamo che nei prossimi mesi ci saranno anche rischi legati al quadro macro e politico”.

L’indice di riferimento europeo Stoxx Europe 600 ha messo a segno la scorsa settimana un rialzo +1,7%, attestandosi al massimo in quasi cinque anni. Occhio alla dichiarazione del ministro delle finanze francese Moscovici, che ha detto nelle ultime ore che si sta “assistendo alla fine del dogma dell’austerity”.

Chiuse oggi per festività la borsa di Tokyo e quella di Londra.

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