MILANO (WSI) – A Piazza Affari l’indice Ftse Mib chiude in lieve rialzo, +0,14% a 22.503 punti. Sui mercati valutari, euro scende al di sotto della soglia a $1,36, cedendo -0,35% a $1,3544; dollaro/yen -0,19% a JPY 102,33, euro/franco svizzero -0,09% a CHF 1,2181; euro/yen -0,51% a JPY 138,65.
Il trend rialzista dell’ultimo periodo porta l’analisi tecnica a prevedere la possibilità che il Ftse Mib, rotta ormai la resistenza dei 22.000 punti, si diriga verso quota 23500, passando dunque e superando come primo target l’area a 23.300, che corrisponde ai massimi dal febbraio del 2011.
Focus sull’indice Dax della borsa di Francoforte, che ha testato un altro record a 10.022 punti; la borsa ha ignorato l’alert lanciato dall’economista tedesco Clemens Fuest, responsabile del Centre for European Economic Research (ZEW), che ha ammesso di avere la “brutta sensazione” sul taglio dei tassi deciso la settimana scorsa dalla BCE e circa il progetto di offrire €400 miliardi di prestiti a buon mercato alle banche.
Fuest in sostanza mette in allarme cittadini europei e mercati finanziari sul fatto che la Banca Centrale Europea così facendo potrebbe creare una nuova crisi tramite le misure di stimolo in stile Federal Reserve.
Azionario globale vicino al record di tutti i tempi, con l’indice MSCI All Country World Index – che monitora la performance dell’azionario in 45 paesi – che viaggia poco al di sotto del massimo storico a 428,63 punti, testato nel 2007.
Ma i volumi rimangono bassi, così come la volatilità dei prezzi. Durante la crisi finanziaria, stando a Nicholas Colas, responsabile strategist dei mercati presso ConvergEX Group, i volumi scambiati su Wall Street erano di circa 9 miliardi di azioni al giorno; oggi, sono di 5 miliardi circa.
Colas avverte che un ulteriore calo -20% dei volumi dai livelli attuali “non sarebbe impossibile”. Tutto questo, in un contesto in cui il CBOE Volatility Index (VIX), è scambiato ai minimi dal febbraio del 2007.
Naeem Aslam, responsabile analista di Ava Trade, sottolinea che i bassi volumi devono essere considerati come un segnale di cautela, dal momento che alimentano interrogativi su chi sta sostenendo i corsi azionari al rialzo, e su cosa accadrà con l’ulteriore ritiro di manovre di politica monetaria espansiva da parte della Fed.
L’effetto Draghi ha avuto nei giorni scorsi una forte ripercussione sul mercato dei titoli di stato, con i tassi spagnoli a 10 anni che sono scesi anche al di sotto di quelli dei Treasuries a stessa scadenza, in un contesto in cui gli investitori di tutto il mondo continuano ad acquistare titoli sovrani dell’Eurozona.
Oggi però, dopo aver testato nelle ultime ore i minimi record dal 2011, lo spread BTP-Bund a 10 anni torna a salire, fa +2,82% oltre 136 punti base, a fronte di rendimenti decennali +2,54% al 2,78% (i tassi hanno testato ieri il valore più basso della storia al 2,71%).
Tra i titoli scambiati sul Ftse Mib, attenzione ancora a Mps che e’ riuscita a fare prezzo solo in chiusura guadagnando un altro 19,91% dopo il +20% di ieri (-7,35% i diritti dell’aumento di capitale). Tra gli altri titoli bancari, Bper -0,86%, BPM -2,70%, Banco Popolare -1,68%, Intesa SanPaolo -0,31%, Ubi Banca +0,90%, Unicredit +0,81%. Tra i titoli di altri settori si mettono in evidenza Enel +1,43%, Stm +1,61%, Mediaset +0,90%.
Dal fronte economico, reso noto il dato relativo alla produzione industriale italiana, tornata a salire (+1,6% su base annua); bene anche la produzione industriale francese
Sul fronte di altri mercati, l’azionario asiatico misurato dal benchmark MSCI Asia Pacific Index ha riportato una buona performance ed è tuttora scambiato al record in sette mesi, dopo aver chiuso alla vigilia al massimo dallo scorso 22 ottobre.
Dal fronte economico, resa nota l’inflazione in Cina, salita a un tasso del 2,5% a maggio, più del 2,4% atteso dal consensus. Nikkei sotto pressione con -0,85%, mentre l’indice di Shanghai – +1% circa – ha chiuso al massimo in più di due settimane, sulla scia dei finanziari, in crescita dopo che la Banca centrale del paese ha tagliato il ratio per le riserve per le banche rurali. Hong Kong +0,88%, Kospi +1%.
“Siamo ancora overweight sugli asset di rischio, visto l’outlook positivo relativo alla crescita globale – ha commentato in un’intervista rilasciata a Bloomberg Daphne Roth, responsabile della divisione di ricerca sull’azionario asiatico presso ABN Amro Private Banking – Certamente ci piacciono i mercati nord-asiatici, visto che sono più propensi ad aumentare le esportazioni. I tempi però sono maturi per una piccola correzione, dal momento che i mercati hanno guadagnato troppo”.
Tra le commodities, i futures sul petrolio +0,11% a $104,52 al barile; quotazioni oro +0,53% a $1.260,50.